1. EBA lancia gli stress test 2023. Sintesi
Il 31 gennaio EBA ha lanciato gli stress test 2021 per il panel rilevante di banche europee, 70 banche (rispetto alle 50 del 2021) che rappresentano il 75% della quota di mercato europea delle banche. Si veda (1).
Per l’Italia sono coinvolte ben otto banche: Intesa, Unicredit, BancoBPM, MPS, BPER, Iccrea, Cassa Centrale Banca, Mediobanca.
Prima delle considerazioni tecniche, alcuni aspetti di perimetro e contesto.
Lo stress test di quest’anno segue al cambiamento di rotta in tema di politica monetaria da parte di BCE, che ha visto l’innalzamento dei tassi con l’obiettivo di calmierare l’inflazione.
Come riportato da EBA nel sito,
“The adverse scenario assumes a hypothetical worsening of geopolitical tensions leading to a severe decline in GDP with persistent inflation and high interest rates. The adverse scenario is designed to ensure a significant severity of various macro-economic and financial shocks across all EU countries and, for the first time, depicts a breakdown of the shocks (on real gross value added) by economic sectors”.
Il processo di messa a punto degli stress test è stato simile a quello dei round precedenti, con una pubblicazione del draft metodologico in novembre, la pubblicazione di metodologia definitiva e scenari a fine gennaio, infine l’aspettativa di EBA di pubblicare i risultati finali nel luglio 2023. Il complesso coordinamento delle diverse funzioni della banca per la conduzione dell’esercizio implica che in febbraio si entra già nella fase “calda” del processo di stress test.
In relazione agli importanti avvenimenti economico e politici degli ultimi 18 mesi (rincaro dei costi dell’energia, guerra in Ucraina, deciso rialzo dei tassi da parte di BCE in risposta alla inflazione), dopo un breve riepilogo degli aspetti essenziali nella prossima sezione ci soffermeremo poi sulla quantificazione degli shock con qualche riflessione sulla loro calibrazione rispetto agli obiettivi di un esercizio di stress test.
2. Stress Test 2023. Elementi generali
La struttura generale degli stress test è rimasta invariata, come di desume dal confronto tra le guide metodologiche delle varie somministrazioni.
Riassumiamo:
- Static balance sheet assumption. L’esercizio per la parte di stock della banca ha come data di riferimento i dati di bilancio al 31.12.2022, e non vi sono ipotesi di modifica dei volumi legati a piani strategici o budget commerciali. Nei 3 anni 2022-2025 di orizzonte dello stress test, si fa quindi l’ipotesi di staticità dei dati della banca (per esempio, duration immutata dei portafogli).
- Tassonomia dei rischi. La nota metodologica EBA e i template che le banche devono popolare (una articolata e complessa serie di fogli Excel divisi per categorie di rischi), a parte alcune sezioni su rischio operativo e conduct risk obiettivamente di minore importanza, è suddivisa tra rischio di credito, rischi di mercato (comprensivi di CVA e counterparty risk), rischio di tasso del banking book e il suo effetto sul NII, net interest income
- Misure di impatto degli stress. EBA si sofferma su 2 tipologie di misure, cioè misure di P&L e di REA (risk weighetd exposure amount). Più precisamente, con P&L si intendono in senso lato gli effetti degli scenari di stress sulla redditività, questo copre tipi di ricavo molto diversi: dalle perdite sul trading proprietario, all’incremento di accantonamenti sul credito per peggioramento delle probabilità di default delle controparti, all’incremento di CVA, cioè di accantonamenti sulle posizioni in derivati OTC, all’incremento delle controparti in default. Con REA si intende l’aumento del capitale assorbito, con conseguente peggioramento dei ratios patrimoniali, sempre legato al peggioramento dei parametri di rischio delle posizioni o dei parametri di mercato.
- Propagazione degli scenari di stress. Anche su questo punto nulla cambia. Con propagazione si intende il modo in cui gli scenari di stress EBA determinano le misure di impatto degli stress sopra citate. In sostanza, si ha una biforcazione dei metodi di calcolo:
- per il portafoglio crediti, vengono assegnati scenari macroeconomici, in termini quindi di PIL, disoccupazione, prezzo degli immobili e altre variabili. Le banche tramite propri modelli satellite stimano l’impatto di tali scenari avversi sui parametri di rischio quali PD e LGD, determinando di conseguenza le proiezioni sui tassi di default o incremento degli accantonamenti. Si tratta di modelli che legano le variabili macro, in numero ridotto, alla qualità creditizia del cliente o alla tenuta delle garanzie, previa suddivisione dei clienti in cluster omogenei per dimensione e settore.
- per gli strumenti finanziari, quindi per gli impatti legati a rischio di mercato, CVA, counterparty risk, sono assegnati direttamente scenari sulle variabili finanziarie (interest rate, forex, equity), cioè sui sottostanti che influiscono sul valore degli strumenti finanziari
3. Stress Test 2023. Magnitudo degli shocks
Una nota definizione riveniente dal framework di Basilea è che gli stress test debbano essere “estremi ma plausibili”.
