La lunga strada per regolare il mondo delle criptovalute prima che si autodistrugga
a cura di Emilio Barucci per Huffington Post

Feb 25 2023
La lunga strada per regolare il mondo delle criptovalute prima che si autodistruggaa cura di Emilio Barucci per Huffington Post

Il mondo delle criptovalute non conosce pace.

Nonostante Bitcoin sia rimbalzato nel nuovo anno, quasi +50% sul minimo raggiunto nel 2022, le magagne continuano a venire a galla coinvolgendo perlopiù l’anello debole rappresentato dagli Exchange (dove si scambiano euro con criptovalute): dopo FTX su scala globale è il turno della piattaforma italiana The Rock Trading a sospendere le operazioni per problemi di liquidità.

E’ di questi giorni la notizia che la SEC (l’autorità americana di controllo sui mercati) ha accusato Terraform Labs PTE Ltd e il suo fondatore Do Kwon di aver orchestrato una frode multimiliardaria legata alla stablecoin algoritmica Terra-Luna che è andata in crash lo scorso maggio. Si trattava della quarta stablecoin, con una capitalizzazione di 18 miliardi di dollari che si sono volatilizzati nel giro di una settimana.

Non si tratta qui di stare a discutere se Bitcoin abbia valore o meno, è indubbio che la moneta digitale per eccellenza abbia mostrato una salute inaspettata. Chi si aspettava che il 2022 sarebbe stato l’inizio della fine è stato smentito per il momento. Il problema è rappresentato dall’industria che ci sta dietro che sfugge alla regolazione e, in molti casi, si fonda su un vero e proprio schema Ponzi come quello messo in piedi, in tempi recenti, nella finanza tradizionale da Bernie Madoff che ha coinvolto oltre 37000 risparmiatori causando perdite per oltre 60 miliardi.

In sintesi lo schema funziona così: attrarre investitori promettendo rendimenti elevati, onorare gli impegni contando di ricevere nuovi fondi, da altri investitori, o sul fatto che il valore dell’investimento cresca. Facendola breve, le promesse nei confronti degli investitori vengono mantenute con i fondi ottenuti da altri investitori o dalla crescita degli asset su cui sono investiti i loro denari. Tutto funziona se il numero di investitori continua a crescere e il mercato cresce, se uno di questi due ingredienti viene meno, il giochino si inceppa.  

Gli Exchange sfruttano questo schema permettendo agli investitori di operare a leva, cioè a dire prendendo le criptovalute a prestito da altri investitori, il livello di leva in alcuni casi è superiore anche di 100 volte al capitale investito. Per alimentare questo processo, che porta ad un incremento del prezzo delle criptovalute, gli Exchange propongono ai loro clienti di non trasferire gli asset digitali presso i loro wallet sulla blockchain ma di lasciarli in deposito presso di loro, e in cambio promettono loro un elevato rendimento.

E’ un po’ quello che succede quando lasciamo i nostri soldi in deposito presso una banca. Di fatto gli Exchange sono una banca, ma c’è una differenza importante: non sono sottoposti alla vigilanza delle autorità. E’ una differenza non da poco: se la banca fallisce siamo garantiti fino a 100.000 euro di ricevere i nostri denari indietro e la Banca Centrale Europea e la Banca d’Italia vigilano sulla solidità dell’intermediario, se l’Exchange fallisce non abbiamo alcuna garanzia di ricevere i nostri denari indietro e nessuno ci dice se l’Exchange sia solido o meno. Senza dimenticare che molti Exchange o società che stanno dietro alle criptovalute hanno sede in paesi lontani, Barbados nel caso FTX e Singapore nel caso Terra-Luna, rendendo molto difficile la possibilità di farsi valere.     

Anche il crash della stablecoin Terra-Luna affonda le sue radici in questo meccanismo, il protocollo Anchor (che è l’oggetto delle attenzioni della SEC) prometteva il 20% di rendimento su base annua a chi permetteva che i propri tokens Terra fossero utilizzati per operazioni a leva. L’ammontare di asset destinati a questo scopo è cresciuto del 3000% ne giro di un anno ed è giunto ad essere il 75% della totalità dei tokens Terra in circolazione. Il gioco ha funzionato finché le criptovalute sono cresciute, nel momento in cui sono scese il giochino si è rotto da sé o, forse, è stato oggetto di una attacco concertato speculativo.

