Fintech e Finanza Sostenibile: l’impatto globale del Fintech for Good
a cura di Deloitte

Gen 17 2024
Fintech e Finanza Sostenibile: l’impatto globale del Fintech for Gooda cura di Deloitte

Il Fintech, ovvero l’insieme di modelli di business, prodotti e servizi finanziari innovativi abilitati e potenziati dalle nuove tecnologie digitali come l’intelligenza artificiale, è ormai riconosciuto come un fenomeno globale che sta innovando significativamente l’industria finanziaria, fino ad espandersi anche all’ambito non finanziario.

Le organizzazioni finanziarie tradizionali – i cosiddetti “incumbent” – prestano sempre maggiore attenzione alle potenzialità delle fintech, in una prospettiva sempre più orientata alla collaborazione e in una logica di “open finance”: un concetto di “innovazione aperta” che coinvolge attori come startup e Big Tech per raccogliere idee, dati e competenze utili all’evoluzione di prodotti e servizi in ambito finanziario[1]. Secondo il Digital Banking Maturity Report di Deloitte (2022)[2], le banche definite come “digital champions banks”, ovvero quelle che dimostrano performance migliori e guidano nuovi trend digitali, sono più attive rispetto ad altre banche nel costruire ecosistemi e collaborazioni con le fintech. Nello specifico, più di 8 digital champions banks su 10 sviluppano collaborazioni con fintech.

Non solo, si registra una pervasività crescente dell’adozione dei servizi delle fintech anche in industrie non finanziarie. I servizi fintech, infatti, sono sempre più richiesti e adottati da aziende non finanziarie per creare esperienze integrate e soddisfacenti per il cliente secondo una logica di “embedded finance”, ovvero incorporando servizi finanziari in modelli di business di organizzazioni non finanziarie. Il Deloitte 2023 Banking and Capital Markets Forecast Report prevede che i ricavi relativi all’embedded finance registreranno una crescita significativa nei prossimi anni, raggiungendo nel 2025 un valore totale di $230 miliardi.[3]

Considerando la pervasività e l’impatto generato dal fintech, diventa necessario chiedersi in che modo il fintech possa inserirsi all’interno del sempre più crescente e rilevante dibattito attorno a tematiche di sostenibilità e inclusione, a cui anche le aziende finanziarie sono chiamate a rispondere.

Al ritmo attuale, infatti, sembra difficile che il mondo riesca a raggiungere l’obiettivo di mantenere il riscaldamento globale a 1,5° entro il 2050. Per questo, il regolatore sta prestando particolare attenzione alle misure di riduzione dell’impatto carbonico: con lo European Green Deal, l’Unione Europea ha fissato i propri obiettivi climatici e obbligato gli Stati Membri e l’Industria a prendere le misure necessarie per adeguarvisi, con un’attenzione particolare proprio alla Finanza Sostenibile: nel novembre del 2022, la Banca Centrale Europea ha stabilito per le banche una deadline di 18 mesi per includere i rischi legati al clima e all’ambiente nei propri processi strategici, operativi e di governance. Una misura che ha portato le banche a iniziare un’importante raccolta di dati legati al rischio ambientale, utilizzando gli ESG ratings per valutare la propria posizione e ripensare le proprie strategie.[4]

Dall’altra parte, anche la richiesta di un sistema finanziario più inclusivo sembra essere sempre più pressante: 1,7 miliardi di adulti in tutto il mondo non hanno accesso ad alcun prodotto o servizio finanziario di base[5], sollevando importanti domande sul ruolo delle aziende finanziarie nel creare un’industria finanziaria davvero inclusiva.

