EBA: pubblicati i risultati del monitoraggio CRD IV-CRR/Basel III al 31 dicembre 2016

Set 15 2017

L’EBA ha pubblicato il nuovo report sul monitoraggio del sistema bancario europeo svolto ai sensi della disciplina CRD IV – CRR e degli accordi di Basilea III. L’esercizio, svolto in parallelo a quello condotto dal Comitato di Basilea su scala mondiale, si basa sui dati forniti da 164 banche europee di cui 45 appartenenti al Gruppo 1 e 119 al Gruppo 2.

L’analisi, condotta su dati al 31 dicembre 2016, evidenzia un ulteriore miglioramento della situazione patrimoniale delle banche europee, con un rapporto medio complessivo di Tier 1 (CET1) del 13,4% (12,8% al 30 giugno 2016).  Il rapporto di leverage (LR) medio mostra un aumento di 30 punti base rispetto al semestre precedente, attestandosi al 5%, con solo il 2.3% istituzioni che non rispetta il requisito minimo di leva finanziaria del 3%.

In tema di indicatori di liquidità, il valore medio di LCR (Liquidity Coverage Ratio) risulta pari al 139,5%. In particolare, il 99,2% delle banche partecipanti presenta un LCR superiore al 100% (requisito minimo in vigore a partire dal mese di gennaio 2018).

Per quanto riguarda l’NSFR (Net Stable Funding Ratio), le banche inserite nel campione mostrano un valore medio del 112%, con un miglioramento del 4,2% rispetto al semestre precedente. I risultati indicano, inoltre, che l’87,5% del campione rispetta il requisito minimo del 100%.

L’esercizio è stato svolto assumendo la piena attuazione del quadro CRD IV-CRR / Basel III. Questo esercizio non riflette alcuna norma convenuta dall’inizio del 2016 o qualsiasi altra misura attualmente in fase di valutazione da parte del Comitato di Basilea.

Comunicato stampa
Report esercizio di monitoraggio CRD IV-CRR/Basel III al 31 dicembre 2016

Basilea III: pubblicati i risultati dell’ultimo esercizio di monitoraggio

Set 15 2017

Il Comitato di Basilea ha pubblicato i risultati dell’ultimo esercizio di monitoraggio riguardante l’implementazione della disciplina di Basilea 3. L’analisi è stata svolta prendendo in considerazione i dati di bilancio al 31 dicembre 2016 di 200 banche suddivise in due gruppi, di cui il Gruppo 1 composto da 105 banche attive a livello internazionale e dotate di capitale Tier 1 superiore ai 3 miliardi d euro.

Per la prima volta, il documento di analisi fornisce non solo le medie globali ma anche la ripartizione regionale degli indicatori principali.

Dal punto di vista patrimoniale, tutte le banche del campione rispettano sia il requisito minimo di CET1 (4.5%) che il livello target del 7%, tenendo anche conto di eventuali requisiti addizionali per le istituzioni di importanza sistemica globale inserite nel Gruppo 1.

L’esercizio di monitoraggio ha preso in considerazione anche i dati relativi alla liquidità delle banche: la media ponderata del Liquidity Coverage Ratio (LCR) per le banche dei due gruppi è pari, rispettivamente, al 131% per il Gruppo 1 (126% nel semestre precedente) e 159% per il Gruppo 2 (+1% rispetto al secondo semestre 2016). Tutte le banche considerate mostrano un LCR superiore al 70% (requisito minimo in vigore per il 2016), con più del 90% delle banche in entrambi i gruppi con un indicatore di liquidità superiore al 100%.

L’analisi del Net Stable Funding Ratio (NSFR) riporta una media ponderata per il Gruppo 1 pari al 116% e per il Gruppo 2 del 114%. In particolare, il 94% delle banche del Gruppo 1 e l’88% di quelle del Gruppo 2 presenta un NSFR superiore al 100%.

Comunicato stampa
Report esercizio di monitoraggio Basilea III al 31/12/2016

Consultazione di Banca d’Italia sulle disposizioni di vigilanza in materia di banche di credito cooperativo

Set 15 2017

La Banca d’Italia ha pubblicato un documento di consultazione contenente nuove disposizioni di vigilanza per le banche di credito cooperativo. Le disposizioni sono destinate a confluire nella Circolare n. 285 del 17 dicembre 2013 e sostituiranno integralmente quelle contenute nel Titolo VII, Capitolo 1, della Circolare n. 229/1999.