Le autorità di regolazione si stanno muovendo con un ritardo che è sotto gli occhi di tutti. Non si contano negli ultimi anni gli appelli per una maggiore regolazione del mondo delle criptovalute. Passare dalle parole ai fatti è stato difficile e sta richiedendo tempi biblici. Anche nell’immediato non sembra che cambierà molto.

La regolazione promossa a livello europeo su Mercati in cripto assets entrerà in vigore nel 2023 ma ci vorrà del tempo per la sua implementazione. La regolazione introduce regole per gli operatori di piattaforme basate su tecnologie blockchain che permettono la negoziazione di asset digitali, introduce l’obbligo di richiedere l’autorizzazione ad operare, un regime di sorveglianza per gli emittenti di stablecoin, regola l’emissione di assets digitali e la fornitura di servizi relativi a cripto assets. Negli Stati Uniti la regolazione è ancora più indietro anche a causa dell’intensa attività di lobby del mondo delle criptovalute. Il Financial Stability Board ha promosso una consultazione per la regolamentazione di questi mercati e intende definire una serie di raccomandazioni nel 2023 secondo il principio ‘‘same risk, same regulation’’. Il Comitato di Basilea ha promosso una serie di raccomandazioni per la supervisione degli intermediari circa le loro esposizioni in cripto assets. La richiesta è che le banche soddisfino dei requisiti prudenziali in linea con l’impostazione di Basilea riguardo ai loro investimenti in criptovalute, l’implementazione delle misure dovrebbe avvenire entro il 2025. Il Financial Stability Board ha infine definito una serie di raccomandazioni per la regolazione delle stablecoin globali, toccherà adesso ai diversi paesi legiferare in materia.

Nel vuoto della regolazione il mondo dei cripto assets si è fatto male da solo. C’è chi sostiene che questo faccia parte di un cinico disegno delle autorità di vigilanza che, nell’incapacità di agire in modo efficace, hanno ben pensato di farlo scoppiare da solo, come successe nel diciassettesimo secolo nel caso della bolla dei bulbi di tulipano.

Il problema è serio, gli strumenti di tutela sono inadeguati e lo saranno ancora nel futuro prossimo, per il momento possiamo fare appello soltanto agli investitori, che imparino ad orientarsi nel mondo delle criptovalute comprendendo bene i rischi. A questo proposito, il consiglio è di stare attenti quando si vedono proposte fuori mercato: il 20% in un contesto in cui i titoli di stato italiani rendono l’1% non può essere privo di rischio, anzi è sicuramente molto molto rischioso e chi partecipa se ne assume i rischi. Vale il vecchio adagio che in finanza non c’è un pasto gratis: non si può mangiare senza rischiare.

EIOPA report on consumers trends
a cura di Silvia dell’Acqua

Feb 19 2023
EIOPA report on consumers trendsa cura di Silvia dell’Acqua

Fulfilling the duties required by article 9 of its founding regulation, last 18 January 2023 EIOPA published its annual (2022) Consumer Trends Report. The document aims at identifying the risks arising from trends in the insurance / pension market, that may require supervisory actions from the NCAs and EIOPA itself. This kind of monitoring is nowadays even more important, given the hope placed on the financial sector to improve the consumers’ financial health, currently damaged by disruptive events such as the pandemic, the Russian-Ukraine war, the increasing cost of energy and frequency in natural catastrophes. The report summarizes the results collected in a survey (“Eurobarometer”) carried out by EIOPA during 2022 on a representative sample of European consumers. The major outcomes are quoted in the following.

As a start, it’s worth recalling the meaning of “financial health”. According to the definition reported in the “Principles of Responsible Banking” developed by the United Nations Environment Programme (UNEP) and to the one given by the United Nations Secretary-General’s Special Advocate (UNSGSA), being “financially health” means being capable of smoothly meeting short terms needs, of absorbing financial shocks, of reaching future goals and feeling secure and in control of finances. When it comes to insurance and pensions, this imply having access to products that provide a sufficient coverage for financial and non-financial shocks (e.g. job loss or accidents), gain adequate returns and a secure income for retirement. The picture, sourced from the EIOPA Flash Consumers’ Eurobarometer 2022, provides the scattered European sentiment on how many people feel comfortable about their financial ability to live throughout retirement.