In questo contesto, si può inquadrare l’emergere del fenomeno “fintech for good”, ovvero l’intersezione tra finanza e tecnologia per incorporare inclusione sociale e sostenibilità ambientale nel modello di business delle fintech e nella progettazione, sviluppo e implementazione dei loro prodotti per accelerare lo sviluppo sostenibile. Secondo questa prospettiva si può leggere ad esempio la crescita 10x degli Investimenti Venture Capital in startup Green Fintech tra il 2019 e il 2022 registrata da Dealroom nel suo ultimo report annuale sul mondo fintech.[6]

Il fenomeno è stato esplorato anche dal recente report Deloitte “Fintech for All, Fintech for Good. How Global Fintechs are paving the way to a better future for the people and the planet[7], realizzato in collaborazione con TIRESIA, il Centro di ricerca della School of Management del Politecnico di Milano dedicato allo studio delle nuove forme di impatto sostenibile e dei modelli imprenditoriali e di innovazione sostenibile; con Fintech District, la community internazionale di riferimento per l’ecosistema Fintech e Techfin in Italia, e con FTS Group.

Partendo da un dataset iniziale di oltre 15.000 Fintech, lo studio ha analizzato il fintech for good a livello globale per fare luce sui modelli di business, segmenti di mercato e geografie relative alle aziende fintech for good. Il report identifica 485 aziende che possono essere considerate fintech for good e approfondisce i meccanismi di creazione di valore attivati dalle fintech for good in collaborazione con incumbent, attraverso 10 casi studio di fintech for good selezionate per il loro modello di business innovativo.

Lo studio individua 8 segmenti di mercato in cui si articola il fenomeno fintech for good. “Digital banking”, “Payments”, and “Investment” emergono come i segmenti fintech for good più diffusi, rispettivamente con il 24%, il 20% e il 19% del campione risultante. Seguono i segmenti di mercato “TechFin”, che include realtà che forniscono servizi ad altri attori finanziari, e il segmento Lending, che rappresenta l’11% del campione. Crowdfunding, Insurtech e RegTech sono invece i segmenti di mercato fintech for good ancora in crescita, rappresentando rispettivamente l’8%, il 6% e il 2% del campione investigato.

La distribuzione geografica delle aziende fintech for good dimostra come esse siano diffuse sia in economie avanzate (49%) che emergenti (30%), mentre il 21% del campione rivolge invece le proprie soluzioni a livello globale. Gli Stati Uniti rappresentano il primo Paese per numero di Fintech for Good (30% del campione totale), seguiti dal Regno Unito (15%) mentre il mercato italiano mostra margini di crescita con una quota del 7% del campione totale.

La ricerca evidenzia una differenza sostanziale tra Paesi sviluppati ed economie emergenti. Mentre nelle economie sviluppate, il fintech for good fornisce principalmente servizi complementari agli incumbent o opera in nicchie di mercato, nelle economie emergenti le fintech for good riescono a intercettare nuovi mercati che gli incumbent non sono in grado di servire. Inoltre, mentre nelle economie sviluppate, il fenomeno fintech for good si concentra su bisogni di specifici target di popolazione come giovani e anziani, nelle economie emergenti, le fintech for good risultano degli abilitatori della “democratizzazione finanziaria”, permettendo alla base della piramide sociale di accedere a servizi finanziari di base.

Dall’analisi, risulta inoltre che i casi di collaborazione tra aziende finanziarie tradizionali e fintech for good siano sempre più frequenti. Dalla collaborazione più nota tra Visa e la fintech Go Henry per accelerare l’educazione finanziaria dei bambini e ragazzi, all’acquisizione di Credit Kudos da parte di Apple per garantire accessibilità del credito, fino a collaborazioni meno conosciute, come quella di Pixpay con Greenly e Moonshot Insurance per offrire servizi addizionali come la misurazione dell’impronta carbonica. A queste si aggiungono anche la partnership strategica siglata da Lupiya con Mastercard per estendere l’accesso al credito in Africa e l’acquisizione dell’italiana Redo da parte di OCS, per creare disruption tecnologica nel segmento dei micro-prestiti istantanei grazie all’intelligenza artificiale.

