Stress test EBA ai tempi della pandemia: scenari più negativi che in passato
a cura di Emilio Barucci e Michele Bonollo

Feb 06 2021
Stress test EBA ai tempi della pandemia: scenari più negativi che in passato  a cura di Emilio Barucci e  Michele Bonollo

Il 29 gennaio EBA ha lanciato gli stress test 2021 per un panel rilevante di banche europee: 50 banche che rappresentano il 70% della quota di mercato europea delle banche, vedi [1].

Le banche italiane coinvolte sono Unicredit, Banca Intesa, BancoBPM, MPS. Il panel è simile a quello dello stress test 2018 per estensione del campione. Molte altre banche conducono esercizi simili sotto la supervisione delle Banche centrali nazionali ma i risultati non vengono pubblicati da EBA.

Prima delle considerazioni tecniche, presentiamo alcuni aspetti di perimetro e contesto.

Lo stress test si svolge nel corso della pandemia COVID, avrebbe dovuto svolgersi nel 2020, sui dati di fine bilancio 2019, ma è stato rinviato per consentire alle banche di dedicare tutte le loro energie alla gestione della pandemia e delle misure dei governi di sostegno a privati e imprese. Si tratta del primo stress test che non include banche del Regno Unito e che prevede la partecipazione di Israele.

Il processo di messa a punto degli stress test è stato simile a quello dei round precedenti: pubblicazione del draft metodologico in novembre, pubblicazione di metodologia definitiva e scenari e fine gennaio, impegno di EBA a pubblicare i risultati finali nel mese di luglio 2021. Il complesso coordinamento delle diverse funzioni della banca coinvolte nello stress test implica che in febbraio si entra già nella fase “calda” del processo di stress test.

EBA ha enfatizzato che lo stress test non vuole essere un esercizio previsivo, ma una verifica della resilienza delle banche europee, con particolare attenzione all’attuale fase pandemica e ai nuovi rischi quali la distribuzione inefficace del vaccino.

Sviluppiamo la nostra analisi mostrando gli elementi di continuità dell’attuale Stress Test rispetto a quello del 2018 e in cosa si differenzia. In estrema sintesi, possiamo affermare che il workflow di calcolo rimane pressoché immutato mentre gli shock degli scenari avversi cambiano significativamente.

1. Stress Test 2021: cosa non cambia

Possiamo valutare questo aspetto confrontando le note metodologiche EBA 2021 con quelle 2018 (ricordiamo che lo stress test si svolge ogni 2 anni, con rinvio nel 2020 per emergenza Covid), vedi [2].

La struttura delle nota in tutte le sue sezioni è pressoché identica, salvo piccoli aggiustamenti che non intaccano la struttura dell’esercizio.

Gli aspetti rilevanti dello stress test sono rimasti invariati:

  • Static balance sheet assumption. L’esercizio per la parte di stock della banca ha come data di riferimento i dati di bilancio al 31.12.2020, e non vi sono ipotesi di modifica dei volumi legati a piani strategici o budget commerciali. Nei tre anni 2021-2023 di orizzonte dello stress test, si fa quindi ipotesi di staticità dei dati della banca (ad esempio, duration immutata dei portafogli).
  • Tassonomia dei rischi. La nota metodologica EBA e i template che le banche devono popolare (una articolata anzi complessa serie di fogli Excel divisi per categorie di rischi) si concentrano su rischio di credito, rischi di mercato (comprensivi di CVA e counterparty risk), rischio di tasso (net interest income). Spazio meno significativo è dedicato a rischio operativo e conduct risk.
  • Misure di impatto degli stress. EBA si sofferma su due misure di impatto: P&L e REA (Risk Weighetd Exposure Amount). P&L riguarda gli effetti degli scenari di stress sulla redditività della banca: perdite sul trading proprietario, incremento di accantonamenti sul credito per peggioramento delle probabilità di default delle controparti, incremento di CVA (accantonamenti sulle posizioni in derivati OTC), incremento delle controparti in default. Il REA riguarda invece l’aumento del capitale assorbito (e quindi peggioramento dei ratios patrimoniali) dovuto al peggioramento dei parametri di rischio delle posizioni o dei parametri di mercato.
  • Propagazione degli scenari di stress. Anche su questo punto non c’è alcuna modifica rispetto al passato. Il termine propagazione riguarda il modo con cui gli scenari di stress test vanno a definire le misure di impatto sopra individuate. In sostanza, si ha una biforcazione nei metodi di calcolo:
    • per il portafoglio crediti, vengono assegnati scenari macro economici (in termini di PIL, disoccupazione, prezzo degli immobili e altre variabili). Le banche tramite propri modelli satellite stimano l’impatto di tali scenari avversi sui parametri di rischio quali PD e LGD, determinando di conseguenza le proiezioni sui tassi di default e accantonamenti. Si tratta di modelli che legano le variabili macro alla qualità creditizia del cliente o alla tenuta delle garanzie, previa suddivisione dei clienti in cluster omogenei per dimensione e settore.
    • per gli strumenti finanziari (rischio di mercato, CVA, counterparty risk) vengono definiti scenari direttamente sulle variabili finanziarie (interest rate, forex, equity) che rappresentano i sottostanti degli strumenti finanziari.

