Consultazione di Banca d’Italia in materia di bilancio delle banche e degli intermediari IFRS diversi dagli intermediari bancari

Mag 12 2017

Banca d’Italia ha pubblicato un documento di consultazione contenente le bozze del quinto aggiornamento della Circolare n. 262 del 22 dicembre 2005 “Il bilancio bancario: schemi e regole di compilazione” e delle modifiche al Provvedimento del 9 dicembre 2016 “Il bilancio degli intermediari IFRS diversi dagli intermediari bancari”.
Le proposte di modifica sono state sottoposte a un’Analisi di impatto della regolamentazione semplificata. Gli interventi di modifica recepiscono le novità introdotte dal principio contabile internazionale IFRS 9, omologato con il Regolamento (UE) 2016/2067 del 22 novembre 2016, che sostituirà il vigente principio contabile IAS 39 “Financial Instruments: Recognition and Measurement” ai fini del trattamento in bilancio degli strumenti finanziari.

La consultazione avrà termine il 3 luglio 2017.

Documento di consultazione

Moneta Virtuale

Mag 08 2017
Moneta Virtuale

Secondo workshop del Polimi Fintech journey

2 maggio ore 16.00

Bitcoin ha portato alla ribalta il tema della moneta virtuale. Una moneta che per natura potrebbe collocarsi fuori dal controllo dell’autorità monetaria e quindi fuori dalla tradizione che associa il diritto di battere moneta alla autorità statale. Lo sviluppo di una moneta virtuale pone problemi nuovi sia in termini di stabilità monetaria che di funzionamento del sistema finanziario e del sistema dei pagamenti.

Relatori:

Discussant:

  • Alberto Mingardi (Istituto Bruno leoni)
  • Lucio Gobbi (Università di Trento)

Prossimo evento: martedì 31 maggio 2017, ore 16.30
www.mate.polimi.it/fintech

 

BCE e il dilemma sul tapering
di Carlo Milani

Mag 05 2017
BCE e il dilemma sul tapering  di Carlo Milani

Il recente Consiglio Direttivo della BCE ha deciso di mantenere invariata la politica monetaria. La forchetta dei tassi d’interesse è rimasta quindi compresa tra il -0,40 e lo 0,25%, mentre è stato ribadito l’impegno di continuare con l’asset purchase programme (anche detto quantitative easing, QE; per maggiori dettagli si veda Milani, 2015), quanto meno fino a dicembre 2017 e con un ritmo mensile netto di acquisti pari a 60 miliardi di euro.

Mario Draghi ha evidenziato, da un lato, il positivo rafforzamento della crescita economica nell’Area euro, dall’altro ha però sottolineato come il recente andamento dell’inflazione (+1,9% ad aprile 2017) sia dovuto principalmente a fattori volatili, tra i quali la componente di prezzo legata all’energia e agli alimentari freschi. Depurata da queste due voci la dinamica dei prezzi (core inflation) appare nel complesso dell’Area euro ancora modesta (+0,7% a marzo).

Il dilemma sul tapering

Come già sperimentato in passato dalla Federal Reserve, anche la BCE si trova ora nella difficile situazione di decidere il momento propizio per normalizzazione la politica monetaria (anche detto tapering). Oltretutto le pressioni politiche per un’inversione di rotta si fanno sempre più pressanti, come emerso da un botta e risposta a distanza tra il ministro delle finanze tedesche, Wolfgang Schäuble, e lo stesso Draghi. Alla dichiarazione di Schäuble, secondo cui la politica monetaria attuale portata avanti dalla BCE non è d’aiuto all’economia europea, il Governatore  della BCE ha risposto “it’s pretty ironic to hear these comments from people who’ve supported independence of monetary policy and the independence of the central bank all throughout” (Draghi, 2017).

