Assicurazioni unit-linked: l’EIOPA si appresta a lanciare una thematic review sulla condotta degli operatori di mercato

Lug 13 2016

L’EIOPA ha annunciato l’avvio di una thematic review a livello europeo della condotta dei partecipanti al mercato dei prodotti assicurativi di tipo unit-linked. Obiettivo dell’analisi è di indentificare potenziali fonti di rischio e di danno per i possessori delle polizze in virtù dei rapporti esistenti tra assicuratori e asset managers. In particolare, l’EIOPA intende analizzare l’impatto delle remunerazioni pagate dagli asset managers sulle scelte di investimento delle società di assicurazioni e gli effetti di tali scelte sui possessori delle polizze. Lo studio verterà su 3 aspetti chiave:

– Peculiarità degli incentivi monetari e delle forme di remunerazione;

– Gestione degli conflitti di interesse da parte degli assicuratori;

– Processo di strutturazione dei prodotti assicurativi unit-linked.

La review sarà condotta in stretta collaborazione con le autorità nazionali competenti che identificheranno le imprese assicurative che parteciperanno all’analisi e raccoglieranno i dati relativi al mercato di riferimento. Le imprese di assicurazione selezionate comunicheranno le informazioni richieste entro il mese di settembre 2016 e i risultati saranno pubblicati nella prima metà del 2017.

Il problema delle banche in Italia: ‘‘too little, too late’’
di Emilio Barucci e Carlo Milani

Lug 07 2016
Il problema delle banche in Italia: ‘‘too little, too late’’   di Emilio Barucci e Carlo Milani

La messa in sicurezza del sistema bancario italiano è oramai un tema inamovibile dell’agenda dei governi che si sono succeduti dallo scoppio della crisi finanziaria. L’accordo con la Commissione Europea in merito alla garanzia pubblica sulle emissioni di obbligazioni bancarie e il prospettato intervento pubblico in sede di aumento di capitale per salvare il Monte dei Paschi rappresentano gli ultimi episodi di una lunga saga.

Anche a causa della difficile situazione sul fronte del debito pubblico, i governi Monti e Letta non hanno brillato per prontezza e lungimiranza (basta ricordare l’ostinazione nel non voler fare la bad bank quando ancora le regole sugli aiuti di Stato lo permettevano). Complice la più dura recessione che l’Italia unita abbia vissuto, la ‘‘nuttata’’ non è passata.

Il Governo Renzi è stato più attivo, ma ancora l’azione appare essere in ritardo (sempre a rincorrere l’ultima emergenza) e troppo timida. Il Governo e il Parlamento hanno agito principalmente su due fronti. Da un lato, hanno cercato di modificare la governance e la struttura proprietaria delle banche italiane, non più al passo con il mutato contesto finanziario. Al riguardo, il governo è intervenuto sulla forma societaria delle banche popolari, inducendone la trasformazione in società di capitali nel caso di istituti di dimensione rilevante, nonché sulle banche di credito cooperativo, favorendo la creazione di una banca capofila. Da segnalare anche l’accordo con l’ACRI che prevede un limite alla concentrazione del portafoglio delle fondazioni bancarie onde evitare il controllo surrettizio delle banche. Nel complesso questi interventi vanno nella giusta direzione e sono destinati a produrre effetti positivi, ma, ahimè, non immediati.

Gli interventi sul fronte della solidità degli istituti di credito, ed in particolare sullo smaltimento delle sofferenze bancarie, sono stati meno efficaci. Il governo ha in primo luogo agito per snellire le procedure necessarie per il recupero del credito da parte delle banche in sede giudiziaria. Le misure avranno sicuramente un effetto positivo, anche qui purtroppo non sarà immediato in quanto riguardano soprattutto i nuovi rapporti di finanziamento e non lo stock di crediti che rappresenta il vero problema.

Le difficoltà dell’industria bancaria italiana sono evidenti se si osserva l’andamento dell’indice azionario del settore bancario (grafico 1). Tra i principali paesi europei, l’Italia è quella che ha visto l’indice perdere più terreno da inizio anno, con un calo superiore al 50 per cento. In Germania si è registrata una perdita del 40 per cento circa, in Francia e Spagna del 25 per cento circa, nel Regno Unito del 22 per cento. Come si osserva dal grafico la flessione ha avuto un’accelerazione dopo l’esito del referendum sulla Brexit.

