Cause e implicazioni di una raccolta bancaria più focalizzata sul breve termine
di Antonio Forte

Feb 03 2017
Cause e implicazioni di una raccolta bancaria più focalizzata sul breve termine  di Antonio Forte

Nel corso degli ultimi anni le banche italiane hanno rimodulato in modo consistente la composizione della raccolta da clientela. La quota delle forme di tecniche di raccolta a breve termine è cresciuta in modo costante segnando nel 2016 livelli massimi in prospettiva storica. Questa preferenza per la raccolta a breve termine potrebbe esporre le banche a problemi di funding, in caso di problemi di stabilità di un singolo istituto o sistemici, e di costi, non appena i tassi di interesse ritorneranno a crescere. in questo intervento si analizza tale fenomeno e si evidenziano le criticità ad esso collegate.

Tale cambiamento strutturale della raccolta può essere esaminato attraverso alcune elaborazioni.

Il grafico 1 mostra la quota della raccolta a breve termine, entro i 2 anni, sul totale della raccolta da clientela. Per il calcolo di questa percentuale sono state considerate tutte le forme di deposito, le obbligazioni e i pronti contro termine. Dal grafico si evince, come segnalato in precedenza, che la quota della raccolta a breve termine è in costante crescita. Da inizio 2008 a fine 2016 l’incremento ha superato i 10 punti percentuali, con una accelerazione a partire dalla seconda metà del 2014. Gli ultimi dati disponibili evidenziano che la raccolta con durata inferiore ai 2 anni è pari all’82% del totale.

Questo comportamento delle banche può trovare giustificazione nel mutato contesto economico e finanziario. La preferenza per la raccolta a breve termine, infatti, trova un fondamento economico nella necessità di ridurre l’ammontare degli interessi passivi in uno scenario di tassi di interesse in costante riduzione. Le banche, in altre parole, per cercare di preservare il margine di interesse, hanno deciso di ridurre l’importanza delle forme tecniche più costose, quelle a medio lungo termine, a favore di quelle più economiche, cioè quelle a breve termine. Il grafico 2 mostra questa evoluzione elaborando i dati di gennaio 2008 e di novembre 2016. Dal confronto dei dati si nota come negli ultimi anni vi sia stato un marcato calo del peso delle obbligazioni, riduzione di oltre 10 punti percentuali, a favore delle varie forme di deposito, soprattutto dei depositi in conto corrente. Quindi, la prevalenza di raccolta a breve termine ha comportato anche un cambiamento nel peso relativo delle varie forme tecniche.

Anche questo passaggio da una forma tecnica più stabile nel tempo, le obbligazioni, verso la forma tecnica meno stabile per eccellenza, i depositi in conto corrente, trova giustificazione in un differente contesto economico. Infatti, le obbligazioni hanno perso appeal nel corso degli ultimi anni a causa di una serie di novità succedutesi nel tempo: in primo luogo è importante ricordare la maggiore tassazione delle obbligazioni corporate rispetto ai titoli di stato (26% vs 12,5%); in secondo luogo vi è stata una riduzione dei tassi di interesse offerti sulle obbligazioni con conseguente minor interesse da parte dei risparmiatori; più recentemente, a questi due fattori economici si è aggiunto un fattore psicologico, legato alle conseguenze della risoluzione delle quattro banche popolari nel novembre 2015 e all’introduzione del bail in a inizio 2016. Il timore che le obbligazioni bancarie vengano coinvolte in processi di ristrutturazione ha ulteriormente allontanato i risparmiatori dalle obbligazioni; infine, è necessario ricordare che le operazioni di rifinanziamento a lungo termine della BCE hanno assunto un’importanza crescente nel corso degli ultimi anni e avendo un costo nullo, o addirittura negativo, spiazzano completamente le obbligazioni. A tal proposito, il grafico 3 riporta l’andamento nel tempo del rifinanziamento delle banche italiane e mostra in modo lampante l’accresciuta importanza delle LTRO (Long term refinancing operations) rispetto alle MRO (Main refinancing operations). Per tutti questi motivi le obbligazioni bancarie hanno gradualmente perso la loro funzione cardine a favore dei depositi.