Decidere quando avviare il tapering è ancora più complicato per la BCE, rispetto alla FED, perché pesano probabilmente gli errori fatti in passato, quando alla guida della Banca Centrale Europea c’era Jean-Claude Trichet. In due occasioni, infatti, la BCE decise di aumentare i tassi di riferimento dopo aver riscontrato un aumento dei prezzi: nel luglio del 2008 e nel primo semestre del 2011 (grafico 1). In entrambi i casi la scelta si è rilevata quanto meno inappropriata: nel primo caso l’aumento si è verificato pochi mesi prima del default di Lehman Brothers; nel secondo ha anticipato l’attacco frontale della speculazione mondiale nei confronti di Italia e Spagna, evento che mise in discussione l’esistenza stessa dell’Area euro.

Di contro, rinviare troppo la normalizzazione della politica monetaria potrebbe complicare ulteriormente l’esistenza di banche e altri investitori istituzionali, come fondi pensione e compagnie di assicurazione. Tassi d’interesse bassi, e negativi per determinate scadenze, limitano la possibilità di generare profitti. Un primo segnale di inversione di rotta della politica monetaria potrebbe venire dalla riduzione del tasso negativo sui depositi delle banche presso la BCE (deposit facility), pari al -0,40%. I tassi negativi non sembrano essere un sufficiente disincentivo per indurre le banche a dirottare le loro disponibilità liquide verso l’economia reale. Lo dimostra la tendenza crescente delle deposit facility, arrivate a toccare i 600 miliardi di euro ad aprile 2017 (grafico 2). Un contesto di tassi più alti garantirebbe invece alle banche una maggiore redditività, che permetterebbe di aumentare le dotazioni di capitale e utilizzare l’ampia liquidità disponibile per intensificare l’erogazione del credito alle imprese, con effetti positivi sulla crescita.

Più delicata appare la decisione relativa all’uscita dal QE, soprattutto per i riflessi che potrebbe avere per l’Italia. La Commissione Europea ha di recente acceso un faro sulla dinamica del rapporto debito/Pil nel nostro paese. Nonostante i bassi tassi d’interesse e la presenza di un avanzo primario, ovvero di una differenza positiva tra entrate e uscite al netto degli interessi, nel 2016  il debito pubblico è andato aumentando, in rapporto al prodotto (grafico 3). Se le stime del Governo verranno confermate, rimarrà sostanzialmente stabile al 132,5% nell’anno in corso. La regola del debito, prevista dal Six  Pact, in base alla quale il rapporto debito/Pil deve procedere verso una graduale riduzione fino al livello del 60%, non sarà quindi rispettata, e da qui il rischio che si possa aprire una procedura di infrazione nei confronti dell’Italia. Con rendimenti sui titoli di Stato in aumento, e una crescita economica non adeguata, le difficoltà nella gestione del nostro ingente debito pubblico potrebbero farsi ancor più pressanti. Il fatto poi che il totale attivo delle banche italiane sia composto per circa il 10% proprio da titoli di Stato italiani rende la situazione particolarmente delicata per la stabilità finanziaria dell’Italia e di tutta l’eurozona.

Conclusioni

Sarebbe auspicabile, in questo contesto, che la BCE possa avviare una normalizzazione dei tassi (soprattutto per eliminare quelli negativi); mentre sul QE occorrerebbe una rimodulazione, invece che un suo allentamento. Nello specifico, e come proposto già in passato (si veda al riguardo Milani, 2016), gli acquisti di titoli di Stato andrebbero concentrati in favore dei paesi con un elevato fardello del debito, come appunto Italia, ma anche Portogallo, Spagna, Cipro, Belgio, fino a comprendere pure la Francia. Per evitare azzardi morali da parte dei Governi interessati gli acquisti asimmetrici potrebbero essere vincolati al rispetto di alcuni impegni formali sulla finanza pubblica e sulle riforme strutturali, che superino però la logica delle semplici (e non efficaci) politiche di austerity. Quando la crescita economica (in termini nominali) dei paesi ad alto debito si sarà consolidata, anche grazie al raggiungimento del target di inflazione, allora sarà il momento in cui il QE potrà essere concluso del tutto. In caso alternativo non si può escludere che sui mercati finanziari potranno partire nuovi attacchi speculativi che rimettano in discussione la tenuta stessa dell’area monetaria.

