La Commissione ha approvato aiuti di Stato per 5,4 miliardi di euro per la ricapitalizzazione precauzionale del Monte dei Paschi di Siena (MPS), a seguito dell’accordo di massima sul piano di ristrutturazione di MPS raggiunto il 1° giugno 2017 dalla Commissaria Vestager e da Pier Carlo Padoan, Ministro dell’Economia e delle finanze italiano. Attualmente sussistono entrambe le condizioni per questo accordo: la Banca centrale europea, nella sua veste di autorità di vigilanza, ha confermato che MPS è solvibile e soddisfa i requisiti patrimoniali, e l’Italia ha ottenuto un impegno formale da parte di investitori privati ad acquistare il portafoglio di crediti deteriorati della banca.
Il piano consente a MPS di soddisfare l’eventuale fabbisogno di capitale che si manifesterebbe in caso di peggioramento delle condizioni economiche (in via precauzionale). Per giungere all’approvazione di questo apporto statale, gli azionisti e i creditori subordinati di MPS hanno fornito un contributo pari a 4,3 miliardi di euro per limitare l’uso di denaro dei contribuenti, come previsto dalla normativa dell’UE in materia di aiuti di Stato. Inoltre i detentori di obbligazioni subordinate al dettaglio che sono state vendute in modo scorretto potranno richiedere un risarcimento alla banca. MPS sarà soggetto ad una profonda ristrutturazione volta a garantirne la redditività futura e ad assicurare che lo Stato italiano riceva una remunerazione sufficiente per il proprio investimento
La normativa dell’UE, in particolare la direttiva sul risanamento e la risoluzione degli enti creditizi (BRRD), offre allo Stato la possibilità di iniettare capitale in una banca solvibile, a condizione che vengano rispettati determinati criteri (la cosiddetta “ricapitalizzazione precauzionale”). In questo contesto gli aiuti di Stato possono essere concessi solo in previsione dell’eventuale fabbisogno di capitale che si manifesterebbe in caso di peggioramento delle condizioni economiche e non fanno scattare la procedura di risoluzione della banca. L’opzione della ricapitalizzazione precauzionale per le banche solvibili nel quadro della BRRD è stata concordata dal Parlamento europeo e dal Consiglio al momento dell’adozione della direttiva.
Il 23 dicembre 2016 MPS ha annunciato l’intenzione di richiedere una ricapitalizzazione precauzionale a seguito del fallimento del tentativo di ottenere per intero il capitale necessario da investitori privati. Questo tentativo era scaturito dai risultati ottenuti dalla banca nelle prove di stress condotte nel 2016 in tutta l’UE dall’Autorità bancaria europea e dalla Banca centrale europea, che avevano evidenziato una carenza di capitale nello “scenario sfavorevole”, che simula un ipotetico peggioramento delle condizioni economiche.
Il piano dell’Italia per affrontare questa carenza di capitale si articola nei seguenti punti:
- in linea con il “principio di condivisione degli oneri” previsto dalla normativa sugli aiuti di Stato dell’UE, i detentori di obbligazioni subordinate e gli azionisti hanno fornito un contributo pari a 4,3 miliardi di euro, derivante dalla conversione delle obbligazioni subordinate in azioni e dalla diluizione degli azionisti esistenti;
- MPS ha venduto alcune attività raccogliendo capitale privato per mezzo miliardo di euro;
- il capitale restante, pari a 5,4 miliardi di euro, sarà fornito dallo Stato in cambio di azioni di MPS (acquistate a prezzo ridotto).
Globalmente, il piano assicura che vi siano risorse private sufficienti per coprire le perdite attuali e potenziali di MPS.
Inoltre i detentori di obbligazioni subordinate al dettaglio che sono stati vittime di vendita scorretta e soddisfano determinati criteri di ammissibilità possono richiedere un risarcimento, che comporterà uno scambio delle loro azioni convertite in obbligazioni privilegiate MPS. Tale risarcimento è un corrispettivo del tutto distinto dalla condivisione degli oneri ai sensi della normativa sugli aiuti di Stato dell’UE. Il Monte dei Paschi prevede una spesa fino a 1,5 miliardi di euro per il risarcimento dei detentori di obbligazioni subordinate al dettaglio che sono stati vittime di vendita scorretta.
Piano di ristrutturazione
Poiché una ricapitalizzazione precauzionale comporta l’uso di denaro dei contribuenti, la normativa dell’UE sugli aiuti di Stato stabilisce che si possano conferire fondi pubblici solo nelle banche che hanno una prospettiva di redditività a lungo termine. A tal fine, le banche devono attuare una profonda ristrutturazione volta a garantire tale redditività. Inoltre, lo Stato deve ricevere un’adeguata remunerazione per il capitale conferito.
Il piano di MPS prevede che la ristrutturazione si svolga nel corso di cinque anni, durante i quali:
- la banca prevede diriorientare il suo modello di business verso la clientela al dettaglio e le piccole e medie imprese, di aumentare l’efficienza e di migliorare la gestione del rischio di credito. Nell’ambito di questo processo, conformemente alla normativa dell’UE sugli aiuti di Stato, l’alta dirigenza della banca sarà soggetta ad un tetto retributivo (relativo al pacchetto retributivo complessivo) corrispondente a 10 volte il salario medio dei dipendenti di MPS;
- un altro elemento fondamentale del piano è la cessione a condizioni di mercato di un portafoglio di crediti deteriorati di 26,1 miliardi di euro ad una società veicolo finanziata con fondi privati. Questa operazione sarà finanziata parzialmente dal fondo Atlante II. Inoltre MPS venderà a investitori privati i titoli senior con rischio più basso appartenenti alla società veicolo. Per favorire la vendita, la banca chiederà di avvalersi della garanzia statale a condizioni di mercato per la tranche senior nell’ambito dello schema di garanzia dello Stato italiano (il cosiddetto “GACS”, uno schema che non comporta aiuti approvato dalla Commissione nel febbraio 2016).
Queste azioni contribuiranno a garantire la redditività a lungo termine del Monte dei Paschi. La Commissione ha inoltre confermato che il piano di ristrutturazione è volto a far sì che lo Stato percepisca una remunerazione adeguata per il suo apporto di capitale.
Infine il piano contempla anche diversi impegni per limitare le distorsioni della concorrenza, ad esempio il divieto di pubblicizzare l’aiuto di Stato e di ricorrere a pratiche commerciali aggressive.
Nell’ambito della decisione sugli aiuti di Stato, la Commissione ha verificato che l’apporto di capitale da parte dello Stato italiano possa essere concesso sotto forma di ricapitalizzazione precauzionale ai sensi della direttiva sul risanamento e la risoluzione delle banche (BRRD), ed è giunta alla conclusione che le condizioni previste dalla direttiva sono rispettate.