Comitato di Basilea: presentate modifiche ai requisiti di Terzo Pilastro

Mar 31 2017

Il Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria ha rilasciato il documento “Pillar 3 disclosure requirements – consolidated and enhanced framework” che rappresenta la seconda fase del processo di revisione degli obblighi informativi di Terzo Pilastro. Il documento, basato sulle modifiche adottate dal Comitato nel gennaio 2015, incorpora i commenti raccolti durante la consultazione pubblica condotta nel marzo 2016. I principali aspetti trattati riguardano:

  • Consolidamento nel perimetro di Terzo Pilastro di tutti gli obblighi informativi previsti dagli Accordi di Basilea;
  • Introduzione di alcuni miglioramenti al framework regolamentare in materia di posizione prudenziale della banca e prudent valuation adjustments;
  • Revisione degli standard di Terzo Pilastro alla luce dell’attività di riforma dell’impianto regolamentare attualmente in corso. In particolare: i) introdotto nuovo requisito informativo in materia di TLAC (Total Loss-Absorbing Capacity) per le istituzioni G-SIB e ii) apportate modifiche ai requisiti di informativa per il rischio di mercato alla luce della revisione del quadro regolamentare di riferimento presentata nel gennaio 2016.

La data di attuazione dei singoli obblighi informativi è indicata nel documento. In linea generale, gli obblighi informativi già esistenti – così come consolidati nell’impianto di Terzo Pilastro – entreranno in vigore alla fine del 2017. L’applicazione, invece, dei nuovi requisiti e/o di quelli che dipendono dall’attuazione di altre disposizioni è stata allineata con l’entrata in vigore del quadro di riferimento corrispondente.

Comunicato stampa
Pillar 3 disclosure requirements – consolidated and enhanced framework

Pubblicato il Report annuale della BCE sulle attività di vigilanza

Mar 31 2017

La Banca Centrale Europea (BCE) ha presentato il Rapporto sulle attività di vigilanza per l’anno 2016. Di seguito alcune delle dinamiche principali evidenziate nel documento:

  • Nel 2016 le banche dell’area dell’euro hanno conseguito profitti stabili, seppur modesti. Al contempo, le sfide e i rischi che sono chiamate ad affrontare sono rimasti sostanzialmente invariati rispetto al 2015;
  • Il rischio principale riguarda la sostenibilità dei modelli di business e la redditività delle banche; altri rischi di rilievo derivano dall’elevato livello dei prestiti deteriorati e dalle incertezze geopolitiche, come l’impatto di medio e lungo periodo della Brexit. La vigilanza bancaria europea ha fissato le proprie priorità di conseguenza;
  • La vigilanza bancaria europea ha continuato a perfezionare il suo strumento principale, ossia il processo di revisione e valutazione prudenziale (SREP). Ne è conseguito un maggiore allineamento tra i requisiti patrimoniali e i profili di rischio delle singole banche;
  • Nel 2016 la vigilanza bancaria europea ha compiuto progressi nell’affrontare la questione dei crediti deteriorati; al riguardo, lo scorso settembre, è stata posta in consultazione una bozza di linee guida. Le raccomandazioni e le migliori prassi individuate dalla guida aiuteranno le banche a ridurre in maniera efficace i crediti deteriorati.

Sul tema della vigilanza bancaria, il Presidente della BCE Mario Draghi ha affermato: “L’istituzione della vigilanza bancaria europea nel novembre 2014 ha rappresentato un passaggio decisivo, gettando le fondamenta per un settore bancario più stabile e un’Europa più integrate. La vigilanza bancaria europea ha svolto un ruolo cruciale nel salvaguardare la capacità di tenuta del settore. Grazie all’introduzione di una supervisione rigorosa e al tempo stesso equa, condotta secondo elevati standard in tutta l’area dell’euro, la vigilanza bancaria europea ha instillato fiducia nella qualità della propria azione e, di conseguenza, nella stabilità delle banche.”