Quali implicazioni comporta questo ribilanciamento della raccolta a favore di forme tecniche di breve termine? Come si ricordava all’inizio, sono sostanzialmente due le conseguenze più evidenti: da un lato le banche sono più esposte al rischio tasso di interesse; dall’altro lato potrebbero sorgere problemi di stabilità, di una singola banca o sistemica, in caso di crisi di fiducia.

In merito alla prima conseguenza, affidandosi oggi a forme tecniche di raccolta a breve termine, le banche potrebbero incorrere in un prossimo futuro in un aggravio di costi nel momento in cui la politica monetaria cambierà impostazione e i tassi cominceranno a risalire. Dato che la raccolta a breve termine deve essere rinnovata con maggior frequenza ciò potrebbe avere un impatto negativo sul margine di interesse. È pur vero che le banche hanno una maggior forza contrattuale, e ciò potrebbe dar loro il tempo di adeguare i tassi e la composizione della raccolta, ma se alcune banche decidessero di seguire la risalita dei tassi e cominciassero ad offrire depositi con tassi più allettanti, potrebbe avviarsi un rialzo generalizzato degli interessi passivi pagati sulla raccolta al fine di scongiurare spostamenti dei depositi tra banche.

L’altro aspetto che può destare preoccupazione è il possibile legame tra crisi di fiducia ed eccesso di raccolta a breve termine. Negli ultimi anni abbiamo assistito a diverse crisi bancarie, anche in Italia, con conseguenti problemi di liquidità causati dal ritiro dei depositi. I depositi in conto corrente, infatti, rappresentano la forma di raccolta più facilmente smobilizzabile da parte dei clienti e la prima ad essere aggredita in caso di crisi di fiducia. L’incremento del peso della raccolta a breve termine descritto in questo intervento potrebbe aumentare i rischi di una crisi di liquidità per alcuni istituti o per il sistema nel suo complesso. Si pensi, in modo particolare, al caso in cui i depositanti decidessero di ritirare i risparmi in risposta ad eventi eccezionali che vadano a minare la credibilità e la percezione di solidità degli stessi istituti. Le banche si troverebbero in breve tempo con una parte importante della raccolta che viene meno.

Date queste considerazioni sarebbe auspicabile che le banche e le autorità di vigilanza comincino a valutare con attenzione questo cambiamento strutturale al fine di evitare che la necessità attuale di preservare il margine di interesse possa trasformarsi in futuro in un problema di stabilità dell’intero sistema bancario.

ESMA annuncia i dettagli per lo stess test 2017 sulle CCP europee

Feb 03 2017

L’ESMA ha pubblicato il quadro di riferimento per l’esercizio di stress test che verrà condotto nel 2017 sulle Controparti Centrali (CCP) europee. L’esercizio coinvolge 17 CCP dell’Unione Europea, per valutare la resilienza e la sicurezza del sistema di CCP europee dal punto di vista del rischio sistemico.

I risultati dell’esercizio forniranno informazioni utili sulla resilienza delle CCP europee a diversi shock di mercato. L’esercizio di stress test aiuterà anche a identificare eventuali carenze nella capacità di recupero delle CCP.

Per quanto riguarda la tempistica dell’esercizio, nel mese di marzo 2017, le controparti centrali coinvolte dovranno fornire i dati per lo stress test, che verranno validati dall’ESMA e dalle Autorità nazionali competenti nel secondo trimestre dell’anno. L’ESMA completerà l’analisi dei dati nel terzo trimestre e pubblicherà i risultati dell’esercizio trimestre successivo.

Comunicato stampa
Framework ESMA per lo stress test 2017 delle CCP europee

Comitato di Basilea: pubblicate FAQ sui requisiti patrimoniali minimi per il rischio di mercato

Feb 03 2017

Il Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria ha pubblicato un documento contenente le risposte alle FAQ (Frequently Asked Questions) in materia di requisiti patrimoniali minimi per il rischio di mercato.

Le domande e le risposte comprendono chiarimenti sia per l’approccio standardizzato che per l’approccio basato su modelli interni.

Al fine di promuovere l’attuazione coerente globale di tali requisiti, il Comitato ha deciso di rivedere periodicamente domande frequenti e pubblicare le risposte insieme a qualsiasi elaborazione tecnica del testo standard e orientamenti interpretativi che può essere necessario.