Grafico 1. Indici azionari del settore bancario dei principali paesi europei
(base 100=1/1/2016)

Il tema della bad bank è stato ripreso dal governo Renzi ed è stato oggetto di un confronto improduttivo con la Commissione Europea. E’ emerso che oramai siamo fuori tempo massimo, le regole sugli aiuti di Stato non lo permettono più. Il confronto ha prodotto un topolino. Per cercare di ridurre il gap esistente tra la valutazione dei crediti in sofferenza iscritta nel bilancio delle banche e quella di mercato, e quindi per favorire il loro smaltimento via cartolarizzazione, è stata introdotta la Garanzia (pubblica ma onerosa) sulla Cartolarizzazione delle Sofferenze (GACS). Come descritto in un nostro precedente intervento (Barucci e Milani, 2016a), questo strumento non ha caratteristiche tali da permettere un’effettiva soluzione del problema delle sofferenze.  A riprova di questa affermazione abbiamo che allo stato attuale solo una banca (Popolare di Bari) risulta avere avviato tutte le pratiche necessarie per l’ottenimento della GACS.

Non sono mancate le sperimentazioni non proprio riuscite: Cassa di Risparmio di Teramo, Banca Popolare dell’Etruria, Banca delle Marche. Appurata l’impossibilità di utilizzare soldi pubblici e il Fondo di Tutela dei Depositi, si sono architettate complesse operazioni di sistema che hanno dispiegato i loro effetti quando le crisi erano oramai in stato di putrefazione. Il risultato è che non saranno i cittadini a pagare i salvataggi direttamente ma soltanto i clienti e gli azionisti delle banche sane. La differenza non appare apprezzabile!

Essendo evidenti i limiti della GACS, il Ministero dell’Economia ha ‘‘caldeggiato’’ la nascita del Fondo Atlante, che inizierà (si spera) a svolgere la funzione di bad bank di sistema nel corso di questa estate (si veda al riguardo Barucci e Milani, 2016b). Anche in questo caso un’operazione di sistema con i soldi di banche, compagnie di assicurazioni, fondazioni e CDP. Al momento il suo ruolo appare ben limitato: dopo il salvataggio di Banca Popolare di Vincenza e Veneto Banca, le risorse da destinare allo smaltimento delle sofferenze sono ben poca cosa. Si parla di un potenziamento del Fondo Atlante per soccorrere il Monte dei Paschi di Siena e smaltire le sofferenze. Bene, staremo a vedere.

Questi ultimi episodi portano con sé una grande lezione. Le crisi bancarie vanno tamponate il prima possibile con un’immissione ingente di capitale e, spesso, solo lo Stato è in grado di farlo (come fece Londra con RBS, Lloyds e Northern Rock). L’idea che il nuovo sistema europeo di risoluzione delle crisi bancarie non preveda un ruolo dello Stato si è rilevata una chimera. Anche solo nel caso di una banca media come Veneto Banca non possiamo permetterci di applicare il bail-in tout court senza incorrere in un rischio sistemico. La flessibilità prevista dal bail-in, che permette l’utilizzo di risorse pubbliche nel caso di rischio di crisi sistemica (come la situazione attuale), andrebbe utilizzata prontamente ma con una visione strategica più ampia, altrimenti il rischio è di rincorrere le crisi e di invocare lo stato di crisi ad ogni piè sospinto. Non ci si può limitare a questo, qualche riflessione in più andrebbe fatta sulla qualità del management bancario, sulle strategie di medio-lungo termine e sul ruolo dell’autorità di vigilanza.

Nel tentativo di tranquillizzare i mercati, il Governo italiano ha raggiunto un accordo con la Commissione Europea che prevede la possibilità di concedere, entro il 2016, delle garanzie, fino a un massimo di 150 miliardi di euro, sulle emissioni obbligazionarie senior delle banche italiane senza far scattare la sanzione di aiuti di Stato e la conseguente applicazione del bail-in. Questo strumento straordinario potrà essere utilizzato esclusivamente dalle banche che ne facciano richiesta e che comunque non siano in una situazione di dissesto finanziario. In altri termini, questo intervento potrà risolvere potenziali problemi di liquidità che le banche italiane potrebbero avere nella seconda metà del 2016 per gli effetti della Brexit.