Bibliografia

Draghi M., 2017, ECB Press conference, 27 aprile 2017.

Milani C., 2015, Prime valutazioni sul quantitative easing europeo, FinRiskAlert.it.

Milani C., 2016, Le armi spuntate di Draghi, FinRiskAlert.it.

CRD: modifiche EBA alle disposizioni tecniche in materia di benchmarking degli approcci interni

Mag 05 2017

L’EBA ha pubblicato una versione aggiornata delle disposizioni tecniche di attuazione in materia di benchmaking degli approcci interni, emanate ai sensi della direttiva CRD (Capital Requirements Directive). Le modifiche mirano a garantire una migliore qualità dei dati presentati e, in definitiva, aiuteranno l’EBA e le autorità competenti nella loro valutazione degli approcci interni per il credito e il rischio di mercato nel 2018. L’EBA prevede di aggiornare annualmente tali disposizioni per garantire che gli esercizi di benchmarking futuri siano rilevanti e riusciti.

Comunicato stampa

UCITS V: modificato il Regolamento congiunto Banca d’Italia-Consob sui sistemi di remunerazione per il settore del risparmio gestito

Mag 05 2017

Banca d’Italia e Consob hanno approvato le modifiche al regolamento congiunto Consob-Banca d’Italia in materia di organizzazione e controlli degli intermediari che prestano servizi di investimento e di gestione collettiva, per il recepimento delle regole in materia di remunerazioni contenute nella direttiva 2014/91/UE (c.d. “UCITS V”). La proposta di modifica è stata oggetto di una pubblica consultazione avviata nel mese di luglio 2016.

Consob ha inoltre approvato le modifiche al regolamento emittenti (delibera n. 19974 del 27 aprile 2017) proposte in materia e oggetto anche queste di pubblica consultazione.

Comunicato stampa
Atto congiunto Consob-Banca d’Italia

Governo: approvato in esame preliminare il decreto legislativo di attuazione della Direttiva MiFID e del Regolamento MiFIR

Mag 05 2017

Il Consiglio dei ministri, su proposta del Presidente Paolo Gentiloni e del Ministro dell’economia e delle finanze Pier Carlo Padoan, ha approvato, in esame preliminare, un decreto legislativo di attuazione della direttiva 2014/65/UE relativa ai mercati degli strumenti finanziari (cosiddetta MiFID II) e di adeguamento della normativa nazionale alle disposizioni del regolamento (UE) 600/2014 sulla stessa materia (cosiddetto MiFIR).

Pubblicata Peer Review FSB in materia di corporate governance delle istituzioni finanziarie

Mag 05 2017

Il Financial Stability Board (FSB) ha pubblicato una revisione paritaria (Peer Review) sulla corporate governance delle istituzioni finanziarie. In particolare, il documento ripercorre le modalità con cui le giurisdizioni membri FSB hanno implementato i principi di corporate governance del G20/OCSE per le istituzioni finanziarie quotate e regolamentate.

La Peer Review formula 12 raccomandazioni rivolte alle giurisdizioni membri FSB, agli organismi di definizione degli standard in materia di corporate governance – ossia OCSE, Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria, Associazione internazionale di vigilanza sulle assicurazioni (IAIS) e IOSCO) – e alle istituzioni finanziarie. Le raccomandazioni si concentrano sui seguenti settori:

  • Garantire le basi per un efficace quadro di governance aziendale;
  • Informativa e trasparenza;
  • Le responsabilità del consiglio di amministrazione;
  • Il ruolo delle parti interessate nel governo societario

Comunicato stampa
Peer Review FSB in materia di corporate finance

The UFR is changing
di Silvia Dell’Acqua

Apr 28 2017
The UFR is changing   di Silvia Dell’Acqua

The Solvency II Directive (Article 77a) sets out the concept of the Ultimate Forward Rate (UFR) and requires a clear specification of the methodology used for its derivation: the determination must be transparent, prudent, objective and consistent over time in order to ensure the performance of scenario calculation by insurance undertakings. Just to recall it very briefly, the Risk Free Rate YC is extrapolated smoothly towards an UFR for maturities where the markets of the relevant financial instruments are no longer deep, liquid and transparent.