Va anche ricordato che lo stress di un parametro economico o finanziario, sino a valori estremi, non sempre prefigura una perdita per la banca, in quanto ci possono essere mix molto differenti di portafoglio o di business. Per esempio, una banca con molte posizioni lunghe (acquisto) di CDS su indici governativi avrà un guadagno da uno scenario di aumento degli spread, mentre una banca, come la maggior parte, esposta con posizioni lunghe su bond governativi dovrà calcolare delle rilevanti perdite.
Iniziamo la nostra rassegna con gli shock delle variabili finanziarie definiti per il rischio di mercato
- Mercati azionari. Gli shock sono più severi rispetto al 2021 e alle precedenti edizioni. A titolo di esempio, per FTSE MIB deve essere implementato uno scenario -58% (-51% nel 2021), per la Germania -54% (-41% nel 2021). Per il mercato della Russia è richiesto uno scenario di -78% (- 64% nel 2021). Tenendo conto che i mercati azionari tendono a riassorbire periodi di forte distress in tempi rapidi, appaiono scenari fin troppo severi, se non apocalittici. Se si pensa a periodi di distress nei mercati azionari anche recenti, quali la seconda metà del 2018, marzo 2020 (covid), febbraio e marzo 2022 (guerra in Ucraina), scenari diffusi in tutte le aree geografiche e superiori quasi sempre a -50% ci sembrano in collisione con la plausibilità richiesta allo scenario stesso
- Tassi di interesse. Gli scenari hanno cambiato segno. Nel 2021 secondo il principio “lower for longer” lo scenario per l’area dell’euro consisteva in limitati ulteriori ribassi, da -5 a -50 basis point sulle diverse scadenze, rispetto a tassi che erano ancora in area negativa. Nello stress 2023 lo scenario lungo le diverse scadenza è nel range [+152, +178] basis points. Poiché lo scenario deve essere correlato a impatti generalizzati di perdite, un ulteriore ribasso, così come configurato nel 2021, era legato all’ulteriore compressione dei ricavi cedolari, mentre il corrente scenario di rialzo è legato a una perdita sui prezzi, per il noto legame rendimenti-prezzi spiegato dalla duration media del portafoglio. Qualche perplessità ci sembra possa essere espressa anche in questo caso: se ci riferiamo agli scenari al ribasso del 2021, dopo poco più di 1 anno iniziava la politica di rialzo dei tassi della BCE. Per quanto attiene gli scenari 2023, stante la corrente maggioranza di “falchi” nella BCE una buona parte dei rialzi incorporati nello scenario sono già nelle attese del mercato, pertanto non sembrano così estremi come dovrebbe per definizione.
- Spread. Gli scenari sono molto severi. Per i paesi in coda all’EU, cioè Italia, Spagna, Portogallo, si passa da un incremento di 78 basis points nel 2021 a un incremento di 278 basis points nella corrente edizione degli stress EBA. Come raffronto, la Francia passa da 30 basis points a 88 basis points. In senso assoluto, ci sembrano anche in questo caso livelli troppo severi, oltre la plausibilità.
Qualche elemento ora sugli scenari macroeconomici:
- PIL in area EUR pari in media a –3.4% e –4.1% nello scenario avverso negli anni 2023-2024, scenario avverso con segno positivo nel 2025. Nell’esercizio del 2021 lo scenario avverso era tra -1.9% e +0.2% nei 3 anni per area EU. In sintesi un peggioramento sensibile.
- disoccupazione a livello tra 8.1% e 12.4% nello scenario avverso per area EUR, non troppo diverso da stress test 2021 dove si posizionava tra 10.4% e 12.4%.
4. Riflessioni finali
Gli scenari di stress test sono definiti da EBA di concerto con ESRB (European Systematic Risk Board) a partire da una lista di fattori di crisi messi a punto da ESRB stesso.
In particolare, nella ultima parte del 2022 ESRB ha osservato quanto segue:
“[…] a prolonged period of low growth and elevated inflation, driven in part by surging energy prices, could give rise to renewed balance sheet stress in the non-financial corporate and household sectors and an upward shift in the number of insolvencies. This could be compounded by a turn in the housing cycle in a number of countries amid declining debt servicing capacity among households”.
Sebbene il processo di costruzione degli scenari sia piuttosto strutturato e consolidato (siamo al quinto esercizio EBA) rimangono comunque alcune perplessità di fondo sulle ampiezze di tali scenari, sulla coerenza tra paesi di aree geoeconomiche contigue, e sulla reale utilità degli stress test stessi che da un lato assorbono per mesi molte risorse dei dipartimenti di Risk Management e ICT delle banche maggiori, dall’altro non sembrano del tutto soddisfare le caratteristiche di model use (uso effettivo dei modelli nel decision making della banca) che è auspicabile ed auspicato in genere dalla regolamentazione per i modelli e processi di gestione del rischio.
Riferimenti
[1] EBA (2023), https://www.eba.europa.eu/eba-launches-2023-eu-wide-stress-test-0
[2] EBA (2023), “2021 EU-Wide Stress Test Methodological Note”, disponibile nel sito EBA EU wide stress test
[3] EBA (2023), “Macro-financial scenario for the 2023 EU-wide banking sector stress test”.