Introduction to Blockchain Technology
di Riccardo Casatta

Gen 25 2018

Blockchain holds great promise to become a new standard for financial transactions. It is designed to record and check the validity of transactions using a consensus-based mechanism, without third parties guarantees.  It began as a validating technology for Bitcoin digital currency, but its applications are spreading across many different types of contracts. This rapid diffusion brings along a completely new set of technological challenges, demanding equally fast solutions.

Introduction to Blockchain Technology

 

What “algorithm aversion” means for fund selectors
di Elisabetta Basilico

Gen 23 2018
What “algorithm aversion” means for fund selectors  di Elisabetta Basilico

With discussion of systematic strategies becoming more prominent among fund selectors, do people actually know what they are buying into?

In this exclusive piece, financial professional and quantitative investment specialist Elisabetta Basilico looks into the ‘algorithm aversion’ which could be holding back greater investor uptake.

 

As a quant by training, I often need to explain the big difference between someone like me and a more traditional discretionary investment manager. To me, it comes down to emotions.

Both I and a systematic manager make investment decisions based on rules, evidence and algorithms, whereas the discretionary manager includes his/her opinions and personal judgement – or those of others – into the process.

Despite their recent growth, the reality is that discretionary managers win the battle over investors’ assets. For instance, in the hedge fund space only 31% of the managers are systematic and they manage 26% of the total AuM (Harvey et al., 2017).

Numbers are not much different in the US equity mutual fund space. According to Abis (2017), quantitative equity funds manage 14% of the total US equity mutual fund assets.

Are these numbers justified by risk adjusted performance? An article published in the Journal of Portfolio Management this summer attempts to answer this question.

Campbell Harvey from Duke University and two colleagues analyse “selection and survivorship” bias-free data on 9,000 hedge funds over the period from 1996 to 2014.

By using an algorithm text analysis, they classify the funds into discretionary and systematic and start crunching performance statistics (below is the summary table taken from the article).

Systematic Macro Discretionary Macro Systematic Equity Discretionary Equity
Return average 5.01% 2.86% 2.88% 4.09%
Return attributed to factors 0.15% 1.28% 1.77% 2.86%
Traditional 2.08% 1.58% 1.47% 2.19%
Dynamic 1.28% 0.98% 0.23% 1.08%
Volatility -3.21% -1.28% 0.07% -0.41%
Adjusted return average (alpha) 4.85% 1.57% 1.11% 1.22%
Adjusted return volatility 10.93% 5.10% 3.18% 4.79%
Adjusted return appraisal ratio 0.44 0.31 0.35 0.25

 

The risk and factor adjusted performance results (summarised by the appraisal ratio) show that, at minimum – and we are trying to be conservative here – systematic macro and equity funds performed at least as well as the discretionary funds.

Another recent working paper by Simona Abis, a Columbia University researcher, investigates the universe of US equity mutual funds.

She finds, while discretionary managers have greater risk-adjusted performance in recessions, quantitative managers display better portfolio diversification and risk management throughout the business cycle.

Additionally, the author finds that quantitative managers, analysed in her sample, charge 10% lower expense ratios and 9% lower management fees.

Inside aversion

So why aren’t investors buying more “systematic” investment styles? In a recent paper, a trio of scholars from the University of Pennsylvania, talks about a phenomenon called “algorithm aversion”.

The authors performed a series of experiments. They asked participants to predict real outcomes from real data by giving them the possibility to bet on human forecasters or on a statistical model.

The statistical model outperformed the humans in the forecast but nonetheless it is not a perfect tool, meaning it did make some mistakes.

In the different experiments, the participants were first allowed to observe the human forecasts but not the model and vice versa as well as they observed both.

The authors found that, while seeing a model make relatively small mistakes consistently decreased the participants’ confidence in the model, seeing a human make relatively large mistakes did not consistently decrease their confidence in the human.

In general, people are more likely to abandon an algorithm than a human judge for making the same mistake. We tolerate human errors at a higher rate compared to machine errors.

Scientific evidence on the superiority of algorithms and models to make forecasts in many aspects of life is plentiful and it goes back a long way (Meehl, 1954; Dawes, 1979; Silver, 2012)). However, people prefer humans over algorithms.

With our biases, we are precluding superior approaches in tackling many tasks, not just investing. This is a problem for society.