In addition to that, a considerable number of consumers consider themselves not to be able to face shocks either because they do not own an insurance product, or because those have limited or unclear coverages. To quote some figures:

  • [job loss] only 6% of consumers own a private insurance with no specific limits; 41% rely on government support and 10% are not sure about the coverage;
  • [accident] only 16% of consumers own a private health insurance with full coverage and an additional 10% are covered with high deductible, 17% are covered for just certain medical procedures and 11% are nor sure about the coverage.

Both high interest rates and high inflation have impacted the insurance business: the root of lapse rates increase can be found in the willing of seeking for more profitable instruments or in the immediate need of money to face the increased cost of living. The inflation has also damaged vulnerable groups in the sense that they are no longer able to keep up with the payment of regular premiums or contributions to voluntary pension schemes or cannot afford the needed insurance coverages. Furthermore, the inflation lowers the value of insurance coverages, especially when it comes to pension schemes (benefits do not really increase in a proportionate way) and home insurances (higher costs of construction materials in case of damage compared to a fixed insurance capital). Lastly, a gender gap emerged as a key trend, with female having lower access to insurance and pensions products: 56% of women (vs 46% men) are not confident to have enough money after the retirement.

A positive note comes from the financial innovation, that appears to facilitate the delivery of products and services, lower the distribution costs, improve the pricing practices and fasten the claims settlements. The increased trend observed in the usage of data-driven business models raises though some challenges, like the unfair discrimination of certain categories, charged with higher premiums (10% of the people interviewed said they have terminated their insurance contracts because of an unjustified increase in the premium) or data privacy concerns and cyber risk. Digitalisation and technology are also helping the pension system, with a witnessed increased engagement of members with their pensions and greater interest shown by younger generations, which ensures they will save more for retirement. The other side of the coin poses a risk in the potential exclusion of less tech members. Another positive note comes from the increased number of financial education programs that have been put in place in several Member States and that many NCAs and providers continue to invest in with the aim of improving consumers’ financial literacy and, in turn, their financial health.

Together with the disruptive events already recalled at the top of the article, in recent years, the transition towards a more sustainable economy has been under the light and the consumers’ appetite for sustainability-related investments has grown. To meet the increased demand, the insurance companies have adapted their products by promoting environmental or social characteristics or by offering sustainable investments. But as often happens, together with the good it comes the bad: misleading and unsubstantiated claims have led to evidence of greenwashing, that are being tackled by the supervisor activity since August 2020 thanks to the new sustainability-related requirements under the Insurance Distribution Directive (IDD34).

As said, a hope is placed on the financial sector to improve the consumers’ financial health: indeed, when designed to offer value and sold to meet the consumers’ needs, insurance products can provide important benefits. On this note, it’s worth recalling that in 2021 the total life insurance GWP increased by 14% across the EEA, albeit mostly driven by index and unit-link products (+35%), that shift the financial risk from the industry to the policyholders. To ensure a consumer-centric product design, the POG (Product Oversight and Governance) requirements were put in place back in 2018, with considerable improvements observed by the NCAs; however, concerns around the value for money and mis-selling of unit-linked products persist in terms of costs, complexity, target market, poor advice and conflict of interests. To address this, last 31st October 2022, EIOPA published a methodology to assess the value for money of unit linked and hybrid (multi-class) products, followed by many NCAs initiatives.

Lastly, it is important to comment on the insurance protection gap, observed across various lines of business and describable as the total uninsured losses. It is indeed usually expressed as the ratio between the uninsured losses and total losses, to provide an idea of the share of coverage. To quote some figures:

  • [natural catastrophe] on average, half of consumers are not covered (with important differences across the Member States, partially explained by the compulsoriness of the insurance in some of them) and 22% of them are unsure about the coverage in their policies;
  • [loss of income and urgent medical expenses] most of consumers (41%, 37%) rely on the state, as highlighted by the pandemic, during which the EU governments had to take unprecedented measures to cover the loss of income for workers and expenses for people hospitalisations.