La consultazione trae origine dalla necessità di rivedere le vigenti disposizioni di vigilanza per le banche di credito cooperativo (BCC) alla luce delle profonde modifiche del quadro normativo di riferimento intervenute con la recente riforma del credito cooperativo.

La consultazione terminerà il 10 novembre 2017

Documento di consultazione

EBA: pubblicato Documento di discussione su approccio al settore Fintech

Ago 11 2017

L’EBA ha pubblicato un documento di discussione riguardante il suo approccio al settore FinTech.

Il documento, in particolare, presenta i risultati del primo esercizio di mappatura compiuto a livello europeo ed illustra i programmi di lavoro dell’Autorità.

Per ottenere una migliore comprensione delle dinamiche del settore all’interno dell’UE, infatti, nella primavera del 2017, l’EBA ha lanciato il primo esercizio di mappatura FinTech attraverso il quale sono state raccolte informazioni dettagliate per 282 aziende operanti nel settore. Sulla base dell’esercizio di mappatura e del lavoro precedentemente svolto in materia di innovazioni finanziarie, l’EBA ha formulato proposte di lavoro nelle seguenti aree:

  1. regimi di autorizzazione e sandboxing;
  2. impatto sui rischi prudenziali e operativi per gli enti creditizi, le istituzioni di moneta elettronica e gli istituti di pagamento;
  3. impatto delle attività FinTech sui modelli di business di queste istituzioni;
  4. protezione dei consumatori e criticità del mercato retail;
  5. impatto sulla risoluzione delle imprese finanziarie e
  6. impatto in tema di riciclaggio di denaro e contrasto al finanziamento del terrorismo.

 L’EBA invita le parti interessate a presentare osservazioni e commenti entro il 06 novembre 2017.

Comunicato stampa
Documento di discussione EBA

Pubblicato il Risk Dashboard EIOPA per il primo trimestre 2017

Ago 11 2017

L’EIOPA ha pubblicato il nuovo aggiornamento del Risk Dashboard basato sui dati del primo trimestre del 2017. Il documento – a cadenza trimestrale –  riassume i principali rischi e le vulnerabilità nel settore assicurativo dell’Unione Europea utilizzando un insieme di indicatori suddivisi per classi di rischio.

I risultati mostrano che l’esposizione al rischio del settore assicurativo nell’Unione europea è rimasta stabile nel periodo di riferimento, con una riduzione generalizzata della volatilità e tassi di inflazione che fluttuano vicino all’obiettivo di medio termine del 2%. Gli indicatori finanziari si attestano su livelli stabili e soddisfacenti per i gruppi assicurativi, mentre per le imprese di assicurazione non operanti nel ramo vita si assiste ad un lieve peggioramento della situazione patrimoniale.

Il perdurare dell’attuale regime di bassi tassi di interesse e l’osservazione che i fondamentali del mercato potrebbero non riflettere correttamente il rischio di credito sottostante, rappresentano preoccupazioni importanti per l’industria assicurativa europea.

I risultati presentati nel documento si basano sui dati provenienti da un campione di 93 gruppi assicurativi e 3.076 imprese di assicurazione.

Comunicato stampa
Risk Dashboard EIOPA 1Q 2017

CRR: Aggiornato l’elenco EBA delle istituzioni del settore pubblico per il calcolo dei requisiti patrimoniali

Ago 11 2017

L’Autorità bancaria europea (EBA) ha pubblicato un elenco aggiornato di soggetti del settore pubblico equiparati agli enti locali e ai governi centrali per il calcolo dei requisiti patrimoniali a fronte del rischio di credito ai sensi del Regolamento CRR (Capital Requirements Regulation). L’elenco comprende gli istituti che sono trattati come governi regionali, autorità locali o governi centrali nell’ambito del metodo standardizzato (SA) alla luce del loro ridotto livello di rischio. Come conseguenza, le esposizioni nei confronti degli enti pubblici inclusi nell’elenco riceveranno lo stesso trattamento – in termini di ponderazione per il rischio – previsto per le autorità locali e le amministrazioni centrali.