Dal grafico 2 si può osservare come lo strumento delle garanzie pubbliche concesse sulle emissioni obbligazionarie sia stato ampiamente utilizzato in Europa subito dopo il default di Lehman Brothers del settembre 2008. Nel corso del tempo questo strumento emergenziale ha via via perso di rilevanza nel contesto europeo. In Italia si è osservato un andamento in controtendenza. Secondo gli ultimi dati disponibili, relativi al 2013, in Italia le garanzie pesano per circa il 5 per cento del Pil (80 miliardi di euro in valore assoluto). Occorre anche osservare che il maggiore attivismo della Banca Centrale Europea, che con il quantitative easing e le TLTRO II sta iniettando grandi quantità di moneta nel mercato europeo, ha ridotto le tensioni legate alla liquidità.

In definitiva, quest’ultimo intervento volto ad offrire una garanzia alle obbligazioni bancarie, difficilmente verrà attivato, sia per la disponibilità di liquidità (anche eccezionale) erogata dalla BCE sia perché le banche che dovessero farne richiesta segnalerebbero ai mercati le loro difficoltà. Sicuramente questo ulteriore intervento non potrà far nulla sul fronte delle sofferenze. Insomma non siamo davvero di fronte all’ennesima annunciata svolta.

Grafico 2. Garanzie pubbliche erogate a favore delle banche (in % del Pil)

Bibliografia

Barucci E., Milani C. (2016a), GACS: solo un piccolo passo verso la pulizia dei bilanci bancari, FinRiskAlert.it.

Barucci E., Milani C. (2016b) Finalmente il fondo Atlante: sarà piccolo ma è pur sempre una bad bank, FinRiskAlert.

EBA: annunciati i dettagli dell’esercizio di trasparenza 2016

Lug 07 2016

L’EBA ha reso noto che condurrà un esercizio di trasparenza nel mese di dicembre 2016 su un campione composto da più di 100 banche europee. Obiettivo dell’analisi è di fornire informazioni sui bilanci delle banche sulla base dei dati comunicati alle autorità di vigilanza. Sebbene costituisca uno strumento indipendente, l’esercizio di trasparenza 2016 andrà ad affiancare lo stress test appena condotto così da integrare le informazioni disponibili.
L’esercizio, che avrà ad oggetto i bilanci delle banche nel periodo dicembre 2015 – giugno 2016, sarà avviato nel mese di settembre e i risultati saranno pubblicati ad inizio dicembre, congiuntamente con la pubblicazione del Risk Assessment Report.

Comunicato stampa

MPS: parere positivo dell’ESMA al divieto di vendite allo scoperto disposto dalla Consob

Lug 07 2016

L’Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati (ESMA) ha espresso, tramite la pubblicazione di un parere ufficiale, il suo accordo sul divieto temporaneo di posizioni nette corte sul titolo Banca Monte dei Paschi di Siena (MPS), disposto dalla Consob ai sensi del Regolamento comunitario in materia di short selling.
Tale misura di emergenza, in vigore dal 7 luglio al 5 ottobre 2016, proibisce le vendite allo scoperto di azioni MPS e le operazioni ribassiste compiute tramite strumenti finanziari derivati che abbiano come sottostante le azioni MPS. Il divieto si applica, inoltre, indipendentemente dalle modalità di negoziazione (mercati italiani, esteri e OTC) e riguarda anche agli operatori market maker. Sono esenti dal divieto le operazioni su strumenti finanziari che abbiano come sottostante indici di cui MPS faccia parte.

Alla luce delle circostanze attuali e dei potenziali rischi alla stabilità del sistema finanziario italiano, l’ESMA considera appropriata la misura adottata dalla Consob.