The reason behind the formation and widening of the insurance protection gap is twofold: on the demand side, it stems from the non-affordability caused by the general increase in prices, together with the consumers’ awareness (unclear conditions, complex documentation, numerous exclusions); on the supply side, the insurers consider some risks too difficult to be insured and with low commercial appetite.

References:

[1] EIOPA, Consumers trends report 2022, 18 January 2023

[2] Silvia D.A., EIOPA and UL value for money, 20 November 2022

ECB publishes the Economic Bulletin Issue 1, 2023

Feb 19 2023

The Governing Council will stay the course in raising interest rates significantly at a steady pace and in keeping them at levels that are sufficiently restrictive to ensure a timely return of inflation to its 2% medium-term target. Accordingly, at its meeting on 2 February 2023, the Governing Council decided to raise the three key ECB interest rates by 50 basis points…

https://www.ecb.europa.eu//pub/economic-bulletin/html/eb202301.en.html

European Gas Falls Below €50 as Historic Energy Crisis Recedes

Feb 19 2023

European natural gas futures settled below €50 a megawatt-hour for the first time in over 17 months as the region’s worst energy crisis in decades recedes — though there are signs further price declines are unlikely. Futures have plunged by more than 80% from their August peak when Russia’s gas cuts hit Europe with about $1 trillion in energy costs…

https://www.bloomberg.com/news/articles/2023-02-17/european-gas-falls-below-50-as-historic-energy-crisis-recedes

ESMA assesses supervision of Central Securities Depositories

Feb 19 2023

The European Securities and Markets Authority (ESMA), the EU’s financial markets regulator and supervisor, is today publishing its Peer Review Report on the national supervision of Central Securities Depositories (CSDs) providing cross-border services or participating in interoperable links. The peer review assessed six National Competent Authorities (NCAs) in respect of how they supervise CSDs…

https://www.esma.europa.eu/press-news/esma-news/esma-assesses-supervision-central-securities-depositories

Dollar advances as strong U.S. data backs higher rates backdrop

Feb 19 2023

The U.S. dollar held gains against a basket of currencies on Thursday, bolstered by stronger-than-expected producer prices and falling jobless claims, hinting that the Federal Reserve would have to maintain its inflation-fighting interest rate hikes for longer. Earlier, the dollar index hit six-week highs…

https://www.reuters.com/markets/currencies/dollar-climbs-higher-rate-expectations-aussie-slides-jobs-shock-2023-02-16/

Il termometro dei mercati finanziari (17 Febbraio 2023)
a cura di E. Barucci e D. Marazzina

Feb 18 2023
Il termometro dei mercati finanziari (17 Febbraio 2023)a cura di E. Barucci e D. Marazzina

L’iniziativa di Finriskalert.it “Il termometro dei mercati finanziari” vuole presentare un indicatore settimanale sul grado di turbolenza/tensione dei mercati finanziari, con particolare attenzione all’Italia.

Significato degli indicatori

  • Rendimento borsa italiana: rendimento settimanale dell’indice della borsa italiana FTSEMIB;
  • Volatilità implicita borsa italiana: volatilità implicita calcolata considerando le opzioni at-the-money sul FTSEMIB a 3 mesi;
  • Future borsa italiana: valore del future sul FTSEMIB;
  • CDS principali banche 10Ysub: CDS medio delle obbligazioni subordinate a 10 anni delle principali banche italiane (Unicredit, Intesa San Paolo, MPS, Banco BPM);
  • Tasso di interesse ITA 2Y: tasso di interesse costruito sulla curva dei BTP con scadenza a due anni;
  • Spread ITA 10Y/2Y : differenza del tasso di interesse dei BTP a 10 anni e a 2 anni;
  • Rendimento borsa europea: rendimento settimanale dell’indice delle borse europee Eurostoxx;
  • Volatilità implicita borsa europea: volatilità implicita calcolata sulle opzioni at-the-money sull’indice Eurostoxx a scadenza 3 mesi;
  • Rendimento borsa ITA/Europa: differenza tra il rendimento settimanale della borsa italiana e quello delle borse europee, calcolato sugli indici FTSEMIB e Eurostoxx;
  • Spread ITA/GER: differenza tra i tassi di interesse italiani e tedeschi a 10 anni;
  • Spread EU/GER: differenza media tra i tassi di interesse dei principali paesi europei (Francia, Belgio, Spagna, Italia, Olanda) e quelli tedeschi a 10 anni;
  • Euro/dollaro: tasso di cambio euro/dollaro;
  • Spread US/GER 10Y: spread tra i tassi di interesse degli Stati Uniti e quelli tedeschi con scadenza 10 anni;
  • Prezzo Oro: quotazione dell’oro (in USD)
  • Euribor 6M: tasso euribor a 6 mesi.
  • Spread 10Y/2Y Euro Swap Curve: differenza del tasso della curva EURO ZONE IRS 3M a 10Y e 2Y;

