Il mercato dell’equity crowdfunding non lascia ma anzi raddoppia
a cura di Giancarlo Donizzelli, Salvatore Giudici e Giancarlo Giudici

Ago 03 2019
Il mercato dell’equity crowdfunding non lascia ma anzi raddoppia  a cura di Giancarlo Donizzelli, Salvatore Giudici e Giancarlo Giudici

Gli ultimi 12 mesi hanno confermato e rafforzato la forte crescita dell’industria dell’equity crowdfunding. Ciò è quanto emerge dal quarto Report italiano sul Crowdinvesting appena presentato e realizzato dal Politecnico di Milano (disponibile su www.osservatoriocrowdinvesting.it).

Alla data del 30 giugno 2019, il valore cumulativo raccolto ha superato la soglia di € 82 milioni. Considerando che il valore cumulato un anno fa era meno della metà, la raccolta nell’ultimo periodo è stato quindi pari a € 49 milioni.  I numeri risultano essere incoraggianti anche guardando al numero di campagne emesse: sono state finora 401, organizzate da 369 imprese diverse (vi sono diversi casi di round ulteriori organizzati dalle stesse aziende). Guardando alla distribuzione temporale si può notare un trend positivo nel numero di progetti rilasciati, come rappresentato in figura 1.


Figura 1 – Flusso temporale delle 401 campagne di equity crowdfunding in Italia

A conferma di ciò, il 2018 è stato un anno di grande crescita del mercato, con ben 143 collocamenti, quasi il doppio rispetto all’anno precedente. Il 2019 si avvia a battere il risultato, visto che nel solo primo semestre si sono già chiusi 88 collocamenti.

Per quanto riguarda il tasso di successo, esso continua a mantenersi elevato: nei primi 6 mesi del 2019 è pari al 75,0% (la media generale dell’intero campione dal 2014 è pari a 71,7%). Come illustrato in figura 2, fra tutte le campagne concluse finora, 261 risultano chiuse positivamente, 103 chiuse senza raggiungere il target minimo previsto (senza quindi alcuna raccolta) e 37 ancora in corso (molte delle quali hanno già raggiunto la soglia minima di successo).

Figura 2- Tasso di successo delle 401 campagne di equity crowdfunding pubblicate su portali autorizzati

Fra le emittenti, le PMI (innovative e non) guadagnano spazio, ma il mercato è ancora dominato dalle startup innovative (72% dei casi nell’ultimo anno). In particolare, come si vede dalla Figura 3, le 369 emittenti campionate si suddividono fra:  293 startup innovative (pari al 79,4% del campione); 37 PMI innovative (pari al 10,0% del campione); 31 PMI (pari all’8,4% del campione), che hanno approfittato dell’estensione alle piccole e medie imprese dell’opportunità dell’equity crowdfunding, attuata dalla Legge di Stabilità per il 2017; 8 veicoli di investimento in startup innovative, PMI innovative o altre PMI.

Figura 3- Tipologia societaria delle 369 imprese protagoniste di una campagna di equity crowdfunding su portali autorizzati da Consob fino al 30/6/2019

Per quanto riguarda i portali, alla data del 30 giugno 2019s ne risultano autorizzati in Italia 35, ma un buon numero di questi non ha ancora pubblicato una singola campagna ed inoltre il numero è decisamente elevato sia rispetto alla dimensione assoluta del mercato, sia rispetto alla situazione in altri paesi europei. Guardando al numero di cumulativo di campagne pubblicate troviamo al primo posto Crowdfundme (79 campagne), seguito da Mamacrowd (71) e Opstart con (51). Concentrandosi solo agli ultimi 12 mesi passati la classifica cambia e sul podio abbiamo Mamacrowd (33), Crowdfundme (32) e Backtowork24 (23). Guardando alla classifica per capitale raccolto, al primo posto troviamo sempre Mamacrowd (sfiora € 22 milioni effettivi al 30/6/2019) seguita da Crowdfundme (vicina a € 15 milioni) e da Walliance (con € 11,1 milioni).

Dopo la campagna di raccolta, alcune aziende riescono a crescere in termini di fatturato e marginalità, ma altre rimangono al palo. Poche diventano profittevoli nell’immediato, pochissime riescono a ‘battere’ i target previsti nel business plan. Una novità registrata negli ultimi 12 mesi sono le prime exit, attraverso IPO o acquisizioni, ma anche i primi write-off, oltre a diversi secondi (e terzi) round di raccolta. Su questa base l’Italian Equity Crowdfunding Index ideato dal nostro Osservatorio calcola un apprezzamento complessivo teorico del valore di portafoglio investito pari al 9,43% alla data del 30 giugno 2019.

Il termometro dei mercati finanziari (26 Luglio 2019)
a cura di Emilio Barucci e Daniele Marazzina

Lug 28 2019
Il termometro dei mercati finanziari (26 Luglio 2019)  a cura di Emilio Barucci e Daniele Marazzina

L’iniziativa di Finriskalert.it “Il termometro dei mercati finanziari” vuole presentare un indicatore settimanale sul grado di turbolenza/tensione dei mercati finanziari, con particolare attenzione all’Italia.