Comunicato stampa
Parere ESMA

Chiarimenti EBA su stress test 2016 e SREP

Lug 07 2016

L’EBA ha divulgato nuove informazioni sullo stress test 2016 del sistema bancario condotto a livello europeo. In particolare, l’aggiornamento riguarda il modo in cui i risultati dello stress test confluiranno nel processo SREP (Supervisory Review and Evaluation Process) della BCE. I punti chiave individuati sono i seguenti:

– Lo stress test 2016 non prevede una soglia minima di capitale da rispettare. Obiettivo principale dei test è di fornire uno strumento di vigilanza i cui risultati costituiranno un input cruciale del processo SREP;

– I risultati permetteranno alle autorità di vigilanza di valutare la capacità delle banche di far fronte ai requisiti patrimoniali richiesti in condizioni di mercato avverso;

– Nel caso in cui le autorità competenti individuino situazioni di debolezza patrimoniale che possano portare ad eventuali violazioni dei requisiti patrimoniali, potrà essere utilizzato lo strumento della “capital guidance” per valutare l’effettivo stato di vulnerabilità della banca;

– La capital guidance sarà posta ad un livello maggiore rispetto ai requisiti patrimoniali obbligatori (minimi e addizionali) e dovrà essere integrata nei piani di risk management delle istituzioni finanziarie;

– La capital guidance non costituisce una forma di requisito patrimoniale vincolante e non potrà determinare in modo automatico alcuna limitazione alla determinazione e alla distribuzione dei dividendi (MDA o Maximum Distributable Amount);

– Le autorità competenti controlleranno i livelli di capital guidance e le modalità di implementazione della nuova metrica nei processi di risk management e capital planning delle banche.

Comunicato stampa
Information Update on 2016 EU-wide stress test

Avviata consultazione EBA su linee guida in materia di disclosure per il settore bancario UE

Lug 07 2016

L’EBA ha pubblicato un documento di consultazione riguardante le linee guida sui requisiti regolamentari in materia di disclosure in seguito all’aggiornamento dei requisiti di Terzo Pilastro adottati dal Comitato di Basilea nel gennaio 2015. Tali linee guida rientrano nell’attività svolta dall’EBA per migliorare la convergenza in tema di informativa e favorire la disciplina di mercato.
Obiettivo delle disposizioni è quello di supportare le istituzioni finanziarie europee nel conciliare i requisiti posti dalla disciplina CRR (Capital Requirements Regulation) con i nuovi obblighi di Terzo Pilastro che entreranno in vigore il 31 dicembre 2016.
Le misure proposte si applicheranno alle istituzioni a rilevanza sistemica globale (G-SII) e alle altre istituzioni a rilevanza sistemica (O-SII) a partire dagli obblighi informativi di fine 2017. Ciò nonostante, l’EBA raccomanda alle istituzioni G-SII di implementare almeno una parte delle nuove disposizioni informativi in tema di risk-weighted asset e requisiti patrimoniali già entro la fine del 2016. Questo permetterebbe di disporre di un set informativo analogo e facilmente comparabile rispetto alle altre grandi istituzioni finanziarie internazionali.

La consultazione avrà termine il 29 settembre 2016.

Comunicato stampa
Documento di consultazione

FSB: in consultazione le raccomandazioni in materia di vulnerabilità strutturali del settore dell’asset management

Lug 07 2016

Il Financial Stability Board (FSB) ha pubblicato in consultazione il documento “Proposed Policy Recommendations to Address Structural Vulnerabilities from Asset Management Activities” che fornisce 14 linee guida alla luce delle principali vulnerabilità poste dalle attività di asset management. In particolare, si individuano i seguenti rischi per la stabilità dei mercati finanziari:

– Sbilanciamento tra condizioni e modalità di investimento e disinvestimento in fondi;

– Livello di leverage;

– Rischi operativi e sfide legate alla modifica delle politiche di investimento in condizioni di stress finanziario;

–  Attività di prestito titoli.

Le raccomandazioni raccolte nel documento hanno l’obiettivo di fornire alle autorità di vigilanza e agli asset manager gli strumenti e le informazioni necessarie per individuare e affrontare i rischi elencati.

La consultazione avrà termine il 21 settembre 2016

Comunicato stampa
Raccomandazioni FSB in materia di vulnerabilità nell’asset management

Brexit or Bremain ? Evidence from bubble analysis
di Marco Bianchetti, Davide Galli, Camilla Ricci, Angelo Salvatori e Marco Scaringi

Giu 21 2016
Brexit or Bremain ? Evidence from bubble analysis   di Marco Bianchetti, Davide Galli, Camilla Ricci, Angelo Salvatori e Marco Scaringi

Abstract

We applied the Johansen-Ledoit-Sornette (JLS) model to detect possible bubbles and crashes related to the Brexit/Bremain referendum scheduled for 23rd June 2016. Our implementation includes an enhanced model calibration using Genetic Algorithms. We selected a few historical financial series sensitive to the Brexit/Bremain scenario, representative of mutiple asset classes.