I colori sono assegnati in un’ottica VaR: se il valore riportato è superiore (inferiore) al quantile al 15%, il colore utilizzato è l’arancione. Se il valore riportato è superiore (inferiore) al quantile al 5% il colore utilizzato è il rosso. La banda (verso l’alto o verso il basso) viene selezionata, a seconda dell’indicatore, nella direzione dell’instabilità del mercato. I quantili vengono ricostruiti prendendo la serie storica di un anno di osservazioni: ad esempio, un valore in una casella rossa significa che appartiene al 5% dei valori meno positivi riscontrati nell’ultimo anno. Per le prime tre voci della sezione “Politica Monetaria”, le bande per definire il colore sono simmetriche (valori in positivo e in negativo). I dati riportati provengono dal database Thomson Reuters. Infine, la tendenza mostra la dinamica in atto e viene rappresentata dalle frecce: ↑,↓, ↔  indicano rispettivamente miglioramento, peggioramento, stabilità rispetto alla rilevazione precedente.

Disclaimer: Le informazioni contenute in questa pagina sono esclusivamente a scopo informativo e per uso personale. Le informazioni possono essere modificate da finriskalert.it in qualsiasi momento e senza preavviso. Finriskalert.it non può fornire alcuna garanzia in merito all’affidabilità, completezza, esattezza ed attualità dei dati riportati e, pertanto, non assume alcuna responsabilità per qualsiasi danno legato all’uso, proprio o improprio delle informazioni contenute in questa pagina. I contenuti presenti in questa pagina non devono in alcun modo essere intesi come consigli finanziari, economici, giuridici, fiscali o di altra natura e nessuna decisione d’investimento o qualsiasi altra decisione.

Il termometro dei mercati finanziari (10 Febbraio 2023)
a cura di E. Barucci e D. Marazzina

Feb 13 2023
Il termometro dei mercati finanziari (10 Febbraio 2023)a cura di E. Barucci e D. Marazzina

L’iniziativa di Finriskalert.it “Il termometro dei mercati finanziari” vuole presentare un indicatore settimanale sul grado di turbolenza/tensione dei mercati finanziari, con particolare attenzione all’Italia.

Significato degli indicatori

  • Rendimento borsa italiana: rendimento settimanale dell’indice della borsa italiana FTSEMIB;
  • Volatilità implicita borsa italiana: volatilità implicita calcolata considerando le opzioni at-the-money sul FTSEMIB a 3 mesi;
  • Future borsa italiana: valore del future sul FTSEMIB;
  • CDS principali banche 10Ysub: CDS medio delle obbligazioni subordinate a 10 anni delle principali banche italiane (Unicredit, Intesa San Paolo, MPS, Banco BPM);
  • Tasso di interesse ITA 2Y: tasso di interesse costruito sulla curva dei BTP con scadenza a due anni;
  • Spread ITA 10Y/2Y : differenza del tasso di interesse dei BTP a 10 anni e a 2 anni;
  • Rendimento borsa europea: rendimento settimanale dell’indice delle borse europee Eurostoxx;
  • Volatilità implicita borsa europea: volatilità implicita calcolata sulle opzioni at-the-money sull’indice Eurostoxx a scadenza 3 mesi;
  • Rendimento borsa ITA/Europa: differenza tra il rendimento settimanale della borsa italiana e quello delle borse europee, calcolato sugli indici FTSEMIB e Eurostoxx;
  • Spread ITA/GER: differenza tra i tassi di interesse italiani e tedeschi a 10 anni;
  • Spread EU/GER: differenza media tra i tassi di interesse dei principali paesi europei (Francia, Belgio, Spagna, Italia, Olanda) e quelli tedeschi a 10 anni;
  • Euro/dollaro: tasso di cambio euro/dollaro;
  • Spread US/GER 10Y: spread tra i tassi di interesse degli Stati Uniti e quelli tedeschi con scadenza 10 anni;
  • Prezzo Oro: quotazione dell’oro (in USD)
  • Spread 10Y/2Y Euro Swap Curve: differenza del tasso della curva EURO ZONE IRS 3M a 10Y e 2Y;
  • Euribor 6M: tasso euribor a 6 mesi.

