Fintech Research Network: una rete per promuovere la ricerca in ambito Fintech
a cura di Emilio Barucci

Mag 09 2022
Fintech Research Network: una rete per promuovere la ricerca in ambito Fintech a cura di Emilio Barucci

Il Fintech Research Network nasce su iniziativa di un gruppo di ricercatori (Emilio Barucci, Andrea Consiglio, Stefania Corsaro, Luca Di Persio, Massimiliano Ferrara, Gianna Figà Talamanca, Paolo Giudici, Daniele Marazzina, Silvia Muzzioli) che si occupano di Fintech e che desiderano creare una rete nell’ambito della ricerca in Italia (e non solo).

I temi di ricerca del network includono (ma la lista non è esclusiva): big data e machine learning in finanza, mondo delle criptovalute, asset digitali, nowcasting, analisi (economica o finanziaria) del mondo fintech, text analytics, behavioral finance, modelli di rete, sentiment analysis, peer to peer finance, smart contracts, cybersecurity.

L’obiettivo è di costruire una rete tra ricercatori di diversa estrazione: economisti, studiosi di finanza, statistici, econometrici, studiosi di big data/machine learning, studiosi di tecnologie digitali. Il network non si limita al mondo accademico, è rivolto anche al mondo dell’industria finanziaria.

Il network è una struttura leggera, non gestisce risorse e non ha natura formale. Il sito internet https://www.fintechlab.it/network/ ospita due pagine: una con i ricercatori che vi afferiscono e una con le attività in programma. Le attività sono coordinate da un comitato scientifico/organizzativo di cui al momento fanno parte i promotori. Il network è aperto all’adesione di ricercatori attivi sui temi oggetto dell’iniziativa.

Come prima iniziativa, il network organizza seminari che saranno organizzati fisicamente dalle diverse sedi e che saranno fruibili online da parte di tutti i membri del network e non solo. Il primo appuntamento è:

Salvatore Scognamiglio

Università di Napoli Parthenope

Longevity risk modelling via Neural Networks

18 maggio alle ore 15.30 

Dipartimento di Studi Aziendali e Quantitativi

Università di Napoli Parthenope

L’obiettivo è di ampliare la partecipazione/diffusione delle ricerche. Il comitato svolgerà una funzione di coordinamento/promozione delle attività. Chi volesse presentare contributi di ricerca può contattare uno dei promotori o dei partecipanti al network.

La seconda iniziativa è una conferenza annuale nel mese di ottobre/novembre. Questo anno partiremo dal Politecnico di Milano il 27-28 ottobre, la sede sarà itinerante. https://www.fintechlab.it/fintech_conference2022/

I Keynote speakers della conferenza sono: Petros Dellaportas, UCL-London Reservoir Computing for Macroeconomic Forecasting with Mixed Frequency Data; Leonardo Gambacorta, Bank of International Settlements, Big techs, QR code payments and financial inclusion; Mario Wuethrich, ETH-Zurich Discrimination-Free Insurance Pricing; David Yermack, Stern Business School, New York University, TBD. Deadlline per la submission di papers/extended abstracts: 31 agosto 2022.

Altre attività, che possono riguardare il network, sono: workshop tematici, scuole estive, definizione di progetti di ricerca, iniziative di divulgazione.

L’iniziativa è aperta sia riguardo all’adesione di ricercatori che allo sviluppo di attività. La speranza è che il network possa svolgere il ruolo di catalizzatore di attività di ricerca che per natura hanno carattere multidisciplinare.

Il termometro dei mercati finanziari (6 Maggio 2022)
a cura di Emilio Barucci e Daniele Marazzina

Mag 09 2022
Il termometro dei mercati finanziari (6 Maggio 2022)a cura di Emilio Barucci e Daniele Marazzina

L’iniziativa di Finriskalert.it “Il termometro dei mercati finanziari” vuole presentare un indicatore settimanale sul grado di turbolenza/tensione dei mercati finanziari, con particolare attenzione all’Italia.