L’elenco è compilato utilizzando le informazioni fornite dalle autorità nazionali competenti e si basa sulla classificazione utilizzata in ciascun paese. Gli approcci e i criteri di ammissibilità per l’individuazione degli istituti possono pertanto variare da paese a paese.

Comunicato stampa
Elenco EBA aggiornato

MiFID II: avviate tre consultazioni Consob sulle modifiche al regolamento intermediari e al regolamento mercati

Ago 11 2017

La Consob ha avviato 3 consultazioni aventi ad oggetto il recepimento delle novità regolamentari introdotte dalla Direttiva MiFID II. In particolare, i documenti di consultazione riguardano:

 Le consultazioni avranno termine il 30 settembre 2017

EIOPA advises on SII Delegated Regulation
di Silvia Dell’Acqua

Ago 11 2017
EIOPA advises on SII Delegated Regulation  di Silvia Dell’Acqua

EIOPA started a review of the Delegated Regulation last December 2016, publishing a first discussion paper whose responses were received in March 2017. A roundtable followed during May 2017 and the outlines of the proposals gathered were presented to the stakeholders on June 2017.

The goal is to look for possible simplification of the SCR calculation, ensuring a proportionate application of the Standard Formula (SF) requirements.

Last 4th July 2017 EIOPA issued a consultation paper on its first set of advices to the European Commission (EC) on specific items in the SII Delegated Regulation, seeking for comments to be sent by next 31st August 2017. The aim is to finalise the advice by October 2017, to issue another consultation paper by the end of the year and to send the second set of advices by February 2018.

The consultation paper advises on a number of items:

1. Simplified calculations

  • The EC asked EIOPA to provide information on the current use of the existing simplifications and to suggest improvements (further methods and simplifications) to strengthen a proportionate application of the requirements.
  • Several stakeholders pointed out the difficulty of quantifying the error introduced by a simplified calculation, some claimed the need to use other simplifications than those listed; other proposed to set the SCR to a conservative amount for immaterial risks, saving the implementing costs. A large number of stakeholders stated that the calculation of non-life lapse risk (policy by policy) is too burdensome and not proportionate (too high complexity compared to the materiality of the risk). For what concerns the Life underwriting risks, many stakeholders pointed out the need for a simplification of the lapse risk (calculated policy per policy) and for a review of the mass lapse shock, deemed too high and inappropriate. An improvement to allow for a capital risk that varies over time was suggested for the simplified calculation of the mortality risk.
  • EIOPA believes that the current documentation is not to modify as it does not prevent stakeholders from using simplified calculations: a quantitative assessment is not necessarily required when a qualitative evaluation proves the immateriality of the error. This belief is supported by the number of simplification adopted in 2016 (the precise number will be available in July 2017 thanks to the annual QRT, but a first estimate of the NSAs indicates the total to be close to a thousand). Adopting further simplifications than those listed and setting a conservative amount for the immaterial risk is opposed to the aim of simplifying the calculation: the stakeholders would need to prove the correctness of the calibrations in the former case and to specify a method to set the amount in the latter (similarly to an internal model framework). EIOPA thinks there is room to simplify the calculation of the lapse risk (both life and non-life) by using homogeneous risk groups, provided that no compensation effects are allowed and the results are not materially different. The appropriateness of the MCAT stress is out of scope; nevertheless the materiality will be assessed at a later stage with the help of the annual QRTs. The enhancement on the mortality risk sub module has been taken on board.