I colori sono assegnati in un’ottica VaR: se il valore riportato è superiore (inferiore) al quantile al 15%, il colore utilizzato è l’arancione. Se il valore riportato è superiore (inferiore) al quantile al 5% il colore utilizzato è il rosso. La banda (verso l’alto o verso il basso) viene selezionata, a seconda dell’indicatore, nella direzione dell’instabilità del mercato. I quantili vengono ricostruiti prendendo la serie storica di un anno di osservazioni: ad esempio, un valore in una casella rossa significa che appartiene al 5% dei valori meno positivi riscontrati nell’ultimo anno. Per le prime tre voci della sezione “Politica Monetaria”, le bande per definire il colore sono simmetriche (valori in positivo e in negativo). I dati riportati provengono dal database Thomson Reuters. Infine, la tendenza mostra la dinamica in atto e viene rappresentata dalle frecce: ↑,↓, ↔  indicano rispettivamente miglioramento, peggioramento, stabilità rispetto alla rilevazione precedente.

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Stress Test EBA 2023. Stress Estremi ma Plausibili: è davvero così?
a cura di Emilio Barucci e Michele Bonollo

Feb 12 2023
Stress Test EBA 2023. Stress Estremi ma Plausibili: è davvero così?a cura di Emilio Barucci e Michele Bonollo

1. EBA lancia gli stress test 2023. Sintesi

Il 31 gennaio EBA ha lanciato gli stress test 2021 per il panel rilevante di banche europee, 70 banche (rispetto alle 50 del 2021) che rappresentano il 75% della quota di mercato europea delle banche. Si veda (1).

Per l’Italia sono coinvolte ben otto banche: Intesa, Unicredit, BancoBPM, MPS, BPER, Iccrea, Cassa Centrale Banca, Mediobanca.

Prima delle considerazioni tecniche, alcuni aspetti di perimetro e contesto.

Lo stress test di quest’anno segue al cambiamento di rotta in tema di politica monetaria da parte di BCE, che ha visto l’innalzamento dei tassi con l’obiettivo di calmierare l’inflazione.

Come riportato da EBA nel sito,

“The adverse scenario assumes a hypothetical worsening of geopolitical tensions leading to a severe decline in GDP with persistent inflation and high interest rates. The adverse scenario is designed to ensure a significant severity of various macro-economic and financial shocks across all EU countries and, for the first time, depicts a breakdown of the shocks (on real gross value added) by economic sectors”.

Il processo di messa a punto degli stress test è stato simile a quello dei round precedenti, con una pubblicazione del draft metodologico in novembre, la pubblicazione di metodologia definitiva e scenari a fine gennaio, infine l’aspettativa di EBA di pubblicare i risultati finali nel luglio 2023. Il complesso coordinamento delle diverse funzioni della banca per la conduzione dell’esercizio implica che in febbraio si entra già nella fase “calda” del processo di stress test.

In relazione agli importanti avvenimenti economico e politici degli ultimi 18 mesi (rincaro dei costi dell’energia, guerra in Ucraina, deciso rialzo dei tassi da parte di BCE in risposta alla inflazione), dopo un breve riepilogo degli aspetti essenziali nella prossima sezione ci soffermeremo poi sulla quantificazione degli shock con qualche riflessione sulla loro calibrazione rispetto agli obiettivi di un esercizio di stress test.