To develop the UFR methodology derivation, EIOPA followed a rigorous process that started in May 2015 and went on with a workshop with stakeholders in July; later on, a public consultation on a proposal for the methodology was conducted from April to July 2016 and EIOPA reported its progresses to the European Parliament’s Committee on the 31st August 2016.

Following the consultation exercise of the last year and the recent impact assessment (which resulted in UFR changes to be manageable in all national markets), the EIOPA board of Supervisors has unanimously agreed to make some changes to the UFR methodology in order to improve its stability over time. The new methodology has been communicated last 5 April 2017:

  • the limit to annual changes of the UFR has been changed from 20 to 15 bps, to make the UFR changing more slowly
  • the UFR will not change from one year to the other if the difference between the calculated UFR and the one currently in place is lower than 15 bps, to make the UFR change less often
  • the expected real interest rate is derived as a simple average of past interest rates rather than a weighted average, to make the UFR more stable over time.

EIOPA is calculating the level of the UFR annually and the updated UFR is going to be announced every year by the end of March and used nine months later for 1 January Yield Curve

where L indicates the limitation of the annual change. The methodology ensures that the UFR moves gradually and in a predictable manner, allowing insurers to adjust to changes in the interest rate environment and ensuring policy holders’ protection.

The current value calculated for the EUR currency is UFRtL=3.65%, which means (if it stays the same in the next years)

  • YE17: UFR = 4.20%
  • YE18: UFR = 4.05% (=4.20% – 15bps)
  • YE19: UFR = 3.90% (=4.05% – 15bps)
  • YE20: UFR = 3.75% (=3.90% – 15bps)

The UFR before the limitation is the sum of an expected real rate and an expected inflation rate (for the EUR currency the values are 1.65% + 2.00%):

  • the expected real rate is independent of the currency
    • it is calculated as the simple average of annual real rates from 1961 to the year before the calculation of the UFR
    • for each of those years, the annual real rate is derived as the simple average of the annual rates of Belgium, Germany, France, Italy, the Netherlands, the UK and the USA
    • each annual rate is calculated as
    • the final expected real rate is rounded to full five bps
  • the expected inflation rate is currency specific
    • its value can be only equal to 1%, 2%, 3% or 4%
    • intermediate values are rounded to the upper bound of the interval (e.g. 1.3% = 2%)
    • the values are those announced by the central bank as inflation target; in case there was no target, but a wish to stay within a corridor, the midpoint of the corridors would be considered; in cases where there is not even a corridor, a value of 2% is adopted

Before changing the UFR value, EIOPA has carried out an information request to insurance and reinsurance undertakings on the impacts of the changes.

The exercise was performed at the end of 2016, with reference date 1 January 2016. Two scenarios have been analyzed with a decrease in the UFR of respectively 20 and 50 bps. On average, the SCR ratio decreases from 203% to 201% and 198%. 336 undertakings took part to the exercise, selected by the National Supervisory Authorities (NSAs) to cover the Technical Provisions (TP) of at least 75% of life insurance undertakings, 20% of non life (focusing on annuities and health insurances) and 20% of reinsurances. The German NSA has decided to include all life insurance undertakings and to exclude the others as not materially exposed. The major contributors to the exercise in terms of TP are: France (29%), Germany (18%), UK (16%), Italy (9%) and the Netherlands (6%).

A lower UFR modifies the risk free rate terms structure, producing (usually):

  • an increase in the TP (increase in the Best Estimate and increase in the Risk Margin driven by a double effect: lower discounting effect and higher SCR), partly mitigated by an increase in deferred tax assets and a reduction in deferred tax liabilities
  • a decrease in Eligible Own Funds (EOF)
  • an increase in the SCR
  • a decrease in the SCR ratio

The impacts on the TP vary a lot across the countries as they are strongly dependent on the LLP (for instance the Swedish krona insurance liabilities are all affected from maturities greater than 10y, while for the pound sterling the extrapolation starts only at year 50), for the same reason the impacts differ among lines of business, depending on their duration.

