Rapporto BIS sugli algoritmi per l’esecuzione dei trade FX
a cura di Andrea Prampolini

Nov 14 2020

Un gruppo di studio della Bank for International Settlement ha pubblicato un interessante rapporto sul ruolo degli algoritmi di esecuzione nel mercato FX. Il documento, disponibile al link https://www.bis.org/publ/mktc13.pdf, presenta un quadro della rapida evoluzione elettronica del mercato valutario, che sta seguendo con qualche anno di ritardo l’analoga traiettoria del mercato azionario. Oggi una quota pari a circa il 20% del volume globale delle transazioni FX fatte da investitori istituzionali viene eseguito attraverso algoritmi, rispetto a oltre la metà nel mercato equity (fonte www.fxalgonews.com).

Dallo studio emergono alcuni dati interessanti: innanzi tutto il fatto che gli algoritmi di esecuzione FX hanno registrato un’attività particolarmente intensa nella fase di estrema volatilità di marzo 2020 collegata all’emergenza della pandemia di Covid-19, offrendo agli utilizzatori strumenti utili per ottimizzare il proprio accesso alla liquidità in una fase particolarmente concitata, senza che si verificassero episodi significativi di market disruption.

Il rapporto osserva con prudenza che si tratta di un segnale incoraggiante, anche se l’assenza di circuit breakers a livello centralizzato implica che l’onere della mitigazione dei rischi sistemici legati a eventuali comportamenti indesiderati o imprevisti da parte degli algoritmi ricade interamente sui partecipanti al mercato FX. A riguardo, l’adozione di tecniche di machine learning in questo contesto risulta ancora limitata, in particolare per quanto riguarda le applicazioni in modalità online.

A livello microstrutturale, il documento nota una nuova dinamica emergente nella struttura del mercato legata alla velocità di ricostituzione (replenishment) della liquidità; questa caratteristica acquista rilevanza all’affermarsi di algoritmi in grado di suddividere gli ordini in porzioni di minore entità per diluirne l’impatto sul mercato. Questa tendenza richiederà probabilmente lo sviluppo di nuovi indicatori di liquidità, rispetto a più tradizionali misure collegate alla profondità assoluta dell’order book.

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