Report 2016 della BCE sulle attività di vigilanza

CSDR: finalizzate nuove linee guida ESMA

Mar 31 2017

L’ESMA ha pubblicato due serie di linee guida concernenti l’attuazione del regolamento sui Depositari Centrali di Titoli (Regolamento CSDR). Le linee guida, che completano il Regolamento CSDR e le sue misure di esecuzione, riguardano:

  • L’accesso da parte di un Depositario Centrale di Titoli (CSD) al trading feed di una controparte centrale (CCP) o di una trading venue;
  • La definizione di regole e procedure in materia di insolvenza dei partecipanti di un CSD.

Le linee giuda entreranno in vigore due mesi dopo la pubblicazione della loro traduzione nelle lingue ufficiali UE sul sito dell’ESMA. Entro tale termine, le autorità nazionali competenti dovranno comunicare all’ESMA se intendono conformarsi o meno a tali disposizioni.

Comunicato stampa
Linee guida sull’accesso dei CSD al trading feed
Linee guida in materia di insolvenza dei partecipanti di CSD

Presentato Report del Comitato di Basilea sull’implementazione delle disposizioni in materia di aggregazione dei dati di rischio e risk reporting

Mar 31 2017

Il Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria ha pubblicato un Report sui progressi compiuti dalle banche nell’attuazione delle disposizioni contenute nel documento “Principles for effective risk data aggregation and risk reporting”. Tali principi, emessi nel gennaio 2013 e volti a migliorare le pratiche di gestione del rischio e i processi decisionali delle banche, sono applicabili alle istituzioni designate come banche di importanza sistemica globale (G-SIB). In particolare, le banche identificate come G-SIB nel 2011 e nel 2012 erano tenute ad adottare integralmente le disposizioni entro il mese di gennaio 2016.

I risultati dell’analisi evidenziano che, sebbene siano stati compiuti alcuni progressi, la maggior parte delle G-SIB non abbia pienamente attuato i principi, mostrando un livello di conformità insoddisfacente. Alla luce di tali evidenze e per promuovere ulteriormente l’adozione dei principi, il Comitato di Basilea ha formulato alcune raccomandazioni aggiuntive:

  • Le banche dovrebbero sviluppare dei piani di azione (roadmap) per raggiungere la piena conformità alle linee guida e il loro rispetto su base continuativa;
  • Le autorità di vigilanza devono: (i) comunicare i risultati della valutazione alle banche sotto la propria supervisione e fornire gli incentivi necessari per raggiungere la piena conformità ai principi; e (ii) continuare a perfezionare le tecniche per la valutazione della conformità stessa.

Gli sviluppi nell’applicazione dei principi saranno oggetto di verifica periodica da parte del Comitato.

Comunicato stampa
Report del Comitato di Basilea

Pillole dall’ultimo Rapporto Consob sulla corporate governance delle società quotate italiane
di Nadia Linciano, Angela Ciavarella e Rossella Signoretti

Mar 23 2017
Pillole dall’ultimo Rapporto Consob sulla corporate governance delle società quotate italiane  di Nadia Linciano, Angela Ciavarella e Rossella Signoretti

Il quinto Rapporto Consob sulla corporate governance conferma le tradizionali caratteristiche del nostro sistema in termini di elevata concentrazione proprietaria e limitata conten­dibilità del controllo …

A fine 2015, in linea con le evidenze degli anni precedenti, l’84% delle società italiane quotate risulta controllato da uno o più azionisti. In particolare, su 234 imprese 115 sono controllate di diritto, ossia con una quota superiore alla metà del capitale ordinario, 52 attraverso partecipazioni inferiori al 50% e 30 attraverso un patto parasociale. Tra le società ‘non controllate’ (pari a 37), 15 sono classificabili come imprese a proprietà dispersa, in quanto prive di un azionista di controllo e con un flottante superiore al 70% del capitale ordinario.