Nuovo aggiornamento del Risk Dashboard EBA

Gen 17 2018

L’Autorità Bancaria Europea (EBA) ha pubblicato l’aggiornamento trimestrale del documento “Risk Dashboard” che identifica i rischi principali e le vulnerabilità del settore bancario europeo. L’analisi verte su una gamma di Indicatori di Rischio calcolati sulla base dei dati consolidati relativi al terzo trimestre del 2017 e rappresentativi di un paniere di 152 banche. I risultati principali dello studio sono i seguenti:

  • nel trimestre di riferimento, il CET1 ratio ha registrato un aumento di 30 punti base rispetto al trimestre precedente, attestandosi al 14,6%. Tale crescita è stata guidata congiuntamente da un aumento del capitale di classe 1 e dalla diminuzione dell’esposizione totale al rischio, principalmente per il rischio di credito. Rispetto al trimestre precedente, anche il CET1 ratio a pieno carico è aumentato di 30 bps al 14,3%.
  • La quota di crediti deteriorati (o NPLs, Non Performing Loans) si attestata al 4,2% (-30 punti base rispetto al secondo trimestre 2017);
  • Gli indicatori di redditività sono leggermente migliorati, ma i rendimenti sostenibili rimangono elusivi per molte banche. Su un confronto anno su anno, il ROE medio è aumentato di 1,7 punti percentuali a quota 7,1% nel terzo trimestre 2017, principalmente grazie all’aumento annuale dei proventi da negoziazione netti (8,9% nel terzo trimestre 2017);
  • Il rapporto loan-to-deposit è sceso al 117,2%, con un calo di 30 punti base rispetto al trimestre precedente;
  • A settembre 2017, il rapporto di copertura della liquidità media (LCR) era del 144,6%, ben al di sopra della soglia definita come requisito di copertura della liquidità per il 2017 (80%).

Comunicato stampa
EBA Risk Dashboard Q3 2017

Raccomandazione della BCE sulle politiche di distribuzione dei dividendi

Gen 17 2018

La BCE ha adottato una raccomandazione avente ad oggetto le politiche di distribuzione dei dividendi degli enti creditizi. Secondo la raccomandazione della BCE, gli enti creditizi dovrebbero adottare politiche sui dividendi conservative e prudenti, che permettano loro di soddisfare, dopo ogni distribuzione e anche in condizioni economiche e finanziarie deteriorate, i requisiti patrimoniali minimi applicabili (requisiti di primo e di secondo pilastro) e gli esiti del processo di revisione e valutazione prudenziale.

Raccomandazione BCE sulle politiche di distribuzione dei dividendi

MEF: emanati i decreti di coordinamento per i principi contabili internazionali IFRS 9 e IFRS 15

Gen 17 2018

Sono stati firmati dal Ministro dell’Economia e delle Finanze tre nuovi decreti diretti a coordinare i principi contabili internazionali IFRS 9 “Strumenti finanziari” e IFRS 15 “Ricavi provenienti da contratti con i clienti” con le regole di determinazione della base imponibile IRES e IRAP, nonché a dettare ulteriori disposizioni di revisione del DM 8 giugno 2011 (cd. secondo decreto IAS) al fine di disciplinare, anche con riferimento ai soggetti che redigono il bilancio in base al codice civile diversi dalle micro-imprese, lo scorporo degli strumenti finanziari derivati incorporati.

I decreti sono in corso di pubblicazione sulla G.U. della Repubblica Italiana.

Decreto di coordinamento IFRS 9
Decreto di coordinamento IFRS 15
Decreto di revisione de DM 8 giugno 2011

IVASS – Pubblicati esiti delle analisi comparative delle Relazioni di valutazione dei rischi e della solvibilità (ORSA)

Gen 17 2018

L’IVASS ha condotto un’analisi comparativa delle Relazioni di valutazione dei rischi e della solvibilità trasmesse dalle compagnie assicurative ai sensi del Regolamento ORSA. In base alla valutazione espressa dall’Autorità di vigilanza, le relazioni si sono dimostrate conformi alle previsioni del nuovo regolamento ORSA relativamente all’orizzonte temporale prospettico considerato, ai tempi di trasmissione delle relazioni all’IVASS, alla data di riferimento delle analisi e all’utilizzo dello schema della relazione per il supervisore. Le Relazioni danno conto:

  • del progredire dell’integrazione del processo ORSA nella gestione d’impresa;
  • del rafforzamento del Risk Appetite Framework (RAF) soprattutto per le grandi imprese e gruppi;
  • del ruolo dei comitati consolari, del risk management e della funzione attuariale nel processo ORSA.

