Primo BTP Green: l’Italia e la finanza sostenibile
a cura di Davide Stocco

Mar 05 2021
Primo BTP Green: l’Italia e la finanza sostenibilea cura di Davide Stocco

Con il Comunicato Stampa N. 35 del 25/02/2021 ([1]) il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) ha annunciato la pubblicazione del “Green Bond Framework” ([2]), quadro di riferimento dei primi BTP “Green” italiani. Con questa novità l’Italia entra nel mercato del debito sovrano collegato alla finanza sostenibile dando un nuovo impulso alla strategia di sostenibilità ambientale del paese. Ad ora è stato comunicato un tetto massimo teorico di emissioni per i soli investitori istituzionali di 35 miliardi di euro che potranno variare dipendentemente dalle condizioni di mercato e dalla domanda. I fondi raccolti verranno utilizzati per rifinanziare retroattivamente spese già effettuate nel periodo 2018-2020 e per coprire quelle previsionali del 2021.

Prima di entrare nei dettagli più tecnici dei “Green bond” italiani, facciamo il punto sul contesto internazionale e storico in cui questi si inseriscono.

  1. Green bond: cosa sono?

Le “obbligazioni verdi”, o “Green Bond”, sono strumenti finanziari che fanno parte dell’insieme dei “Thematic bond”, ossia titoli di debito che condizionano i fondi ottenuti per finanziare progetti di impatto sociale ed ambientale. In questa famiglia troviamo i “Green bond”, di matrice ambientale, i “Social bond”, di impatto sociale, ed infine i “Sustainability Bonds”, che coniugano i due precedenti. Questo tipo di obbligazione è relativamente nuova e ha trovato una crescita notevole dal 2007, anno in cui la European Investment Bank (EIB) ha emesso il primo “Green Bond” denominato “Climate Awareness Bond” (CAB).

Nonostante la EIB abbia raccolto a fine 2020 EUR 33.7 miliardi in CAB e la Banca Mondiale abbia emesso in 20 monete diverse un totale di USD 13 miliardi di “Green Bond” dal 2008 ad oggi, gli esempi di obbligazioni statali sono pochi e assai più recenti. L’apripista è stata la Polonia a dicembre 2016 a cui sono seguite Francia (gennaio 2017), Belgio (febbraio 2018) e Lituania e Irlanda, entrambe nella primavera 2018. Nel 2019 si sono uniti anche i Paesi Bassi e lo scorso anno Germania, Svezia e Ungheria hanno sperimentato questo nuovo strumento. I fondi raccolti da questi stati finanziano progetti nazionali volti a diminuire il loro “carbon footprint”, come ad esempio investendo in impianti di energie rinnovabili, trasporto a basse emissioni, lotta all’inquinamento idrico e tutela della biodiversità.

Per i prossimi anni si prevede un crescente interesse in questi strumenti finanziari. La Banca Svedese SEB prevede una emissione globale di “Thematic Bond” per il 2021 che va da 708 a 786 miliardi di dollari (dai 510 ai 550 miliardi di dollari per i soli “Green Bond”) per scenari più o meno favorevoli a una transizione sostenibile. Questo rappresenterebbe un aumento dal 30 al 45%, rispettivamente, sul volume degli stessi strumenti finanziari del 2020.

2. Quando un Bond può definirsi Green?

Al momento non esiste uno standard globale per certificare se un determinato bond possa essere definito “Green”. I principi su cui il BTP “Green” italiano si basa derivano dalle linee guida elaborate dall’International Capital Market Association (ICMA) [4]. Le direttive ICMA sono riassumibili nei seguenti punti: per prima cosa, chi emette un titolo deve identificare con chiarezza la destinazione dei proventi. In secondo luogo, si devono seguire procedimenti particolari per la valutazione e selezione dei progetti. Quindi, chi emette l’obbligazione deve garantire la massima trasparenza nel comunicare la gestione dei fondi raccolti. Infine, report dettagliati devono essere prodotti e resi disponibili per mantenere aggiornati gli investitori sull’avanzamento dei progetti finanziati.

3. Il BTP Green Italiano più da vicino

Durante il processo di strutturazione del quadro di riferimento dei BTP “Green”, il MEF è stato supportato da due banche selezionate tra gli Specialisti in titoli di Stato in veste di “structuring advisors: Crédit Agricole Corp. Inv. Bank e Intesa Sanpaolo S.p.A. Inoltre, la documentazione è stata sottoposta a una secondo parere indipendente da parte di Vigeo Eiris [5] che ha assegnato un giudizio “Advanced”.

Oltre alle direttive ICMA, il prodotto finanziario proposto cerca di allinearsi il più possibile alla bozza “EU Green Bond Standards”, attualmente sui tavoli di discussione dell’Unione Europea. I fondi raccolti verranno utilizzati dallo stato italiano per contribuire alla realizzazione di vari obiettivi ambientali in linea con la tassonomia europea delle attività sostenibili (processo di “positive screening”) come mitigazione dei cambiamenti climatici, uso sostenibile e protezione delle risorse idriche, transizione verso un’economia circolare, protezione e ripristino della biodiversità. Tutte queste attività saranno in linea con molteplici obiettivi dell’Agenda 2030 dell’Onu (SDGS – Sustainable Development Goals) [6], sottoscritta anche dall’Italia il 25 settembre 2015.