FAQ del Comitato di Basilea sui requisiti minimi per il rischio di mercato

Avviata consultazione FSB su linee guida per risoluzione CCP

Feb 03 2017

Il Financial Stability Board (FSB) ha pubblicato un documento di consultazione riguardante gli orientamenti in materia di risoluzione delle Controparti Centrali (CCP).

La proposta di linee guida oggetto della consultazione trae spunto dalle risposte ricevute alla nota di discussione pubblicata dal FSB nel mese di agosto 2016. Obiettivo delle linee guida è di supportare le autorità competenti i) nello sviluppo di lo sviluppo di strategie di risoluzione credibili e ii) nell’attuare sistemi efficaci di risoluzione per le CCP.

La consultazione avrà termine il 13 marzo 2017.

Comunicato stampa
Documento di consultazione

EIOPA: formulato parere tecnico sull’implementazione della direttiva in materia di Distribuzione Assicurativa

Feb 03 2017

L’EIOPA ha pubblicato oggi il Parere tecnico indirizzato alla Commissione europea su possibili atti delegati relativi alla direttiva sulla distribuzione dei prodotti assicurativi (e Insurance Distribution Directive o IDD), che rappresenta un’importante strumento per promuovere ulteriormente la tutela sistematica dei consumatori in tutta l’Europa.

L’EIOPA considera della massima importanza che gli interessi dei consumatori siano presi in considerazione per tutto il ciclo di vita del prodotto, che i pagamenti di terze parti – quali ad esempio le commissioni –  non abbiano un impatto negativo sulla qualità dei servizi reso ai clienti e che i prodotti venduti siano adatti e appropriati per il singolo cliente.

Nel documento, inoltre, l’Autorità propone delle misure di intervento concrete per quanto riguarda le seguenti aree: governance di prodotto, conflitti di interesse, impatto degli incentivi e l’appropriatezza dei prodotti di investimento assicurativi.

In seguito alla ricezione del Parere tecnico da parte dell’EIOPA, la Commissione Europea pubblicherà una versione preliminare degli Atti delegati da adottare prima della fine del 2017.

Comunicato stampa
Parere Tecnico EIOPA su IDD

FSB: presentati due nuovi Report sul riutilizzo del collateral

Feb 03 2017

Il Financial Stability Board (FSB) ha pubblicato 2 nuovi Report riguardanti il riutilizzo delle attività finanziarie usate come garanzia (collateral):

– “Re-hypothecation and Collateral Re-use: Potential Financial Stability Issues, Market Evolution and Regulatory Approaches”. Il documento descrive i potenziali problemi di stabilità finanziaria associati al riutilizzo del collateral (proprio o ricevuto dai clienti), e spiega l’evoluzione delle pratiche di mercato e gli approcci normativi vigenti.  Lo studio, inoltre, esamina i possibili benefici e le sfide di armonizzazione normativa legati alle tecniche di re-hypothecation, descrivendone anche eventuali rischi residuali per la stabilità finanziaria.

 – “Non-Cash Collateral Re-use: Measure and Metrics” che incorpora i commenti alla consultazione tenuta sul tema nella prima metà del 2016. La relazione finalizza la misura e metriche per il riutilizzo di attività postate come garanzia diverse dal contante in operazioni di finanziamento tramite titoli che le autorità controlleranno per garantire la stabilità finanziaria.

Comunicato stampa

Pubblicate le risposte a 3 consultazioni regolamentari IVASS

Feb 03 2017

L’Autorità di vigilanza italiana sul settore assicurativo (IVASS) ha pubblicato le risposte fornite dagli operatori di mercato alle consultazioni relative ai seguenti Regolamenti:

– Regolamento IVASS N. 26/2016 concernente l’applicazione delle misure per le garanzie di lungo termine e delle misure transitorie sui tassi di interesse privi di rischio e sulle riserve tecniche;

– Regolamento IVASS N. 27/2016 concernente l’applicazione del sottomodulo di rischio di catastrofe per l’assicurazione malattia per determinare il requisito patrimoniale di solvibilità calcolato con formula standard, dopo implementazione EIOPA;

– Regolamento IVASS N. 28/2016 concernente l’applicazione del metodo look-through ai fini della determinazione del requisito patrimoniale di solvibilità calcolato con la formula standard, conseguente all’implementazione EIOPA.