Guardando oltre l’ambito finanziario, anche organizzazioni non finanziarie stanno mostrando interesse per soluzioni delle fintech for good, facilitando l’uso e l’erogazione di strumenti finanziari sostenibili da parte di fornitori non finanziari. Ad esempio, Flowe ha inaugurato una collaborazione con una grande catena di distribuzione per una soluzione di embedded finance volta ad aumentare la fidelizzazione e il risparmio dei consumatori con un potenziale impatto positivo anche sull’ambiente.

Grazie alle possibilità offerte dalle tecnologie digitali e alla natura inclusiva e accessibile del Fintech, il fintech for good può facilitare non solo una “democratizzazione della finanza”, rendendo i servizi finanziari più vicini a segmenti di popolazione e geografie tradizionalmente escluse, ma anche supportare le aziende nella realizzazione dei propri obiettivi di sostenibilità, dando vita ad una vera e propria Green Finance. Utilizzando tecnologie avanzate e un nuovo punto di vista sui clienti, le fintech possono proporsi come la risposta per conciliare profittabilità e impatto nel contesto del settore finanziario, divenendo attrattive per gli incumbent che mirano a creare un impatto positivo in termini sia sociali che ambientali. Questi obiettivi possono essere raggiunti facendo leva sulla combinazione del valore intrinseco della tecnologia con l’intenzionalità di affrontare un bisogno sociale e l’addizionalità di indirizzare le persone e i mercati meno serviti.

Authors:

Paolo Gianturco – Senior Partner FSI Consulting and FS Tech Leader, Deloitte Consulting SrL SB

Giacomo Mazzanti – Partner Fintech Community Leader, Deloitte Consulting SrL SB

Marco Mione – Voice of FinTech & Market Bridge 4 FSI Leader, Deloitte Consulting SrL SB

Valentina Gotti, Senior Researcher | Market Bridge 4 FSI, Deloitte Consulting SrL SB

Stefano D’Angelo, Ph.D – Researcher | Market Bridge 4 FSI, Deloitte Consulting SrL SB


[1] Cfr. Filippo Renga, Cos’è l’Open Finance e perché è l’evoluzione dell’Open Banking, Osservatori Open Innovation – Politecnico di Milano, https://blog.osservatori.net/, 01/04/2020

[2] G. Trapassi, M. Pincetti et al., Digital Banking Maturity 2022, Deloitte, 2023

[3] M. O’Reilly, A. Celner, D. Weston, V. Srinivas, 2023 Banking and Capital Outlook, Deloitte, 2022

[4] S. Brennan, R. Bravo Gonzalez, M. Puzniak-Holford, R. Kilsby, A. Subramoni, EU regulation drives the sustainability transition, Deloitte Insights, 12 Giugno 2023

[5] Cfr. The World Bank, Global Findex Database, 2021

[6] Dealroom Fintech 2022 Report, January 2023

[7] Il report completo è consultabile alla pagina: https://www2.deloitte.com/it/it/pages/financial-services/articles/fintech-for-all-fintech-for-good.html

Il termometro dei mercati finanziari (12 Gennaio 2024)
a cura di E. Barucci e D. Marazzina

Gen 13 2024
Il termometro dei mercati finanziari (12 Gennaio 2024)a cura di E. Barucci e D. Marazzina

L’iniziativa di Finriskalert.it “Il termometro dei mercati finanziari” vuole presentare un indicatore settimanale sul grado di turbolenza/tensione dei mercati finanziari, con particolare attenzione all’Italia.