2. Reduction of the reliance on external credit ratings

  • The EC asked EIOPA to further develop the framework (setting out methods and criteria to derive alternative credit assessments) in order to limit the reliance on rating agencies.
  • The Stakeholders stated that as the development of internal credit assessments requires specific expertise and is very costly, it should be also used for internal risk and portfolio management, TP evaluations and assessment of reinsurance recoverable; they suggest allowing for the usage of internal rating models. Some stakeholders suggested the possibility for internal credit assessment to reduce the capital requirement. They argued that the methodology based on market implied ratings is too complex and available for a limited number of financial instruments (often relying on CDSs), while they were in favour of using market spreads as a risk indicator: a standard capital charge would be defined applying the EIOPA representative portfolio used for the calculation of the VA and an adjustment to this capital change would be derived looking at the entity specific portfolio.
  • EIOPA believes that internal measures and ratings is the best alternative to External Credit Assessment Institutions (ECAIs) and will provide further incentives, without making it mandatory for all the exposure as the development required is disproportionate. On the contrary, it claims the possibility of lowering the capital charge not to be appropriate (new approval process required). The supervisor authority also agrees on the limitation of market implied rating, nevertheless it will further explore their usage in combination with other measures. EIOPA deems the market spreads not to be appropriate (they may increase pro-cyclicality and incentivise a focus on the short term credit risk) and the use of a reference portfolio to raise practical issues (the granularity of the risk charge in buckets of duration and sector would increase the complexity; the portfolios would cover certain types of investments only).

3. Treatment of guarantees

  • The EC asked EIOPA to provide information on the current amount of exposures guaranteed by a third party, regional governments and local authorities (RGLAs) and to assess the differences between the banking framework and the Delegated Regulation.
  • Most of the Stakeholders commented that the differences between the banking framework and the Delegated Regulation are not justified and that it is meaningless to provide a different risk assessment for the same counterparty. All of them are in favour to align the guarantees issued by RGLAs to those issued by Member States’ central governments (in some Member States the RGLAs are ultimately guaranteed by the States) as this would reduce the regulatory barriers to invest in socially useful infrastructure projects.
  • EIOPA agrees with stakeholders’ proposition: the differences do not appear to be justified and both lists should be harmonized, through a close cooperation with the European Banking Authority. The quantitative analysis based on the QRTs shows that the value of the RGLA equals 170bln euro (1.6% of total Assets).

4. Risk mitigation techniques

  • The EC asked EIOPA to provide information on recent market developments on the risk mitigation techniques – RMT (in particular embedded derivatives and longevity risk transfer) and to assess if they are covered by the current framework for their recognition.
  • Stakeholders stated that longevity index derivatives are increasingly being considered, mainly by pension funds and undertakings providing annuity products. Multiple stakeholders argued that longevity swaps are treated in an appropriate way under SII SF, while others raised concerns on the Risk Margin (reinsurance contracts are included, but financial instruments are not)
  • EIOPA will respond all comments on the risk margin in the next set of advice that will be consulted on in November and December 2017.

5. Look-trough approach

  • The EC asked EIOPA to provide information on undertakings used as investments vehicle and to assess under what condition it may be appropriate to extend to them the look-though approach.
  • Most of the stakeholders pointed out the need of having a specific mandate to identify the investment vehicles with no other purpose other than holding assets on behalf of the parent/participating undertaking, while others suggested they should be determined by a self-assessment; some comments suggested to limit the extension of the look-trough approach to controlled entities.
  • EIOPA agrees in setting up common criteria for the identification and believes that the application of the look-trough approach to “investment related undertakings” should be mandatory, regardless whether it is likely to determine a lower SCR. An “investment related undertaking” is the one that holds assets on behalf of the parent undertaking, supports its operations related to investments activities and does not run any other business than investing for the purpose of the parent undertaking.

6. Undertaking Specific Parameters (UPS)

  • The EC asked EIOPA to assess alternative methods for the calculation of the USP and of the group specific parameters built on UPSs.
  • Some stakeholders claimed that expert judgement should be used where data are not complete; others suggested relaxing the criteria for line of business that are not material. A methodology to compute UPS for lapse risk was proposed, and country specific shocks were suggested as a way to calibrate mortality and longevity risk. Some stakeholders requested to use USP for correlation and some parts of the market risk. Some stakeholders proposed to calculate GSPs as a weighted average of the USPs.
  • EIOPA believes that some flexibility regarding the data completeness already exists and that non material risks should be rather treated via simplified calculations. The method proposed for the lapse risk does not meet the SF requirements; likewise, country specific shocks are not in line with the framework of the Directive. Correlations and market risk are not in scope of USP. EIOPA does not advice building GSP by using USP: data of solo undertakings viewed at group level can be different than data at solo level and the weighted average is not appropriate for standard deviations.