Punti di attenzione sul credito. Per quanto attiene il rischio di credito, nelle note metodologiche sono posti alcuni paletti circa lo svolgimento dell’esercizio: utilizzare parametri di rischio point-in-time (cioè sincroni con gli scenari), per evitare l’effetto smoothing di possibili modelli through-the-cycle; assenza di cure rate, cioè non ammettere effetti di ritorno dal default nelle simulazioni; gestione attenta e prudente delle posizioni in stage 2 ai fini dei principi contabili IFRS9, vedi [3], cioè delle posizioni che hanno subito un degrado della qualità creditizia della controparte, per le quali il provisioning deve essere effettuato lifetime (per l’intera vita della posizione, non ad un anno come le posizioni di qualità stabile). Si rammenta infine che sono da considerare due scenari: il baseline (proiezione neutra) e quello avverso. La resilienza delle banche è valutata rispetto a quello avverso.

Punti di attenzione sul rischio di mercato. Molti e interessanti gli aspetti tecnici in continuità con le precedenti edizioni. Tra questi:

  • Enfasi e necessità di maggiore disclosure riguardo agli strumenti finanziari di livello L3 ai sensi dei principi contabili, per i quali cioè il fair value è calcolato “a modello”, su parametri poco liquidi e con payoff esotici.
    • Preferenza per l’approccio full evaluation, cioè ricalcolo delle posizioni non mediante sensitivities ma con le opportune funzioni di pricing.
    • Per il counterparty risk, devono essere computate le perdite da default delle due controparti più vulnerabili (per operatività bilaterale in derivati) nel novero delle dieci posizioni con esposizione più elevata.

3 Stress Test 2021. Cosa  cambia

Rispetto alla precedente edizione degli stress test, gli scenari cambiano in modo significativo.

Per i tassi di interesse si fa riferimento all’ipotesi “lower for longer” (i tassi potrebbero scendere/rimanere bassi a lungo) con un declino dell’attività economica a causa di un prolungarsi della pandemia.

  • Scenari macro. -3.6% di crescita del PIL nell’Unione Europea sull’orizzonte temporale 2021-2023 (scenario avverso), disoccupazione + 4.7%, prezzi immobili residenziali in discesa di quasi il 10%, quelli degli immobili commerciali di oltre il 30%. Rispetto allo stress test del 2020 lo scenario avverso prevede un declino più soft del PIL e uno più elevato della disoccupazione. Anche l’effetto sui prezzi degli immobili è più elevato.
  • Scenari mercato. I tassi di interesse privi di rischio nominali (a breve e a lungo termine) rimangono sotto zero per tutto l’orizzonte dell’esercizio. La curva dei rendimenti si inverte nel 2021 con tassi ad un anno che rimangono a -0.6% mentre il tasso swap a dieci anni scende a -0.9%, nel 2022-2023 la curva dei tassi si appiattisce con tassi a breve e a lunga che convergono a -0.5%. Lo spread dei paesi con un debito pubblico elevato sale a 75 basis point nel 2023. Il declino del mercato azionario dei paesi avanzati è del 50% nel 2021 con un recupero successivo ma nel 2023 il mercato azionario è sempre sotto del 35% rispetto al punto di partenza. Gli effetti negativi sui dati di mercato sono più marcati di quanto previsto nello stress test del 2020.

In generale si riscontra che gli scenari sono più negativi di quelli utilizzati nell’ultimo stress test effettuato (quello del 2018):

  • Saggio di crescita del PIL tra -0.2% e -1.9% nello scenario avverso nei tre anni 2021-2023 nell’area dell’Unione Europea. Nel 2018 lo scenario avverso prevedeva una variazione tra -0.9% e +0.5% nei 3 anni.
  • Disoccupazione tra il 10.4% e il 12.4% nello scenario avverso nell’area dell’Unione Europea, mente nello stress test del 2018 si collocava tra 8.9% e 10.4%.
  • Prezzi degli immobili residenziali in diminuzione ad un saggio compreso tra -3.9% e -4.5% nello scenario avverso sui tre anni (per un cumulato pari a -15.7%), nello stress test del 2018 il calo sui tre anni era compreso tra -0.5% e -8.4% con un cumulato pari a -16%.
  • Tasso di interesse a dieci anni: nel 2018+ 0.59%, nel 2021– 0.33%.
  • Mercato azionario: nel 2018 l’indice borsistico americano faceva segnare -23%, nel 2021 -55%; quanto alla borsa italiana nel 2018 avevamo -35%, nel 2021 -51%.

Riferimenti

[1] EBA (2021), EBA launches 2021 EU-wide stress test exercise | European Banking Authority (europa.eu)

[2] EBA (2021), “2021 EU-Wide Stress Test Methodological Note”, disponibile nel sito EBA EU wide stress test

[3] IFRS (2017), IFRS – IFRS 9 Financial Instruments

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