Esito della consultazione Regolamento IVASS N. 26/2016
Esito della consultazione Regolamento IVASS N. 27/2016
Esito della consultazione Regolamento IVASS N. 28/2016

KIDs for PRIIPs: the ESAs do not agree on the amended draft RTS
di Silvia Dell’Acqua

Gen 27 2017
KIDs for PRIIPs: the ESAs do not agree on the amended draft RTS   di Silvia Dell’Acqua

Last 23rd December 2016 the European Supervisory Authorities (ESAs) published their response to the European Commission (EC) on the amendments it proposed to the draft Regulatory Technical Standards (RTS) on the Key Information Documents (KIDs) for Package Retail and Insurance-based Investments Products (PRIIPs).

Given the time constraints linked to the entry into application of the PRIIPs regulation (already deferred till 31 December 2017) the outcome is puzzling: the ESAs are not in a position to provide an agreed opinion on the amended draft RTS, but they all agree that the changes proposed by the EC on the performance scenarios may be misleading.

Let us take a step back to the origin of the story:

  • 26 November 2014 – the Regulation (EU) N. 1286/2014 of the European Parliament and of the Council sets the form and he content of the KID for PRIIP: a document the manufacturers are required to create and distribute to retail investors to help them in understanding the economic nature and risk of a product
  • 6 April 2016 – the ESAs submit to the EC the draft RTS: a document that specifies the technical features concerning the methodology and format underpinning the writing of the KID
  • 30 June 2016 – the EC endorses the draft by adopting the Commission Delegated Regulation
  • 14 September 2016 – the European Parliament reject the specifications of the RTS
  • 10 November 2016 – the EC sends a letter to the ESAs to inform them on the intention of amending the draft RTS to address the concerns expressed by the Parliament

Even though the EC considers the choices made by the ESAs a good step forward to allow comparability across different PRIIPs, with a significant improvements in terms of transparency, it invites the Authorities to

  • develop a guidance on the practical application of the Credit Risk mitigation factors for insurers (without any mitigation factor, the Credit Risk quantified by the rating agencies would penalize Companies with a robust Solvency Ratio that belong to countries with a poor credit risk)
  • review the draft RTS and re-submit it in form of a formal opinion to the Commission within six weeks on the basis of these amendments
    • multi-option products
      the EC proposes to allow the manufacturers to use, during the transitional period, the UCITS information document as an appropriate means of providing retail investors with detailed pre-contractual information when the multi-option PRIIPs offer investments in these types of securities
    • performance scenarios
      in the draft version proposed by the ESAs, the expected future performance of the PRIIP is shown at the maturities (1, half-holding period and holding period) at three different quantiles of its distribution: 25%, 50% and 75%. The quantiles correspond to an unfavourable, moderate and favourable state of the world. The commission proposes to replace the mean of historical returns with 0 and to include an additional scenario (4th stress scenario) to show how the PRIIPs behave under an extreme market condition. The aim is to avoid any assumption made on the direction of the future market expectation and to reflect that retail investors may lose money. The stress scenario has to be identified through a stress-test analysis of the historical volatility, over a time span that considers the Recommended Holding Period (RHP) of the PRIIP and the frequency of price calculation
    • comprehension alert
      the EC states that a detailed guidance should be provided to facilitate a consistent use of the alert: simple disclosures approaches are associated with a better comprehension of the KID. The criteria should be

– the PRIIP invests in underlying assets that are not commonly invested in by retail investors

– the PRIIP uses a number of different mechanisms to calculate the final return of the investment, creating a greater risk of misunderstanding

– the payoff is based on teaser rates followed by floating conditional rates

Furthermore, the Commission claims that the description of the administrative costs related to the biometric components of the PRIIPs is not clear and has to be reviewed to allow the investor in identifying what is invested and what is related to the insurance cost.

The ESAs have discussed the above-mentioned amendments and have presented an opinion to the three Boards of Supervisors. A qualified majority was reached in the EBA (European Banking Authority) and ESMA (European Securities and Markets Authority) Boards, but not in the EIOPA (European Insurance and Occupational Pensions Authority) one. All the three Authorities convey that replacing the historical mean with zero in the performance scenarios do not allow to reflect the performance of asset classes, costs and product features. They also say that, in case the EC still wishes to amend the RTS along the line proposed, it should consider at least the distribution of risk free returns, adjusted for dividend yields; this will anyway do not allow distinguishing between different asset classes.