Dalle Relazioni emerge che i rischi prevalenti fronteggiati dalle compagnie sono di natura finanziaria e che, nonostante il graduale miglioramento qualitativo rispetto agli esercizi precedenti, rimane l’esigenza di un significativo rafforzamento complessivo delle analisi ORSA. In particolare, le Relazioni indicano che:

  • le valutazioni dei rischi di secondo grado differiscono in base alle modalità di calcolo dei requisiti patrimoniali;
  • occorre rafforzare, sebbene risulti già qualitativamente irrobustita, la coerenza tra scenari di stress e piano strategico;
  • permangono necessità di integrazione e sviluppo nella valutazione degli scostamenti tra il profilo di rischio e le ipotesi sottese al Solvency Capital Requirement (SCR) calcolato con la formula standard;
  • occorre un miglioramento nella rappresentazione e gestione del rischio di concentrazione  del portafoglio in termini di capitale per i gruppi;
  • occorre migliorare l’individuazione delle misure di mitigazione dei rischi, le condizioni e i termini della loro attivazione e la valutazione della loro efficacia.

Lettera al mercato IVASS

Caratteristiche e peculiarità delle Initial Coin Offerings (ICOs)
di Saman Adhami, Luigi Gioscia, Giancarlo Giudici e Vittorio Santeusanio

Gen 16 2018
Caratteristiche e peculiarità delle Initial Coin Offerings (ICOs) di Saman Adhami, Luigi Gioscia, Giancarlo Giudici e Vittorio Santeusanio

Le ‘Initial Coin Offering’ (comunemente denominate ICOs) sono uno strumento di finanziamento innovativo che ha visto una straordinaria crescita di popolarità negli ultimi mesi e in particolare nella seconda metà del 2017. Numerosi progetti imprenditoriali in fase di startup hanno approfittato di questo nuovo meccanismo di raccolta di fondi per finanziarsi attraverso le criptovalute. Nella pratica, una ICO consiste in un appello rivolto a tutti i navigatori di Internet per contribuire a finanziare un progetto versando Bitcoin o altre criptovalute in cambio di ‘token’ che serviranno per avere accesso a diritti esclusivi quali la partecipazione ad una community, l’acquisto o l’utilizzo di servizi, o anche la compartecipazione agli utili del progetto stesso. I token sono generati attraverso una piattaforma blockchain (la più usata finora è stata Ethereum per la sua flessibilità). Le ICOs, a differenza del crowdfunding tradizionale, consentono di bypassare i portali di intermediazione e i circuiti tradizionali di pagamento come le banche e le carte di credito, con tutti i vantaggi (rispetto ai costi) e svantaggi (rispetto alle garanzie per i contributori) del caso.

Secondo il portale Tokendata.io, ad oggi le ICOs hanno consentito di raccogliere oltre $ 5.3 miliardi a livello mondiale: si tratta di una cifra importante, che è destinata a crescere ulteriormente nel 2018, nonostante i dubbi e lo scetticismo verso questa nuova opportunità, se non a volte l’aperta ostilità (Cina e Corea del Sud hanno vietato le ICO, altre autorità di mercato hanno messo in guardia i risparmiatori).

Il gruppo di ricerca di Finanza Aziendale del Politecnico di Milano ha analizzato un campione di 253 ICOs avvenute dall’inizio del fenomeno fino ad agosto 2017, le cui caratteristiche descrittive vengono analizzate nel seguito. Di queste offerte, ben l’81% sono riuscite a raccogliere il capitale richiesto: il tasso di successo è dunque molto alto.

Innanzitutto, la Tabella 1 presenta le tipologie dei progetti che hanno avviato una ICO, da cui si denota immediatamente che i servizi notarili e quelli finanziari constituiscono le più grandi porzioni del campione.

 

È molto frequente nelle ICOs (avviene circa nel 50% dei casi) la concessione di bonus particolari per i primi contributori in ordine di tempo (‘early bird’). Tra i vari dati interessanti (presentati in sintesi nella Tabella 2) vi è la distribuzione geografica dei progetti (definita dalla localizzazione del team proponente), con Stati Uniti, Russia, Gran Bretagna e Canada ai primi posti, mentre vi è una crescita della formazione di team imprenditoriali decentralizzati. Il codice di programmazione alla base del token (che permette di sviluppare ulteriori innovazioni nella logica open-source) è disponibile solo nel 43% dei casi.

 

I token offerti nelle ICOs vengono poi scambiati sul web e hanno un proprio mercato secondario. Il prezzo delle offerte è stato, spesso, notevolmente inferiore rispetto ai successivi valori di scambio, il che ha generato notevoli guadagni per gli investitori.