2. Stress Test 2023. Elementi generali

La struttura generale degli stress test è rimasta invariata, come di desume dal confronto tra le guide metodologiche delle varie somministrazioni.

Riassumiamo:

  • Static balance sheet assumption. L’esercizio per la parte di stock della banca ha come data di riferimento i dati di bilancio al 31.12.2022, e non vi sono ipotesi di modifica dei volumi legati a piani strategici o budget commerciali. Nei 3 anni 2022-2025 di orizzonte dello stress test, si fa quindi l’ipotesi di staticità dei dati della banca (per esempio, duration immutata dei portafogli).
  • Tassonomia dei rischi. La nota metodologica EBA e i template che le banche devono popolare (una articolata e complessa serie di fogli Excel divisi per categorie di rischi), a parte alcune sezioni su rischio operativo e conduct risk obiettivamente di minore importanza, è suddivisa tra rischio di credito, rischi di mercato (comprensivi di CVA e counterparty risk), rischio di tasso del banking book e il suo effetto sul NII, net interest income
  • Misure di impatto degli stress. EBA si sofferma su 2 tipologie di misure, cioè misure di P&L e di REA (risk weighetd exposure amount). Più precisamente, con P&L si intendono in senso lato gli effetti degli scenari di stress sulla redditività, questo copre tipi di ricavo molto diversi: dalle perdite sul trading proprietario, all’incremento di accantonamenti sul credito per peggioramento delle probabilità di default delle controparti, all’incremento di CVA, cioè di accantonamenti sulle posizioni in derivati OTC, all’incremento delle controparti in default. Con REA si intende l’aumento del capitale assorbito, con conseguente peggioramento dei ratios patrimoniali, sempre legato al peggioramento dei parametri di rischio delle posizioni o dei parametri di mercato.
  • Propagazione degli scenari di stress. Anche su questo punto nulla cambia. Con propagazione si intende il modo in cui gli scenari di stress EBA determinano le misure di impatto degli stress sopra citate. In sostanza, si ha una biforcazione dei metodi di calcolo:
    • per il portafoglio crediti, vengono assegnati scenari macroeconomici, in termini quindi di PIL, disoccupazione, prezzo degli immobili e altre variabili. Le banche tramite propri modelli satellite stimano l’impatto di tali scenari avversi sui parametri di rischio quali PD e LGD, determinando di conseguenza le proiezioni sui tassi di default o incremento degli accantonamenti. Si tratta di modelli che legano le variabili macro, in numero ridotto, alla qualità creditizia del cliente o alla tenuta delle garanzie, previa suddivisione dei clienti in cluster omogenei per dimensione e settore.
    • per gli strumenti finanziari, quindi per gli impatti legati a rischio di mercato, CVA, counterparty risk, sono assegnati direttamente scenari sulle variabili finanziarie (interest rate, forex, equity), cioè sui sottostanti che influiscono sul valore degli strumenti finanziari

3. Stress Test 2023. Magnitudo degli shocks

Una nota definizione riveniente dal framework di Basilea è che gli stress test debbano essere “estremi ma plausibili”.

Va anche ricordato che lo stress di un parametro economico o finanziario, sino a valori estremi, non sempre prefigura una perdita per la banca, in quanto ci possono essere mix molto differenti di portafoglio o di business. Per esempio, una banca con molte posizioni lunghe (acquisto) di CDS su indici governativi avrà un guadagno da uno scenario di aumento degli spread, mentre una banca, come la maggior parte, esposta con posizioni lunghe su bond governativi dovrà calcolare delle rilevanti perdite.