… sia pure a fronte di taluni cambiamenti di carattere strutturale

Continua a ridursi, in particolare, il numero e il peso sulla capitaliz­zazione delle imprese a controllo coalizionale passate da 51 a fine 2010, quando rappresentavano il 12,4% del valore di mercato, a 30 nel 2015, quando incidevano sulla capitalizzazione di mercato per il 6%. In secondo luogo, nello stesso periodo è cresciuto il numero (da 11 a 15) e il peso sulla capitalizzazione (dal 20% al 27% circa) delle società a proprietà dispersa (Tav. 1). Infine, l’utilizzo di strumenti di separazione tra proprietà e controllo, quali gruppi piramidali e azioni senza diritti di voto, continua a calare: a fine 2015 solo il 18% delle società quotate italiane (56% circa della capitalizzazione di mercato) appartiene a un gruppo piramidale, a fronte del 39% circa nel 1998 (78% del valore di mercato), mentre il numero di società che emettono azioni senza diritto di voto si è portato a 19 dalle 70 nel 1998. Talune imprese di piccole dimensioni, operanti soprattutto nel settore industriale e a controllo familiare, hanno fatto ricorso negli ultimi anni agli strumenti di separazione tra proprietà e controllo introdotti dal Legislatore con il Decreto Competitività (d.l. 91/2014). A giugno 2016, in particolare, 26 società hanno previsto nel proprio statuto il meccanismo della maggiorazione del diritto di voto, fino a due voti per azione, in favore di coloro che sono azionisti da almeno due anni (cosiddette loyalty shares), mentre una sola società ha emesso azioni a volto plurimo in fase di quotazione.

L’azionista di controllo (‘ultimate controlling agent’) coincide una famiglia nel 61% delle società quotate; tuttavia, sono le imprese non controllate o controllate da società a proprietà dispersa a registrare la più elevata incidenza sulla capitalizzazione di mercato (36%; Tav. 2).

La presenza degli investitori istituzionali rilevanti registra nel complesso una lieve flessione rispetto al passato …

A fine 2015 gli investitori istituzionali sono azionisti rilevanti nel 36% circa delle società (83 imprese), in flessione rispetto ai valori massimi raggiunti nel biennio 2013-2014, quando partecipazioni superiori alla soglia di trasparenza proprietaria erano detenute in quasi il 40% del mercato (oltre 90 società). La quota media del capitale, viceversa, non si discosta in maniera significativa dal valore dell’anno precedente attestandosi attorno al 7%.

… sebbene il dato sia in crescita per gli investitori istituzionali stranieri.

In particolare, la presenza di istituzionali italiani nell’azionariato rilevante delle imprese, già in declino dal 2011, è più nettamente diminuita nel 2015 portandosi al valore minimo di 21 società. Viceversa, dal 2014 la partecipazione degli investitori istituzionali esteri è giunta a interessare circa il 30% del mercato. La quota media di capitale detenuta da investitori istituzionali rilevanti italiani è pari nel 2015 al 5,5%, valore minimo registrato negli ultimi cinque anni, mentre quella degli investitori istituzionali esteri ha raggiunto il 6,5% del capitale delle imprese partecipate (Tav. 3).

La legge 120/2011 in materia di quote di genere sta gradualmente modificando il grado di board diversity nelle società quotate italiane. A fine giugno 2016, infatti, la presenza femminile ha oltrepassato la soglia del 30% del totale degli incarichi di amministratore…

… percentuale quasi triplicata rispetto al 2012, vigilia alla dell’applicazione della nuova legge; nello stesso periodo il numero di società in cui almeno una donna siede nel board è cresciuto dai due terzi del mercato fino alla quasi totalità delle imprese (Tav. 4).