I do agree with the doubts raised by the ESA. Let us make a trivial example, supposing that an investor has to choose between two products A and B, where the volatility compensates the expected return: A has a lower expected return and a lower volatility, while B has a higher expected return and a higher volatility. If the performance scenarios were only based on the volatility with an expected return that equals 0 or risk free yield, B would be probably less preferable, while it may be more appropriate for a certain customer with a certain utility function.

Rapporto Oliver Wyman sui costi di implementazione dell’FRTB: una conferma, non certo una sopresa
di Marco Pavoni

Gen 27 2017
Rapporto Oliver Wyman sui costi di implementazione dell’FRTB: una conferma, non certo una sopresa   di Marco Pavoni

Oliver Wyman (OW), una delle più importanti società di consulenza nel mondo, con approfondita e specifica conoscenza del settore bancario, ha riportato ieri in un’intervista al Financial Times, gli esiti più significativi di un rapporto che aggiorna la stima dei costi di implementazione della c.d. Fundamental Review of the Trading Book (FRTB) per il sistema bancario nel suo complesso.

A seguito di una indagine condotta su 20 istituzioni bancarie con significative attività di trading in Europa, Asia e Stati Uniti, OW in particolare riporta che il nuovo range di costo sarà presumibilmente tra i 100 ed i 200 mio $, ben più alto di quello stimato un anno fa, compreso tra i 43 ed i 129 mio $.

Il costo totale stimato a livello di sistema bancario si aggira intorno ai 5 bn $, aggiunge OW.

OW attraverso uno dei partner, Aude Schoenbachler, osserva che certamente lo scorso anno le banche avevano effettuato solo una prima stima dei probabili costi di implementazione, stima che a seguito delle analisi condotte nel 2016 è stata ampiamente rivista; infatti circa 500 mio $ sono stati spesi, soprattutto nell’anno appena trascorso, per cercare di valutare gli impatti in termini economici e finanziari nonché strategici, della nuova regolamentazione pubblicata dal Comitato di Basilea della BRI nel gennaio scorso.

OW ha anche riportato che le banche dovranno assegnare circa 2000 risorse aggiuntive per fare fronte agli sviluppi richiesti dai programmi di implementazione dell’FRTB, tra nuove assunzioni, riallocazioni di personale esistente e consulenti.

OW ha commentato inoltre che molte istituzioni, nella persistente incertezza circa alcuni elementi cruciali della nuova normativa (ad es. la misura del floor da applicare allo Standardized Approach o SA che disattiverebbe l’Internal Model Approach o IMA) e le evidenti difficoltà a livello delle stesse autorità regolamentari a finalizzare il nuovo assetto normativo (cfr. mancato rispetto della scadenza del 31 dicembre per l’approvazione da parte del Comitato di Basilea), in un contesto di estrema attenzione ai costi, hanno rinviato i loro piani di spesa per investimenti in tecnologia e risorse umane, adottando un approccio wait and see che è indubbiamente rischioso pur in considerazione di un probabile allungamento tempi per l’introduzione delle nuove regole (phase-in).

OW ha infine sottolineato che il rapporto non sarà reso pubblico in quanto frutto di conversazioni confidenziali con le controparti, declinando allo stesso tempo ogni risposta ai quesiti degli analisti su come la stessa sia arrivata a quelle stime; ciò ancorchè comprensibile per molti aspetti, rende legittimi dubbi sulla credibilità e solidità dell’indagine.

A titolo di commento conclusivo crediamo di poter affermare che le stime fornite da OW non possono certo essere riguardate come una sorpresa, ma sono piuttosto una conferma degli iniziali timori manifestati da molti operatori non appena si sono valutate con sufficiente attenzione le implicazioni tecnologiche ed operative connesse ai nuovi standard. E non pensiamo sia da escludere un ulteriore ritocco al rialzo di queste stime.

Bibliografia:

Minimum Capital Requirements for Market Risk, Basel Committee for Banking Supervision of Bank for International Settlements, 14 Gennaio 2016