We found that equity and currency asset classes show no bubble signals, while rates, credit and real estate show super-exponential behaviour and instabilities typical of bubble regime. Out study suggests that, under the JLS model, equity and currency markets do not expect crashes or bursts following the referendum results, thus supporting a Bremain scenario. Instead, rates and credit markets consider the referendum a risky event, expecting either a Bremain scenario or a Brexit scenario edulcorated by central banks intervention. In the case of real estate, a crash is expected, but its relationship with the referendum results is questionable.

1.    Brexit or Bremain ?

On Dec. 17, 2015 the Parliament of the United Kingdom approved the European Union Referendum Act 2015 to hold a referendum on whether the United Kingdom should remain a member of the European Union (EU).

The referendum will be held* on Jun. 23, 2016, with the following Q&A:

  • Q: ”Should the United Kingdom remain a member of the European Union or leave the European Union?
    • A1: “Remain a member of the European Union”
    • A2: “Leave the European Union”

In case of Brexit decision, there is no immediate withdrawal. Instead, a negotiation period begins to establish the future relationship between UK and EU. The negotiation length is two years, extendible. For example, the agreements between EU and Switzerland took 10 years of negotiations.

Referendum campaigning has been suspended on 16th June 2016 following the shooting of Labour MP Jo Cox. This event has had a strong impact on the public opinion, rapidly changing the opinion polls and possibly the attitude of the country.

Forecasting the results of the 23rd June 2016 referendum is clearly a very challenging task. There exist at least three sources of forecast data:

  • Opinion polls [5] [7]
  • Bookmakers betting odds [6]
  • Market data [7]

In this paper we recur to a different forecasting approach, described in the next section.

2.    Methodology

We applied a forecasting methodology based on the Johansen-Ledoit-Sornette (JLS) model, developed since the 90s at ETHZ by D. Sornette and co-authors [1][2]. The JLS model is extensively applied to detect bubbles, crashes and crisis analysis in many fields. For applications in finance see e.g. the Financial Crisis Observatory [3].

The JLS model assumes that, during a bubble regime, the asset mean value follows a super-exponential path showing log-periodic instabilities, the so called Log-Periodic Power-Law function, up to a critical time tc, representing the most probable time for a possible crash event,

LPPL(t) = A + B (tc – t)m + C (tc – t)m cos(ω log(tc – t) + φ).

The seven JLS parameters (A, B, C, m, ω, φ, tc) must be calibrated to fit the asset’s historical series.

 Our implementation of the JLS model is based on JLS papers [1][2], enhanced with robust global optimization methods, i.e. Genetic Algorithms for model calibration [4].

 We applied the JLS model to a selection of historical financial series sensitive to the current Brexit/Bremain scenario. For each series, we have run multiple model calibrations with different calibration windows, to ensure the stability of the observed results.

 3.    Results

The results are reported in the following figures Figure 1Figure 8, and the comments are included in their corresponding captions.

Figure 1

  • Source: Brexit Equity Index (Bloomberg BBRXEQT Index), basket of 10 UK stocks designed to reflect British exposure to the EU across different sectors. Data up to Friday 17th June 2016.
  • Comments: the historical series shows a decreasing trend, but no super-exponential behaviour and instabilities typical of bubble regime. In fact, the JLS model (LPPL fit) does not propose valid bubble and crash signals.
  • Interpretation: market participants are currently suspicious about UK stock market, but do not actually fear either a crash following Brexit or a burst following Bremain.

 

Figure 2

  • Source: gold prices (Bloomberg XAU BGN Crncy). Data up to Friday 17th June 2016.
  • Comments: the historical series shows an increasing trend, but no super-exponential behaviour and instabilities typical of bubble regime. In fact, the JLS model (LPPL fit) does not propose valid bubble and crash signals.
  • Interpretation: market participants are currently refuging into gold, but do actually fear neither a burst following Brexit nor a crash following Bremain. This result is consistent with the BBRXEQT and GBPUSD FX rate observations.