  • Rendimento borsa italiana: rendimento settimanale dell’indice della borsa italiana FTSEMIB;
  • Volatilità implicita borsa italiana: volatilità implicita calcolata considerando le opzioni at-the-money sul FTSEMIB a 3 mesi;
  • Future borsa italiana: valore del future sul FTSEMIB;
  • CDS principali banche 10Ysub: CDS medio delle obbligazioni subordinate a 10 anni delle principali banche italiane (Unicredit, Intesa San Paolo, MPS, Banco BPM);
  • Tasso di interesse ITA 2Y: tasso di interesse costruito sulla curva dei BTP con scadenza a due anni;
  • Spread ITA 10Y/2Y : differenza del tasso di interesse dei BTP a 10 anni e a 2 anni;
  • Rendimento borsa europea: rendimento settimanale dell’indice delle borse europee Eurostoxx;
  • Volatilità implicita borsa europea: volatilità implicita calcolata sulle opzioni at-the-money sull’indice Eurostoxx a scadenza 3 mesi;
  • Rendimento borsa ITA/Europa: differenza tra il rendimento settimanale della borsa italiana e quello delle borse europee, calcolato sugli indici FTSEMIB e Eurostoxx;
  • Spread ITA/GER: differenza tra i tassi di interesse italiani e tedeschi a 10 anni;
  • Spread EU/GER: differenza media tra i tassi di interesse dei principali paesi europei (Francia, Belgio, Spagna, Italia, Olanda) e quelli tedeschi a 10 anni;
  • Euro/dollaro: tasso di cambio euro/dollaro;
  • Spread US/GER 10Y: spread tra i tassi di interesse degli Stati Uniti e quelli tedeschi con scadenza 10 anni;
  • Prezzo Oro: quotazione dell’oro (in USD)
  • Euribor 6M: tasso euribor a 6 mesi.
  • Spread 10Y/2Y Euro Swap Curve: differenza del tasso della curva EURO ZONE IRS 3M a 10Y e 2Y;

I colori sono assegnati in un’ottica VaR: se il valore riportato è superiore (inferiore) al quantile al 15%, il colore utilizzato è l’arancione. Se il valore riportato è superiore (inferiore) al quantile al 5% il colore utilizzato è il rosso. La banda (verso l’alto o verso il basso) viene selezionata, a seconda dell’indicatore, nella direzione dell’instabilità del mercato. I quantili vengono ricostruiti prendendo la serie storica di un anno di osservazioni: ad esempio, un valore in una casella rossa significa che appartiene al 5% dei valori meno positivi riscontrati nell’ultimo anno. Per le prime tre voci della sezione “Politica Monetaria”, le bande per definire il colore sono simmetriche (valori in positivo e in negativo). I dati riportati provengono dal database Thomson Reuters. Infine, la tendenza mostra la dinamica in atto e viene rappresentata dalle frecce: ↑,↓, ↔  indicano rispettivamente miglioramento, peggioramento, stabilità rispetto alla rilevazione precedente.

ESMA and NCAs to coordinate supervisory activities on MiFID II pre-trade controls

Gen 13 2024

The European Securities and Markets Authority (ESMA), the EU’s financial markets regulator and supervisor, has launched a Common Supervisory Action (CSA) with National Competent Authorities (NCAs), with the objective of assessing the implementation of pre-trade controls (PTCs) by EU investment firms using algorithmic trading techniques…

https://www.esma.europa.eu/press-news/esma-news/esma-and-ncas-coordinate-supervisory-activities-mifid-ii-pre-trade-controls

ESMA explores risk exposures to real estate in EU securities markets and investment funds

Gen 13 2024

The European Securities and Markets Authority (ESMA), the EU’s financial markets regulator and supervisor, is publishing its first analysis of the exposures the EU securities and markets and asset management sector have to real estate…

https://www.esma.europa.eu/press-news/esma-news/esma-explores-risk-exposures-real-estate-eu-securities-markets-and-investment

Il termometro dei mercati finanziari (15 Dicembre 2023)
a cura di E. Barucci e D. Marazzina

Dic 17 2023
Il termometro dei mercati finanziari (15 Dicembre 2023)a cura di E. Barucci e D. Marazzina

L’iniziativa di Finriskalert.it “Il termometro dei mercati finanziari” vuole presentare un indicatore settimanale sul grado di turbolenza/tensione dei mercati finanziari, con particolare attenzione all’Italia.