The markets more affected by a decrease in EOF are the Netherlands (-3%/-8%), Sweden (-1.5%/-3%), Austria (-1.1%/-3%) and Germany (-0.9%/-2%).

The highest average impact on the SCR has been reported by Germany, with an increase of the capital requirement of respectively 1.6% and 3.5% in the two scenarios.

The SCR ratio is quire resilient to the changes of the UFR in the first scenario (-20bps).

BCE: tassi invariati e QE confermato

Apr 28 2017

Nella riunione del 27 aprile, il Consiglio direttivo della BCE ha deciso che i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale rimarranno invariati rispettivamente allo 0,00%, allo 0,25% e al -0,40%.

Il Consiglio direttivo continua ad attendersi che i tassi di interesse di riferimento della BCE si mantengano su livelli pari o inferiori a quelli attuali per un prolungato periodo di tempo e ben oltre l’orizzonte degli acquisti netti di attività.

Quanto alle misure non convenzionali di politica monetaria, il Consiglio direttivo conferma che intende proseguire gli acquisti netti di attività, condotti al nuovo ritmo mensile di 60 miliardi di euro, sino alla fine di dicembre 2017 o anche oltre se necessario, e in ogni caso finché non riscontrerà un aggiustamento durevole dell’evoluzione dei prezzi, coerente con il proprio obiettivo di inflazione. Contestualmente agli acquisti netti sarà reinvestito il capitale rimborsato sui titoli in scadenza nel quadro del programma di acquisto di attività. Se le prospettive diverranno meno favorevoli o se le condizioni finanziarie risulteranno incoerenti con ulteriori progressi verso un aggiustamento durevole del profilo dell’inflazione, il Consiglio direttivo è pronto a incrementare il programma in termini di entità e/o durata.

Comunicato stampa

Nuovo Report del Comitato di Basilea sull’implementazione degli standard di Basilea 3

Apr 28 2017

Il Comitato di Basilea sulla vigilanza bancaria ha pubblicato il dodicesimo Report sullo stato di avanzamento nell’attuazione dello schema di regolamentazione di Basilea 3. Tale Report costituisce l’aggiornamento periodico pubblicato dal Comitato nel quadro del Programma di valutazione della conformità delle normative (Regulatory Consistency Assessment Programme, RCAP)

Il documento, in particolare, illustra lo stato di adozione della nuova disciplina per ciascuna giurisdizione membro del Comitato di Basilea.

Di seguito i risultati principali evidenziati nel documento:

– Tutte le 27 giurisdizioni hanno attivato la versione finale della normativa in tema di risk-based capital, LCR e riserve di conservazione del capitale;

– 26 giurisdizioni membri hanno emanato le disposizioni riguardanti le riserve di capitale anticicliche;

– 25 giurisdizioni hanno emanato in via definitiva (o preliminare) il quadro normativo per le banche di rilevanza sistemica domestica. Inoltre, tutte le giurisdizioni domestiche delle banche di rilevanza sistemica globale si sono dotate della versione finale del quadro normativo apposito (Global SIBs framework);

– 20 giurisdizioni hanno emanato in via definitiva (o preliminare) le disposizioni in tema di requisiti di margine per i derivati non compensati centralmente.

Diverse giurisdizioni hanno segnalato delle criticità nell’implementazione di alcune normative per cui il termine è già scaduto. Tra queste si segnalano, il nuovo quadro di riferimento di Terzo Pilastro (fine del 2016), approccio standard per la misurazione del rischio di credito di controparte, requisiti patrimoniali in tema di controparti centrali e investimenti partecipativi in fondi (gennaio 2017).

Il lavoro delle giurisdizioni membri è ora volto all’implementazione degli altri aspetti della normativa, quali le disposizioni in materia di Leverage Ratio e NSFR (Net Stable Funding Ratio).

Comunicato stampa
Report sullo stato di adozione della disciplina di Basilea 3