 

Figure 3

  • Source: GBP/USD FX rate (Bloomberg GBPUSD BGN Crncy). Data up to Friday 17th June 2016.
  • Comments: the historical series shows an erratic trend, no super-exponential behaviour and instabilities typical of bubble regime. In fact, the JLS model (LPPL fit) does not propose valid bubble and crash signals.
  • Interpretation: market participants but do not actually fear either a crash following Brexit or a burst following Bremain. This result is consistent with the BBRXEQT and GBPUSD FX rate observations.

 

Figure 4

  • Source: GBP/EUR FX rate (Bloomberg GBPEUR BGN Crncy). Data up to Friday 17th June 2016.
  • Comments: as for GBP/USD
  • Interpretation: as for GBP/USD.

 

Figure 5

  • Source: FTSE ORB Total Return GBP Index (Bloomberg TFTSEORB Index), includes GBP fixed coupon Corporate bonds trading on LSE across different industry sectors and maturity bands. Data up to Friday 17th June 2016.
  • Comments: the historical series shows an upward trend (due to the overall lowering discount rates, driven by lowering GBPLibor w.r.t. increasing GBP credit spreads) and super-exponential growth and instabilities typical of bubble regime. In fact, the JLS model (LPPL fit) propose several valid crash signals around 23th June.
  • Interpretation: market participants consider the referendum a risky event for corporate bonds, expecting either a Bremain scenario or the BoE intervention in case of Brexit.

 

Figure 6

  • Source: GBPLibor3M vs GBP OIS 3M (Bloomberg BP003M Index – BPSWSC Crncy). Measures the London interbank credit and liquidity risk on 3M time horizon relative to overnight horizon. Data up to Friday 17th June 2016.
  • Comments: the historical series shows super-exponential behaviour and instabilities typical of bubble regime. In fact, the JLS model (LPPL fit) does propose valid bubble and crash signals around 24th June.
  • Interpretation: market participants expect that the basis spread will crash back to lower values, corresponding to lower credit and liquidity risk in the London interbank market. This result is consistent with the FTSE ORB observations.

 

Figure 7

  • Source: Euribor3M vs EUR OIS 3M (Bloomberg EUR003M Index – EUSWEC Crncy). Measures the EUR interbank credit and liquidity risk on 3M time horizon relative to overnight horizon. Data up to Thursday 16th June 2016.
  • Comments: the historical series shows a decreasing trend but no super-exponential behaviour and instabilities typical of bubble regime. In fact, the JLS model (LPPL fit) does not propose valid bubble and crash signals.
  • Interpretation: market participants but do not actually fear either a crash following Brexit, also because the expected ECB intervention, or a burst following Bremain.

 

Figure 8

  • Source: UK house price index 8. Data up to April 2016 (this data is updated with delay).
  • Comments: the historical series shows an increasing trend with super-exponential behaviour and instabilities typical of bubble regime. In fact, the JLS model (LPPL fit) does propose valid bubble and crash signals around June.
  • Interpretation: the trend remembers those observed during the 2008 subprime crisis. Market participants expect a crash, but its relationship with the referendum is questionable, since the growth regime started before the current Brexit/Bremain context, and more recent UK HPI data would be needed to to establish a relationship.

 

Table 1: summary of JLS bubble signals (col. 4) from figures Figure 1Figure 8.

4.    Conclusions

We applied a forecasting methodology based on the Johansen-Ledoit-Sornette (JLS) model, developed since the 90s by D. Sornette at ETHZ and co-authors [1][2], and extensively applied to detect bubbles, crashes and crisis analysis in many fields [3]. Our implementation includes an enhanced model calibration using robust global optimization methods, i.e. Genetic Algorithms [4].

We applied the JLS model to a selection of historical financial series sensitive to the current Brexit/Bremain scenario, representative of equity (BBRXEQT), currency (Gold, GBPUSD and GBPEUR fx), rates and credit (FTSE ORB, GBP and EUR Libor – OIS basis), and real estate (UK HPI) asset classes.

We found the following evidence:

  • equity and currency asset classes show no bubble signals,
  • rates, credit and real estate show super-exponential behaviour and instabilities typical of bubble regime, with the exception of Euribor-EUR OIS basis.

Out study suggests that, under the JLS model, the following interpretations can be drawn:

  • equity and currency: market participants coherently do not expect crashes or bursts following the referendum results, thus supporting a Bremain scenario.
  • Rates and credit: market participants coherently consider the referendum a risky event for the London market, expecting either a Bremain scenario or a Brexit scenario edulcorated by central banks intervention.
  • In the case of real estate, market participants expect a crash, but its relationship with the referendum results is questionable.