  • Rendimento borsa italiana: rendimento settimanale dell’indice della borsa italiana FTSEMIB;
  • Volatilità implicita borsa italiana: volatilità implicita calcolata considerando le opzioni at-the-money sul FTSEMIB a 3 mesi;
  • Future borsa italiana: valore del future sul FTSEMIB;
  • CDS principali banche 10Ysub: CDS medio delle obbligazioni subordinate a 10 anni delle principali banche italiane (Unicredit, Intesa San Paolo, MPS, Banco BPM);
  • Tasso di interesse ITA 2Y: tasso di interesse costruito sulla curva dei BTP con scadenza a due anni;
  • Spread ITA 10Y/2Y : differenza del tasso di interesse dei BTP a 10 anni e a 2 anni;
  • Rendimento borsa europea: rendimento settimanale dell’indice delle borse europee Eurostoxx;
  • Volatilità implicita borsa europea: volatilità implicita calcolata sulle opzioni at-the-money sull’indice Eurostoxx a scadenza 3 mesi;
  • Rendimento borsa ITA/Europa: differenza tra il rendimento settimanale della borsa italiana e quello delle borse europee, calcolato sugli indici FTSEMIB e Eurostoxx;
  • Spread ITA/GER: differenza tra i tassi di interesse italiani e tedeschi a 10 anni;
  • Spread EU/GER: differenza media tra i tassi di interesse dei principali paesi europei (Francia, Belgio, Spagna, Italia, Olanda) e quelli tedeschi a 10 anni;
  • Euro/dollaro: tasso di cambio euro/dollaro;
  • Spread US/GER 10Y: spread tra i tassi di interesse degli Stati Uniti e quelli tedeschi con scadenza 10 anni;
  • Prezzo Oro: quotazione dell’oro (in USD)
  • Euribor 6M: tasso euribor a 6 mesi.
  • Spread 10Y/2Y Euro Swap Curve: differenza del tasso della curva EURO ZONE IRS 3M a 10Y e 2Y;

I colori sono assegnati in un’ottica VaR: se il valore riportato è superiore (inferiore) al quantile al 15%, il colore utilizzato è l’arancione. Se il valore riportato è superiore (inferiore) al quantile al 5% il colore utilizzato è il rosso. La banda (verso l’alto o verso il basso) viene selezionata, a seconda dell’indicatore, nella direzione dell’instabilità del mercato. I quantili vengono ricostruiti prendendo la serie storica di un anno di osservazioni: ad esempio, un valore in una casella rossa significa che appartiene al 5% dei valori meno positivi riscontrati nell’ultimo anno. Per le prime tre voci della sezione “Politica Monetaria”, le bande per definire il colore sono simmetriche (valori in positivo e in negativo). I dati riportati provengono dal database Thomson Reuters. Infine, la tendenza mostra la dinamica in atto e viene rappresentata dalle frecce: ↑,↓, ↔  indicano rispettivamente miglioramento, peggioramento, stabilità rispetto alla rilevazione precedente.

Rapporto ESG 2023 del QFinLab sulle società quotate
a cura di Emilio Barucci e Davide Stocco

Dic 17 2023
Rapporto ESG 2023 del QFinLab sulle società quotatea cura di Emilio Barucci e Davide Stocco

Il decreto legislativo n.254/2016, ha introdotto l’obbligo di pubblicare una Dichiarazione di carattere Non Finanziario (DNF di seguito) per le società italiane quotate nel mercato regolamentato italiano o in uno dell’Unione Europea.

Il laboratorio QFinLab del Dipartimento di Matematica-Politecnico di Milano predispone annualmente un Rapporto, giunto alla III edizione, in collaborazione con Iason Ltd. L’obiettivo è fornire un’analisi degli indicatori ESG delle società quotate italiane. L’analisi fa riferimento alle informazioni riguardo all’esercizio 2022.