7. Loss Absorbing Capacity of Deferred Tax (LAC DF)

  • The EC asked EIOPA to report on the different methods currently applied and on their impact regarding LAC DT.
  • EIOPA has reported some data, but has not yet come up with any advice on possible changes in the Delegated Regulation. EIOPA hypothesises that five factors influence the amount of LAC DF: applicable tax rate, tax regime, net DTL on the balance sheet, size of the undertaking and solvency ratio.

Mini-bond e PMI: la performance operativa delle emittenti
di Davide Fonti, Giancarlo Giudici, Gianluca Premoli e Edoardo Tunesi

Lug 31 2017
Mini-bond e PMI: la performance operativa delle emittenti  di Davide Fonti, Giancarlo Giudici, Gianluca Premoli e Edoardo Tunesi

Storicamente le PMI italiane hanno mostrato una forte dipendenza dai finanziamenti bancari e un ridotto accesso al mercato mobiliare. Grazie a diversi provvedimenti legislativi, introdotti a partire dal 2012, questa tendenza è parzialmente cambiata, permettendo lo sviluppo del mercato italiano delle obbligazioni anche tra le PMI, i cosiddetti ‘mini-bond’.

Al 30 giugno 2017, secondo i dati dell’Osservatorio Mini-Bond del Politecnico di Milano (www.osservatoriominibond.it) si contavano ormai sul mercato 157 emissioni di mini-bond da parte di 109 imprese italiane che si qualificano come PMI. La Tabella 1 mostra le principali caratteristiche delle emissioni nel corso degli anni. Come si può notare, la cedola (nella quasi totalità fissa), che dipende da diversi fattori, tra cui in primis il rischio di insolvenza dell’emittente, mostra un andamento decrescente in linea con l’andamento dei tassi di interesse; il valore medio è 5,4%. Quasi tutte le emissioni da parte di PMI (105 su 109) hanno un valore sotto € 50 milioni. Ancora limitato è il ricorso a rating e garanzie (presenti rispettivamente nel 25,0% e nel 19,2% dei casi), forse a causa dei costi correlati. Tra le emissioni che presentano eventuali opzioni, risulta più alta la percentuale di quelle con opzione sia call che put (37,5%). La percentuale di emissioni con covenant è piuttosto alta (60,5%): si può pensare che per collocamenti di piccola dimensione il ricorso ai covenant sia preferito rispetto alle garanzie per il minore costo di incidenza.

La maggioranza delle PMI, precisamente il 43%, hanno un fatturato compreso tra € 10 milioni e € 50 milioni. Osservando la distribuzione delle emissioni per localizzazione geografica, risulta evidente la prevalenza del Nord Italia (66%). In testa rimane la Lombardia con 33 PMI, seguono Trentino Alto-Adige e Veneto con rispettivamente con 14 e 12 imprese.

Gli investitori istituzionali come fondi, SIM e assicurazioni sono sempre più attenti ai mini-bond, come interessante alternativa per la diversificazione di portafoglio e per la ricerca di rendimenti crescenti, vista la situazione ormai cronica dei tassi di interessi vicini a zero, se non negativi. Non va poi dimenticato che i mini-bond consentono alle PMI di diversificare le fonti di finanziamento e disporre di capitali per progetti di lungo termine, o semplicemente per consolidare la leva finanziaria. Diventa quindi interessante analizzare la performance operativa delle PMI emittenti, prima e dopo il collocamento dei mini-bond. A tale scopo attraverso il database AIDA sono stati calcolati i valori medi e mediani relativi ad alcuni indici di redditività e di liquidità, riportati nella Tabella 2, limitando l’attenzione alle 98 PMI che hanno collocato mini-bond fino al 31 dicembre 2016.

Per quanto riguarda gli indicatori di redditività return on equity (ROE), ovvero utile netto su patrimonio netto, e return on assets (ROA), definito come margine operativo netto su totale dell’attivo, si può evidenziare un trend negativo della media dall’anno di emissione in poi. Ma osservando la distribuzione dei valori mediani, si può invece cogliere come i valori medi siano fortemente influenzati da alcuni casi specifici. Infatti, i valori mediani degli indici presentano una certa stabilità e in taluni casi una lieve crescita.