Iniziamo la nostra rassegna con gli shock delle variabili finanziarie definiti per il rischio di mercato

  • Mercati azionari. Gli shock sono più severi rispetto al 2021 e alle precedenti edizioni. A titolo di esempio, per FTSE MIB deve essere implementato uno scenario -58% (-51% nel 2021), per la Germania -54% (-41% nel 2021). Per il mercato della Russia è richiesto uno scenario di -78% (- 64% nel 2021). Tenendo conto che i mercati azionari tendono a riassorbire periodi di forte distress in tempi rapidi, appaiono scenari fin troppo severi, se non apocalittici. Se si pensa a periodi di distress nei mercati azionari anche recenti, quali la seconda metà del 2018, marzo 2020 (covid), febbraio e marzo 2022 (guerra in Ucraina), scenari diffusi in tutte le aree geografiche e superiori quasi sempre a -50% ci sembrano in collisione con la plausibilità richiesta allo scenario stesso
  • Tassi di interesse. Gli scenari hanno cambiato segno. Nel 2021 secondo il principio “lower for longer” lo scenario per l’area dell’euro consisteva in limitati ulteriori ribassi, da -5 a -50 basis point sulle diverse scadenze, rispetto a tassi che erano ancora in area negativa. Nello stress 2023 lo scenario lungo le diverse scadenza è nel range [+152, +178] basis points. Poiché lo scenario deve essere correlato a impatti generalizzati di perdite, un ulteriore ribasso, così come configurato nel 2021, era legato all’ulteriore compressione dei ricavi cedolari, mentre il corrente scenario di rialzo è legato a una perdita sui prezzi, per il noto legame rendimenti-prezzi spiegato dalla duration media del portafoglio. Qualche perplessità ci sembra possa essere espressa anche in questo caso: se ci riferiamo agli scenari al ribasso del 2021, dopo poco più di 1 anno iniziava la politica di rialzo dei tassi della BCE. Per quanto attiene gli scenari 2023, stante la corrente maggioranza di “falchi” nella BCE una buona parte dei rialzi incorporati nello scenario sono già nelle attese del mercato, pertanto non sembrano così estremi come dovrebbe per definizione.
  • Spread. Gli scenari sono molto severi. Per i paesi in coda all’EU, cioè Italia, Spagna, Portogallo, si passa da un incremento di 78 basis points nel 2021 a un incremento di 278 basis points nella corrente edizione degli stress EBA. Come raffronto, la Francia passa da 30 basis points a 88 basis points. In senso assoluto, ci sembrano anche in questo caso livelli troppo severi, oltre la plausibilità.

Qualche elemento ora sugli scenari macroeconomici:

  • PIL in area EUR pari in media a –3.4% e –4.1% nello scenario avverso negli anni 2023-2024, scenario avverso con segno positivo nel 2025. Nell’esercizio del 2021 lo scenario avverso era tra -1.9% e +0.2% nei 3 anni per area EU. In sintesi un peggioramento sensibile.
  • disoccupazione a livello tra 8.1% e 12.4% nello scenario avverso per area EUR, non troppo diverso da stress test 2021 dove si posizionava tra 10.4% e 12.4%.

4. Riflessioni finali

Gli scenari di stress test sono definiti da EBA di concerto con ESRB (European Systematic Risk Board) a partire da una lista di fattori di crisi messi a punto da ESRB stesso.

In particolare, nella ultima parte del 2022 ESRB ha osservato quanto segue:

“[…] a prolonged period of low growth and elevated inflation, driven in part by surging energy prices, could give rise to renewed balance sheet stress in the non-financial corporate and household sectors and an upward shift in the number of insolvencies. This could be compounded by a turn in the housing cycle in a number of countries amid declining debt servicing capacity among households”.

Sebbene  il processo di costruzione degli scenari sia piuttosto strutturato e consolidato (siamo al quinto esercizio EBA) rimangono comunque alcune perplessità di fondo sulle ampiezze di tali scenari, sulla coerenza tra paesi di aree geoeconomiche contigue, e sulla reale utilità degli stress test stessi che da un lato assorbono per mesi molte risorse dei dipartimenti di Risk Management e ICT delle banche maggiori, dall’altro non sembrano del tutto soddisfare le caratteristiche di model use (uso effettivo dei modelli nel decision making della banca) che è auspicabile ed auspicato in genere dalla regolamentazione per i modelli e processi di gestione del rischio.

Riferimenti

[1] EBA (2023), https://www.eba.europa.eu/eba-launches-2023-eu-wide-stress-test-0

[2] EBA (2023), “2021 EU-Wide Stress Test Methodological Note”, disponibile nel sito EBA EU wide stress test

[3] EBA (2023), “Macro-financial scenario for the 2023 EU-wide banking sector stress test”.