Il Rapporto riporta informazioni sui tre pillar (Environment, Social, Governance) e fornisce un approfondimento sulle società che appartengono all’indice Mib ESG.

Il 2022 segna l’uscita dalla pandemia COVID 2019. Un passaggio che ha portato con sé una maggiore consapevolezza da parte della popolazione sui temi ESG e una sostenuta ripresa dell’attività economica (crescita del 3,7% del PIL nel 2022 e dell’8,3% nel 2021). Questi fenomeni si riflettono nel Rapporto: da un lato, la sua copertura è più ampia con un numero sempre maggiore di società che rilasciano informazioni dettagliate su temi ESG, dall’altro la ripresa dell’attività ha portato ad un peggioramento di alcuni indicatori sul fronte dell’ambiente e dei temi sociali. 

Per quanto riguarda i primi due pillar sono state utilizzate le informazioni contenute nelle DNF delle società. Al 15 settembre 2023, sono state raccolte relazioni di 174 società: 40 Ftse-Mib, 59 Mid Cap, 75 Small Cap. Rispetto al Rapporto del 2022, l’analisi è stata significativamente ampliata (+33 società).

Per quanto riguarda la governance e la struttura proprietaria, le informazioni sono quelle disponibili sul sito della Consob e nelle relazioni sulla corporate governance. Le società censite a questo riguardo sono 230: 34 Ftse-Mib, 57 Mid Cap, 139 Small Cap. 

Non esistono, ad oggi, standard univoci di reportistica in ambito di sostenibilità. Diverse iniziative sono nate per rendere omogenea la comunicazione in materia, una delle più riconosciute a livello internazionale è la Global Reporting Initiative (GRI), che ha come obiettivo quello di definire gli standard di rendicontazione delle DNF delle organizzazioni. Riguardo ai primi due pilastri il rapporto si concentra su un sottoinsieme degli indicatori proposti nella documentazione GRI. La selezione è stata guidata da due criteri: la necessità di individuare un indicatore quantitativo, l’estensione della copertura nel database. Il primo aspetto assume particolare rilievo: in molte DNF vengono riportate considerazioni di tipo qualitativo, una informazione che non è stata presa in considerazione. Il rapporto si concentra su dati quantitativi che permettono di avere una maggiore omogeneità. Nonostante questo, per alcune informazioni raccolte, la disomogeneità nella misurazione dell’indicatore quantitativo non è stata ancora superata.

I principali risultati del Rapporto possono essere così riassunti:

  • L’attenzione al tema ESG è aumentata. La pubblicazione delle DNF e la copertura del database è più ampia.
  • La ripresa dell’attività economica ha portato ad un peggioramento di alcuni idnciatori sul fronte delle emissioni (per dipendente) mentre il dato sull’utilizzo di materiali rinnovabili mostra un miglioramento.
  • Il rapporto della remunerazione uomo-donna si colloca tra l’80% e il 90%. La quota femminile della forza lavoro è pari al 40%.
  • La struttura proprietaria vede un rafforzamento della quota del primo azionista, che spesso esercita il controllo, la quota degli azionisti rilevanti e piccoli è in diminuzione.
  • Si assite ad un calo della presenza di amministratori di minoranza e ad un aumento di quelli indipendenti.
  • L’indice ESG presenta delle differenze in positivo in tema di emissioni perlopiù non statsiticamente significative rispetto alle aziende a maggiore capitalizzazione.

ESMA consults on draft guidelines for supervision of corporate sustainability information

Dic 17 2023

The European Securities and Markets Authority (ESMA), the EU’s financial markets regulator and supervisor, has launched a consultation on a set of draft Guidelines on Enforcement of Sustainability Information and is inviting comments from interested stakeholders by 15 March 2024…

https://www.esma.europa.eu/press-news/esma-news/esma-consults-draft-guidelines-supervision-corporate-sustainability