Allo stesso modo, l’indicatore EBITDA (margine operativo lordo) su vendite da fatturato presenta un andamento simile, con una lieve crescita che caratterizza soprattutto le emittenti del 2016. Proseguiamo ora con l’indice di liquidità quick ratio, ovvero il rapporto fra attivo circolante al netto delle scorte e passività a breve termine. In questo caso, valori medi e mediani sono concordi nel mostrare un miglioramento dell’indicatore nel breve termine, grazie alla raccolta di liquidità proveniente dai mini-bond che solitamente hanno invece scadenza nel medio-lungo termine. Infine, il valore mediano della leva finanziaria (leverage) non mostra una crescita significativa, a sottolineare che il mini-bond non va a saturare ulteriormente la situazione di indebitamento delle PMI.

A conclusione di questa indagine, è interessante osservare il tasso di crescita medio del fatturato consolidato, definito dal compounded annual growth rate (CAGR), calcolato in Tabella 3 a cavallo delle emissioni di mini-bond da parte delle PMI fra il 2013 e il 2015.

Il valore medio è positivo per tutti i cluster considerati, con un incremento medio annuale che va da +11,60%  a +39,98% (valore mediano fra +3,96% e +10,24%). Osservando il dato per le emissioni 2015, per le quali disponiamo dei numeri solo fino all’anno di collocamento, possiamo vedere come le PMI che emettono mini-bond mediamente crescano in misura significativa anche prima della raccolta di capitale. I valori del primo quartile sono negativi: ciò significa che un quarto delle imprese registra una decrescita del fatturato. Allo stesso modo, osservando invece i valori del terzo quartile, si può affermare che un quarto delle imprese registra tassi medi annuali di crescita superiori ai valori indicati, quindi particolarmente buoni.

Si può quindi affermare che la maggioranza delle PMI italiane che hanno emesso mini-bond (ma non tutte) è caratterizzata da un aumento significativo del fatturato mentre l’effetto sulla redditività non è altrettanto positivo. In effetti, come ha evidenziato il 2° Report italiano sui mini-bond presentato al Politecnico di Milano a inizio 2017, diverse PMI utilizzano il capitale raccolto per fare nuovi investimenti (che tendenzialmente migliorano la redditività nel lungo termine) mentre altre semplicemente ristrutturano il debito esistente, allungandone la duration, e quindi senza particolari effetti attesi su redditività e crescita.

Parere ESA in materia di PRIIPs aventi finalità sociali e ambientali

Lug 31 2017

Le autorità di vigilanza europee (ESA) hanno presentato un Parere tecnico alla Commissione europea per fissare i requisiti minimi che i produttori di PRIIPS aventi finalità di carattere sociale o ambientale (detti anche PRIIPS EOS) devono rispettare affinché tali prodotti soddisfino le esigenze degli investitori retail.

Il produttore di un PRIIP EOS è, infatti, tenuto a dotarsi di misure di governance specifiche per garantire che siano soddisfatte le finalità ambientali o sociali del prodotto e che sia garantita la loro rilevanza durante tutto il processo di investimento.

Nel loro intervento, le ESA hanno fornito le seguenti raccomandazioni:

  • Il produttore di PRIIP che punta a obiettivi ambientali o sociali deve specificare chiaramente questi obiettivi, insieme ad una strategia adeguata e proporzionale per la loro realizzazione;
  • Il produttore PRIIP dovrebbe indicare chiaramente gli obiettivi e le modalità di realizzazione;
  • Il produttore PRIIP deve dotarsi delle misure di governance e di monitoraggio adeguate agli obiettivi prefissati e alla strategia delineata per il loro raggiungimento.
  • Il produttore PRIIP dovrebbe effettuare una revisione periodica dei progressi compiuti nel raggiungimento degli obiettivi specificati.

Il parere ESA specifica inoltre, per ciascuna di queste quattro aree, il risultato regolamentare richiesto e una valutazione delle regole esistenti.

Le Autorità hanno concluso che in questo momento la creazione di obblighi autonomi specifici e dettagliati per i PRIIP destinati a specifici obiettivi ambientali o sociali non sarebbe proporzionata. Le misure settoriali già esistenti o in fase di elaborazione offrono una base sufficientemente rigorosa e flessibile per una corretta regolamentazione dei PRIIP EOS.

Comunicato stampa
Parere Tecnico ESA