Significato degli indicatori

  • Rendimento borsa italiana: rendimento settimanale dell’indice della borsa italiana FTSEMIB;
  • Volatilità implicita borsa italiana: volatilità implicita calcolata considerando le opzioni at-the-money sul FTSEMIB a 3 mesi;
  • Future borsa italiana: valore del future sul FTSEMIB;
  • CDS principali banche 10Ysub: CDS medio delle obbligazioni subordinate a 10 anni delle principali banche italiane (Unicredit, Intesa San Paolo, MPS, Banco BPM);
  • Tasso di interesse ITA 2Y: tasso di interesse costruito sulla curva dei BTP con scadenza a due anni;
  • Spread ITA 10Y/2Y : differenza del tasso di interesse dei BTP a 10 anni e a 2 anni;
  • Rendimento borsa europea: rendimento settimanale dell’indice delle borse europee Eurostoxx;
  • Volatilità implicita borsa europea: volatilità implicita calcolata sulle opzioni at-the-money sull’indice Eurostoxx a scadenza 3 mesi;
  • Rendimento borsa ITA/Europa: differenza tra il rendimento settimanale della borsa italiana e quello delle borse europee, calcolato sugli indici FTSEMIB e Eurostoxx;
  • Spread ITA/GER: differenza tra i tassi di interesse italiani e tedeschi a 10 anni;
  • Spread EU/GER: differenza media tra i tassi di interesse dei principali paesi europei (Francia, Belgio, Spagna, Italia, Olanda) e quelli tedeschi a 10 anni;
  • Euro/dollaro: tasso di cambio euro/dollaro;
  • Spread US/GER 10Y: spread tra i tassi di interesse degli Stati Uniti e quelli tedeschi con scadenza 10 anni;
  • Prezzo Oro: quotazione dell’oro (in USD)
  • Spread 10Y/2Y Euro Swap Curve: differenza del tasso della curva EURO ZONE IRS 3M a 10Y e 2Y;
  • Euribor 6M: tasso euribor a 6 mesi.

I colori sono assegnati in un’ottica VaR: se il valore riportato è superiore (inferiore) al quantile al 15%, il colore utilizzato è l’arancione. Se il valore riportato è superiore (inferiore) al quantile al 5% il colore utilizzato è il rosso. La banda (verso l’alto o verso il basso) viene selezionata, a seconda dell’indicatore, nella direzione dell’instabilità del mercato. I quantili vengono ricostruiti prendendo la serie storica di un anno di osservazioni: ad esempio, un valore in una casella rossa significa che appartiene al 5% dei valori meno positivi riscontrati nell’ultimo anno. Per le prime tre voci della sezione “Politica Monetaria”, le bande per definire il colore sono simmetriche (valori in positivo e in negativo). I dati riportati provengono dal database Thomson Reuters. Infine, la tendenza mostra la dinamica in atto e viene rappresentata dalle frecce: ↑,↓, ↔  indicano rispettivamente miglioramento, peggioramento, stabilità rispetto alla rilevazione precedente.

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2020 UFRs – 3.75% is the value for the EUR currency
a cura di Silvia Dell’Acqua

Lug 26 2019
2020 UFRs – 3.75% is the value for the EUR currency  a cura di  Silvia Dell’Acqua

Last 21.05.2019 EIOPA (European Insurance and Occupational Pensions Authority) published the calculation of the Ultimate Forward Rate (UFR) applicable as of 2020.

The value to apply for the EUR currency is 3.75%.

Actually, the EUR calculated value would be 3.55%, but because of both the current value (3.90%) and the limit on the maximum annual change (15 bps), the applicable UFR for the EUR currency is floored to 3.75%. The EUR UFR has been previously equal to 4.20% (2017), 4.05% (2018) and 3.90% (2019).

The methodology to derive the UFR was decided by EIOPA at the end of March 2017. EIOPA calculates the UFRs on an annual basis, by the end of March, and, if they are sufficiently different from those in place, requires an update 9 months after the announcement, at the beginning of the following year.

The change in the UFR is limited in such a way that either it can increase/decrease by 15bps, or it remains unchanged:

As the UFR is a target for the long-term Nominal rates, it is defined as the sum of two components:

  • Expected Real rate

This is the same for all currencies.

It is updated yearly, being the simple average of the past real rates since 1961 to the year before the calculation of the UFR.

Each annual real rate is derived as the simple arithmetic mean of the annual real rates of Belgium, Germany, France, Italy, the Netherlands, the United Kingdom and the United States. For each of those years and each country the annual real rate is calculated as follows:

Real rate = (short-term Nominal rate – Inflation rate) / (1+Inflation rate).

  • The short-term Nominal rates are taken from the annual macro-economic database of the European Commission (AMECO database)
    • The inflation rates are taken from the Main Economic Indicators database of the OECD

The following chart shows the Real rates time series updated at 2019 (till 2018)

The time series is currently composed by 58 items, with the last observation, related to 2018, that enters the vector with a value of -1.68%.

The simple average gives a value of 1.51312%, rounded up to 1.55%.

Indeed, the expected real rate is rounded to full five basis points as follows:

  • when the unrounded rate is lower than the rounded rate of the previous year, the rate is rounded upwards
  • when the unrounded rate is higher than the rounded rate of the previous year, the rate is rounded downwards.
  • Expected Inflation rate

This is currency specific.

It remains unchanged over time and it is based on the inflation targets of the central banks, assuming the values of 1%, 2%, 3% or 4% (e.g. 2% when the target is higher than 1%, but lower than 3%).

Where a central bank is not targeting a specific inflation figure but tries to keep the inflation in a specified corridor, the midpoint of that corridor is relevant for the allocation to the four inflation rate buckets.

For currencies where the central bank has not announced an inflation target, the expected inflation rate is 2% by default. However, where past inflation experience and projection of inflations both clearly indicate that the inflation of a currency is expected in the long-term to be at least 1 percentage point higher or lower than 2%, the expected inflation rate will be chosen in accordance with those indications. The expected inflation rate will be rounded downwards to full percentage points. The past experience is assessed against the average of a 10 years time series and the projection is derived by the means of an ARMA model. The table below summarized the UFRs values for the major currencies.