… anche se le donne con incarichi esecutivi continuano ad essere l’eccezione…

Le donne che a metà 2016 ricoprono l’incarico di amministratore delegato sono 17, in altrettante società a ridotta capitalizzazione mentre quelle che presiedono l’organo amministrativo sono 21. In circa due casi su tre le donne si qualificano come amministratore indipendente, mentre sono 49 le amministratrici nominate da azionisti di minoranza, attraverso il sistema del voto di lista, in 38 società ad elevata capitalizzazione (Tav. 5).

Infine, negli ultimi quattro anni è cresciuta l’incidenza delle donne interlocker, passando dal 18% registrato nel 2013 al 30% delle amministratrici a giugno 2015 (Tav. 6).

… con conseguenti riflessi sulla board diversity. Le caratteristiche degli amministratori in termini di età, livello di istruzione e background professionale mostrano, infatti, una certa variabilità a seconda del genere…

 Nel dettaglio, l’età media è maggiore per gli amministratori rispetto alle amministratrici (rispettivamente, 59 e 51 anni circa) così come la percentuale di amministratori family (ossia membri del board che sono anche azionisti di controllo o che hanno con questi una relazione di parentela) è maggiore nel caso degli uomini (17% a fronte del 13%). Le donne posseggono più frequentemente titoli di studi più elevati (il dato vale soprattutto per i titoli post-laurea), mentre la proporzione di amministratori qualificabili come manager è significativamente superiore a quella riferibile alle amministratrici (rispettivamente, 77% e 54% circa; Tav. 7).

… confermando che le amministratici nominate dopo il 2012 hanno contribuito a modificare le caratteristiche dei consigli di amministrazione.

È aumentata, infatti, la percentuale di amministratori laureati (dall’84% nel 2012 all’86% circa nel 2015) e in possesso di un titolo post-laurea (dal 15% al 21% circa), mentre s’ è ridotta l’incidenza del profilo professionale manageriale (di sei punti percentuali da poco più del 76%) a beneficio del profilo dei professionisti/consulenti (la cui presenza è passata da poco più del 15% al 21%). Anche l’età media è diminuita di circa un anno (da 57,6 anni). Sebbene l’incidenza degli amministratori con legami familiari con l’azionista di controllo (cosiddetti family) risulti stabile attorno al 16%, la distribuzione in base al genere evidenzia una significativa riduzione della percentuale di donne family (dal 26% circa nel 2012 al 13% nel 2015).

Continua a crescere la partecipazione degli investitori istituzionali alle assemblee, soprattutto grazie ai soggetti esteri, …

Nelle assemblee delle 100 società italiane a più elevata capitalizzazione la presenza degli investitori istituzionali è risultata pari al 19% del capitale (+ 8 punti percentuali rispetto al 2012).

… al pari del dissenso sulle politiche di remunerazione (cosiddetto say-on-pay)

Nel 2016 il dissenso medio (voti contrari e astensioni) nell’ambito del voto consultivo sulle politiche di remunerazione delle 100 maggiori società italiane ha raggiunto il 9,5% del capitale sociale, di cui l’8,6% ascrivibile agli investitori istituzionali (valore più elevato dalla prima applicazione del say-on-pay). In linea con il passato, il dissenso degli istituzionali si è ridotto nelle società di maggiori dimensioni (ossia appartenenti al FtseMib, 27% delle azioni possedute ne 2016 a fronte de 37% nel2012), mente è aumentato sia per le società del Mid Cap sia per le imprese di minori dimensioni, dove negli ultimi tre anni ha superato un terzo delle azioni complessivamente possedute dagli istituzionali stessi (registrando incrementi attorno ai 10 punti percentuali rispetto al 2012).

BCE: pubblicate linee guida sulla gestione degli NPL

Mar 23 2017

La BCE ha pubblicato il testo definitivo delle linee guida in materia di crediti deteriorati (non-performing loans, NPL), segnando un importante passo avanti ai fini della gestione degli NPL nell’intera area dell’euro. Il documento definisce le misure, i processi e le migliori prassi che andrebbero integrate nel trattamento degli NPL da parte dalle banche. Le linee guida confluiranno ora nel dialogo continuo di vigilanza con le singole banche.