Un’analisi econometrica sulle determinanti del successo delle ICOs ha rivelato che la presenza di un codice di programmazione pubblico, anche parziale, è valutata molto positivamente dai potenziali investitori in ICO, i quali preferiscono questa prova tecnologica ai prospetti discorsivi e spesso opachi nei contenuti (i cosiddetti ‘white paper’) che vengono messi a disposizione del mercato(senza però alcuna selezione e pre-approvazione delle autorità pubbliche). In più, organizzare una pre-offerta di dimensione più piccola, e magari indirizzata ad un sottogruppo di investitori, sembra essere un buon segnale per il mercato, che usa questo ‘presale’ come mezzo per apprezzare meglio il token offerto. Infine, quando i token assicurano diritti di accesso ai servizi e diritto di remunerazione, gli investitori investono più volentieri nell’offerta, e quindi la probabilità di successo della ICO si alza significativamente.

Questo studio è il primo di un più vasto progetto di ricerca del fenomeno delle ICO, a cui presto si aggiungeranno altre analisi empiriche, soprattutto rispetto a cosa è successo dopo le offerte. Al momento è infatti ancora troppo presto per tratteggiare un qualsiasi bilancio sull’efficacia di questo strumento per i progetti imprenditoriali che cercano risorse e sul grado di tutela offerto ai finanziatori, e quindi non è possibile né raffreddare l’entusiasmo, né smentire gli scettici.

EMIR: Consultazione ESMA sulle linee guida per l’applicazione delle disposizioni anticicliche da parte delle controparti centrali

Gen 10 2018

L’ESMA ha avviato una consultazione pubblica avente ad oggetto la definizione di una serie di linee guida volte a chiarire l’attuazione delle disposizioni anticicliche da parte delle controparti centrali (CPP) ai sensi del regolamento EMIR.

Il Regolamento EMIR richiede alle controparti centrali di monitorare e contabilizzare gli effetti prociclici dei margini e rendere note le proprie prassi di gestione del rischio, inclusi i modelli utilizzati per il calcolo dei margini. Le controparti centrali devono anche attuare misure di margin anti-procicliche.

Le linee guida sono indirizzate alle autorità nazionali competenti che controllano le CCP autorizzate ai sensi del Regolamento EMIR e cercano di promuovere un’applicazione coerente e uniforme della disciplina in tema di:

  • monitoraggio della prociclicità del margine;
  • attuazione di politiche di margini non procicliche;
  • trasparenza per facilitare la prevedibilità dei margini.

La consultazione avrà termine il 28 febbraio 2018.

Comunicato stampa
Documento di consultazione

IVASS: avviate 2 consultazioni regolamentari

Gen 10 2018

L’IVASS ha avvito la pubblica consultazione dei seguenti Provvedimenti:

  • Provvedimento recante modifiche al Regolamento IVASS n. 9 del 19 maggio 2015 e al Provvedimento IVASS n. 35 del 19 giugno 2015. Le modifiche proposte sono determinate dalla necessità di adeguare la normativa secondaria e la disciplina tecnica della Banca Dati degli Attestati di Rischio all’esigenza di valutare correttamente la sinistrosità dell’assicurato, tenuto conto anche dei sinistri pagati fuori dal periodo di osservazione, oppure pagati dopo la scadenza del contratto, laddove, alla scadenza del contratto, l’assicurato abbia cambiato compagnia (c.d. sinistri tardivi). Con l’introduzione delle norme proposte sarà, pertanto, possibile rilevare e valorizzare i sinistri, ai fini tariffari, indipendentemente dalla data di pagamento; finalità evidentemente anti-elusive e antifrode a beneficio degli assicurati realmente virtuosi. La consultazione avrà termine il 24 febbraio 2018.
  • Provvedimento recante criteri di individuazione e regole evolutive della classe di merito di conversione universale di cui all’art. 3 del Regolamento IVASS n. 9 del 19 maggio 2015 (Dematerializzazione dell’attestato di rischio). Le norme proposte chiariscono una serie di dubbi interpretativi della normativa vigente, che determinavano disparità di trattamento nei confronti degli assicurati delle diverse compagnie, e introducono nuovi benefìci a favore di talune categorie di consumatori/assicurati, in precedenza trascurate.

La consultazione avrà termine il 24 febbraio 2018.

Documento di consultazione 1
Documento di consultazione 2

NPL: Pubblicati i templates EBA per l’informativa agli investitori

Gen 10 2018

L’Autorità Bancaria Europea (European Banking Authority – EBA) ha pubblicato i templates che le banche potranno utilizzare – su base volontaria – per dare informazioni sui propri crediti deteriorati agli investitori che siano interessati ad acquistarli. I templates sono stati sviluppati dall’EBA su richiesta del Consiglio UE, in modo da promuovere la standardizzazione e la comparabilità a livello UE dei dati sui crediti deteriorati e quindi favorire lo sviluppo del mercato di questi attivi.

Comunicato EBA