Nel Documento redatto dal MEF sono esplicitate inoltre tutte quelle spese che non potranno in alcun modo essere finanziate con i soldi raccolti dai “Green Bond” (processo di “negative screening”) come estrazione e lavorazione di combustibili fossili, fissione nucleare, lavorazione e produzione di bevande alcoliche, contratti militari o di produzione di armi e altre attività tipicamente escluse da investimenti ESG.

Infine, per garantire gli standard ICMA per i “Green Bond”, verranno rese pubbliche con frequenza annuale le rendicontazioni denominate “Italian Sovereign Green Bond Allocation and Impact Report” che serviranno agli investitori per conoscere nel dettaglio come verranno spesi i propri soldi investiti. Tale rapporto includerà lo stato di avanzamento di emissione dei titoli green e conterrà una scheda sulla realizzazione dei progetti finanziati. Prima della pubblicazione, tale rapporto verrà inoltre verificato e vagliato da un organismo indipendente.

4. La prima tranche di emissioni: 3 Marzo 2021

A distanza di una settimana dal Comunicato Stampa N. 35, il MEF ha annunciato nelle giornate del 3 e 4 Marzo (rispettivamente [7] e [8]) i primi risultati dell’emissione e del collocamento del BTP “Green”. Nei comunicati stampa si legge che il primo titolo statale “Green” italiano avrà scadenza 30 aprile 2045 e cedola annua dell’1.50% pagato in due cedole semestrali (Codice ISIN IT0005438004). Il titolo è stato collocato al prezzo di 99.168 corrispondente ad un rendimento lordo annuo all’emissione dello 1.547%.

All’operazione hanno partecipato 530 investitori per una domanda totale di oltre 80 miliardi di euro, stabilendo il record di richieste nelle emissioni inaugurali di “Green Bond” sovrani nel vecchio continente. Complessivamente ai “fund manager” (investitori ESG) è stata allocata oltre la metà del collocamento (53.1%) mentre le banche ne hanno sottoscritto il 18.5%. Il 24.3% è stato acquistato da investitori di lungo periodo (fondi pensione, assicurazioni, banche centrali ed istituzioni governative) e agli “hedge fund” è stato allocato circa il 3.6%. Il restante 0.5% è stato acquistato dalle imprese non finanziarie.

Guardando alla distribuzione geografica del titolo si nota come la partecipazione sia stata per gran parte di investitori esteri (circa il 73.7%) coinvolgendo oltre 40 paesi. I maggiori sottoscrittori sono stati Regno Unito (circa il 22.1%), e Germania, Austria e Svizzera (19.9%).

Il collocamento è stato effettuato tramite la costituzione di un sindacato composto da BNP Paribas, Crédit Agricole Corp. Inv. Bank, Intesa Sanpaolo S.p.A., J.P. Morgan AG e NatWest Markets N.V., che hanno vestito il ruolo di “lead manager”.

La transizione sostenibile è un processo politico, sociale nonché economico e per attuarla sono necessari ingenti finanziamenti. Il “Green bond” è una delle risorse che lo stato possiede per finanziare questo cambiamento e per dare la possibilità di “fare bene mentre si fa del bene” (“doing well while doing good”). Quanto durerà questa risposta positiva ai prodotti finanziari green e riusciranno questi ultimi a dare l’impulso necessario alla transizione sostenibile?

[1] Comunicato Stampa MEF N. 35:

https://www.mef.gov.it/ufficio-stampa/comunicati/2021/documenti/comunicato_0035.pdf

[2] Green Bond Framework:

http://www.dt.mef.gov.it/export/sites/sitodt/modules/documenti_it/debito_pubblico/presentazioni_studi_relazioni/documentazione_btp_green/Quadro_di_riferimento_per_lxemissione_di_Titoli_di_Stato_Green.pdf

[3] SEB, “The Green Bond: Your insight into sustainable finance”:

https://sebgroup.com/siteassets/large_corporates_and_institutions/our_services/markets/fixed_income/green_bonds/the-green-bond-04022021_final.pdf

[4] ICMA Green Bond Principles

https://www.icmagroup.org/assets/documents/Regulatory/Green-Bonds/Green-Bonds-Principles-June-2018-270520.pdf

[5] Second Party opinion di Vigeo Eiris

https://www.mef.gov.it/focus/documenti/btp_green/20210224_V.E_SPO_Italia_VF.PDF

[6] ONU, Agenda 2030:

https://unric.org/it/wp-content/uploads/sites/3/2019/11/Agenda-2030-Onu-italia.pdf

[7] Comunicato Stampa MEF N. 39

https://www.mef.gov.it/ufficio-stampa/comunicati/2021/Risultati-dellemissione-del-primo-BTP-Green/

[8] Comunicato Stampa MEF N. 40

https://www.mef.gov.it/ufficio-stampa/comunicati/2021/Dettagli-del-collocamento-del-primo-BTP-Green/

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