La BCE applicherà il principio di proporzionalità, graduando il livello di intrusività della sua azione a seconda della portata e della gravità delle consistenze di NPL nei portafogli delle banche.

Le linee guida non prescrivono obiettivi quantitativi per la riduzione degli NPL. Al contrario, la BCE richiede alle banche di elaborare una strategia che potrebbe includere una serie di opzioni fra cui ad esempio politiche di recupero degli NPL, servicing e dismissione dei portafogli.

La pubblicazione delle linee guida fa seguito a un processo di consultazione che si è svolto tra settembre e novembre 2016. Un resoconto della consultazione diffuso sul sito Internet della BCE presenta i commenti pervenuti e indica le modifiche richieste al progetto di linee guida che sono state apportate nel testo finale pubblicato.

Comunicato stampa
Linee Guida BCE in materia di NPL

ESMA: alto livello di rischio sui mercati europei a causa dell’incertezza politica. Migliora la liquidità dei titoli governativi

Mar 23 2017

L’ESMA ha pubblicato il documento “Trends, Risks and Vulnerabilities Report No. 1 2017” che riporta le dinamiche e i fattori di rischio dei mercati finanziari europei per il secondo semestre del 2016. Tra gli aspetti più rilevanti si segnalano:

  • l’incertezza del quadro politico europeo – come potenziale ripercussione delle prossime elezioni in alcuni Stati membri UE – rappresenta il principale fattore di rischio per il 2017;
  • il livello di rischio nei mercati europei rimane elevato, in conseguenza soprattutto del livello di rischio molto alto nei mercati mobiliari. Tuttavia i mercati finanziari sono rimasti relativamente calmi, registrando – nella seconda metà del 2016 – una diminuzione della volatilità;
  • verso la fine dell’anno si è assistito ad una ripresa dei titoli bancari, contrariamente alle preoccupazioni esistenti circa la salute delle banche europee;
  • i rendimenti dei fondi di investimento sono appari in ripresa, mentre la liquidità è rimasta a livelli preoccupanti, soprattutto per quanto riguarda i fondi obbligazionari.

Il Rapporto ESMA mostra inoltre che nell’ambito di un contesto di politica monetaria favorevole, la liquidità del mercato sembra essere migliorata nel comparto obbligazionario sovrano europeo. L’aumento della liquidità del debito sovrano è, però, in contrasto con il settore delle obbligazioni societarie, caratterizzato da ridotta liquidità nelle fasi di mercato più critiche.

A causa dell’incertezza sugli sviluppi politici in Europa, l’ESMA ha mantenuto il proprio market risk indicator a livello very high (il più alto possibile) e l’indicatore dei rischi di liquidità e contagio a livello high. L’analisi è completata dalla pubblicazione del report “Risk Dashboard No. 1 2017” contenente i dati relativi al quarto trimestre 2016.

Comunicato stampa 1
Comunicato stampa 2
TRV Report 1 2017
Risk Dashboard 1 2017

La Commissione Europea avvia consultazione sull’operatività delle ESA

Mar 23 2017

La Commissione europea ha avviato una consultazione pubblica sul funzionamento delle autorità di vigilanza europee (ESA): Autorità bancaria europea (EBA), Autorità europea delle assicurazioni e delle pensioni aziendali e professionali (EIOPA) e Autorità bancaria europea (ESMA).

I temi principali della consultazione sono:

  • l’efficacia della struttura di governance attuale e del sistema di finanziamento delle autorità di vigilanza europee;
  • il chiarimento e il rafforzamento di compiti e poteri affidati alle singole autorità;
  • l’eventuale necessità di riconsiderare l’architettura di vigilanza anche alla luce delle nuove sfide per l’integrazione finanziaria.