 


* We stress that this paper was delivered on 21st June 2016, before the referendum scheduled for 23rd June 2016.


[1]      D. Sornette, “Dragon-kings, black swans and the prediction of crises”, Swiss Finance Institute Research Paper, no. 09-36, 2009.

[2]      A. Johansen, O. Ledoit, and D. Sornette, “Crashes as critical points”, International Journal of Theoretical and Applied Finance, vol. 3, no. 02, pp. 219-255, 2000.

[3]      ETHZ Financial Crisis Observatory

[4]      A. Salvatori, “Stochastic Models for Self-Organized Criticality in Financial Markets“, Msci Physics Thesis, Università degli Studi di Milano, Mar. 2016.

[5]      Opinion polls: see e.g. Wikipedia

[6]      Bookmakers betting odds: see e.g. Oddschecker

[7]      Bloomberg, Brexit watch indicators

[8]      UK house price index

 

6.    Disclaimer and acknowledgments

Disclaimer

The views and the opinions expressed in this document are those of the authors and do not represent the opinions of their employers. They are not responsible for any use that may be made of these contents.

The opinions, forecasts or estimates included in this document strictly refer to the document date, and there is no guarantee that future results or events will be consistent with the present observations and considerations.

This document is written for informative purposes only, it is not intended to influence any investment decisions or promote any product or service.

Acknowledgments
The authors gratefully acknowledge Luca Lopez for fruitful discussion and analysis at the early stage of this project.

Solvency II: consultazione IVASS sulle modifiche alle disposizioni in materia di redazione dei documenti contabili

Giu 21 2016

L’IVASS ha pubblicato il Documento di consultazione n. 11/2016 riguardante le proposte di modifica alla disciplina di bilancio delle imprese di assicurazione in recepimento della disciplina Solvency II. In particolare, il documento propone la modifica ai seguenti Regolamenti:

– Regolamento ISVAP n. 22 del 4 aprile 2008 concernente le disposizioni e gli schemi per la redazione del bilancio di esercizio e della relazione semestrale delle imprese di assicurazione e di riassicurazione;

– Regolamento ISVAP n. 7 del 13 luglio 2007 concernente gli schemi per il bilancio delle imprese di assicurazione e di riassicurazione che sono tenute all’adozione dei principi contabili internazionali.

La consultazione avrà termine il 31 agosto 2016.

Documento di consultazione IVASS n. 11/2016

Pubblicate valutazioni del Comitato di Basilea sull’implementazione delle disposizioni in materia di SIB

Giu 21 2016

Il Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria ha pubblicato le valutazioni sullo stato dei lavori di recepimento delle normative riguardanti le banche di rilevanza sistemica globale e domestica (rispettivamente G-SIB e D-SIB). In particolare, il Comitato ha esaminato l’attività svolta nelle 5 giurisdizioni di appartenenza delle istituzioni G-SIB: Cina, Unione Europea, Giappone, Svizzera e Stati Uniti.

Per quanto riguarda la normativa G-SIB, in generale il responso dell’analisi è stato positivo. L’implementazione del quadro normativo è ritenuta “compliant” (si tratta del più alto tra i 4 possibili livelli di valutazione) in tutte le giurisdizioni oggetto di studio.

Per la disciplina sulle D-SIB, le evidenze mostrano che gli impianti normativi istituiti dalle singole giurisdizioni sono in gran parte allineati ai principi dettati dal Comitato. Alcune differenze, però, sono state riscontrate nelle previsioni riguardanti i requisiti addizionali e le politiche da adottare nei confronti delle istituzioni D-SIB. Data la natura “principles-based” della disciplina D-SIB, non è stata attribuita alcuna valutazione in merito all’applicazione da parte delle giurisdizioni membri.

L’analisi rientra nelle attività svolte dal Comitato ai sensi del programma RCAP (Regulatory Consistency Assessment Programme), volto a valutare l’applicazione da parte delle giurisdizioni membri degli standard regolamentari approvati.

Comunicato stampa
Report Cina
Report Unione Europea
Report Giappone
Report Svizzera
Report Stati Uniti