L’obiettivo della consultazione è di identificare le aree in cui l’efficacia e l’efficienza delle ESA possono essere rafforzate e migliorate. Un maggior livello di coordinazione e integrazione tra le attività di vigilanza è, infatti, un fattore chiave per lo sviluppo e il rafforzamento dei mercati di capitali dell’UE perseguiti attraverso lo strumento della Capital Market Union (CMU).

Con un comunicato congiunto, le ESA hanno accolto positivamente la consultazione pubblica, sottolineando l’importanza delle questioni sollevate dalla Commissione Europea e auspicando una discussione proficua sui temi in questione.

La consultazione avrà termine il 16 maggio 2017.

Documento di consultazione
Comunicato stampa ESA

Nuovo Rapporto EBA sui collegi di vigilanza UE

Mar 23 2017

L’EBA ha pubblicato la valutazione dei collegi di vigilanza dell’Unione Europea per il 2016. Tali strutture – che riuniscono autorità di vigilanza di diversi paesi europei – svolgono, infatti, un ruolo fondamentale per la vigilanza efficace dei gruppi bancari transfrontalieri. Tra i principali compiti demandati ai collegi vi sono la valutazione dei rischi a livello di gruppo bancario, la definizione di decisioni condivise sui requisiti patrimoniali e di liquidità di Secondo Pilastro e la valutazione dei piani di risanamento di gruppo. Il loro ruolo fondamentale è quello di garantire una migliore qualità della sorveglianza dei gruppi bancari transfrontalieri garantendo una cooperazione efficace tra le autorità di vigilanza interessate.

Il Rapporto EBA – basato sulle osservazioni ottenute attraverso la partecipazione ai collegi e sui risultati consolidati delle valutazioni dei singoli collegi – ha evidenziato un ulteriore miglioramento del livello e della qualità del lavoro dei collegi di vigilanza nel 2016. In particolare:

– le valutazioni dei rischi di gruppo hanno fornito un’adeguata panoramica dei profili di rischio;

– le decisionali condivise in tema di requisiti patrimoniali e di liquidità sono state ben motivate e in linea con le conclusioni del processo SREP.

Il documento, inoltre, ha illustrato alcuni elementi di vigilanza che dovranno essere oggetto di attenzione nel 2017, tra i quali: le politiche di bilancio in essere, la riduzione della quota di sofferenze tra gli attivi e la sostenibilità dei modelli di business delle banche.

Comunicato stampa
Report EBA sui collegi di vigilanza europei 2016

Pubblicato Provvedimento IVASS sull’informativa RUI

Mar 23 2017

L’Istituto di Vigilanza sulle Assicurazioni (IVASS) ha emesso il Provvedimento N. 58 del 14 marzo 2017 recante modifiche al Regolamento ISVAP N. 5 del 10 ottobre 2006 concernente la disciplina dell’attività di intermediazione assicurativa e riassicurativa. In particolare, il Provvedimento apporta novità significative nelle modalità di presentazione all’IVASS delle istanze e delle comunicazioni dovute dagli intermediari e dalle imprese ai fini della tenuta del Registro Unico degli intermediari assicurativi e riassicurativi (nel seguito, RUI), proseguendo nel percorso di semplificazione e dematerializzazione avviato nel 2015, in linea con quanto previsto dall’art. 15, comma 2 del D.lgs. 7 marzo 2005 n. 821 e con gli obiettivi strategici dell’Istituto. Il Provvedimento persegue la finalità di agevolare i rapporti tra IVASS e operatori e di snellire i processi interni di gestione dedicati alla movimentazione e all’aggiornamento del RUI, introducendo un più moderno sistema, interamente digitale, di raccolta dei dati contenuti nelle istanze/comunicazioni presentate all’Istituto.

Provvedimento IVASS n. 58 del 14 marzo 2017