Significato degli indicatori

  • Rendimento borsa italiana: rendimento settimanale dell’indice della borsa italiana FTSEMIB;
  • Volatilità implicita borsa italiana: volatilità implicita calcolata considerando le opzioni at-the-money sul FTSEMIB a 3 mesi;
  • Future borsa italiana: valore del future sul FTSEMIB;
  • CDS principali banche 10Ysub: CDS medio delle obbligazioni subordinate a 10 anni delle principali banche italiane (Unicredit, Intesa San Paolo, MPS, Banco BPM);
  • Tasso di interesse ITA 2Y: tasso di interesse costruito sulla curva dei BTP con scadenza a due anni;
  • Spread ITA 10Y/2Y : differenza del tasso di interesse dei BTP a 10 anni e a 2 anni;
  • Rendimento borsa europea: rendimento settimanale dell’indice delle borse europee Eurostoxx;
  • Volatilità implicita borsa europea: volatilità implicita calcolata sulle opzioni at-the-money sull’indice Eurostoxx a scadenza 3 mesi;
  • Rendimento borsa ITA/Europa: differenza tra il rendimento settimanale della borsa italiana e quello delle borse europee, calcolato sugli indici FTSEMIB e Eurostoxx;
  • Spread ITA/GER: differenza tra i tassi di interesse italiani e tedeschi a 10 anni;
  • Spread EU/GER: differenza media tra i tassi di interesse dei principali paesi europei (Francia, Belgio, Spagna, Italia, Olanda) e quelli tedeschi a 10 anni;
  • Euro/dollaro: tasso di cambio euro/dollaro;
  • Spread US/GER 10Y: spread tra i tassi di interesse degli Stati Uniti e quelli tedeschi con scadenza 10 anni;
  • Prezzo Oro: quotazione dell’oro (in USD)
  • Spread 10Y/2Y Euro Swap Curve: differenza del tasso della curva EURO ZONE IRS 3M a 10Y e 2Y;
  • Euribor 6M: tasso euribor a 6 mesi.

I colori sono assegnati in un’ottica VaR: se il valore riportato è superiore (inferiore) al quantile al 15%, il colore utilizzato è l’arancione. Se il valore riportato è superiore (inferiore) al quantile al 5% il colore utilizzato è il rosso. La banda (verso l’alto o verso il basso) viene selezionata, a seconda dell’indicatore, nella direzione dell’instabilità del mercato. I quantili vengono ricostruiti prendendo la serie storica di un anno di osservazioni: ad esempio, un valore in una casella rossa significa che appartiene al 5% dei valori meno positivi riscontrati nell’ultimo anno. Per le prime tre voci della sezione “Politica Monetaria”, le bande per definire il colore sono simmetriche (valori in positivo e in negativo). I dati riportati provengono dal database Thomson Reuters. Infine, la tendenza mostra la dinamica in atto e viene rappresentata dalle frecce: ↑,↓, ↔  indicano rispettivamente miglioramento, peggioramento, stabilità rispetto alla rilevazione precedente.

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First Mover Asia: Thailand Has Already Proven Why Taking Crypto for Luxury Items Isn’t Working

Mag 06 2022

Gucci will begin accepting crypto payments at five stores as part of a wider commitment, but the success of its initiatives is uncertain; bitcoin plummets in Thursday trading…

https://www.coindesk.com/markets/2022/05/05/first-mover-asia-thailand-has-already-proven-why-taking-crypto-for-luxury-items-isnt-working/?utm_medium=referral&utm_source=rss&utm_campaign=headlines

Minibond, nel 2021 record di emissioni sul mercato
a cura di G. Giudici, M. Simonetto, F. Vigoni

Mag 06 2022
Minibond, nel 2021 record di emissioni sul mercato  a cura di  G. Giudici, M. Simonetto, F. Vigoni

L’industria italiana dei minibond ha conquistato un rilevante numero di nuove emittenti nel 2021 e ha recuperato i livelli pre-Covid. Lo ‘certifica’ il nuovo Report dell’Osservatorio Minibond pubblicato dalla School of Management del Politecnico di Milano.

I minibond sono obbligazioni e cambiali finanziarie di importo inferiore a € 50 milioni emessi da società non finanziarie e rappresentano ormai da 10 anni un’opportunità di diversificazione delle fonti di finanziamento per le PMI e anche una ‘palestra’ per rapportarsi con il mercato mobiliare e con i fondi di investimento.

Nel 2021 il mercato italiano si è ripreso velocemente rispetto al 2020, anche grazie alle garanzie pubbliche potenziate a valle degli effetti della pandemia Covid-19. Nei 12 mesi si è registrato un controvalore raccolto pari a € 1,67 miliardi attraverso 219 emissioni, rispetto a € 900 milioni raccolti con 191 emissioni dell’anno precedente (si veda la Figura). Un’ulteriore spinta è arrivata dalla misura del Fondo Patrimonio PMI di Invitalia (che ha sostenuto attraverso la sottoscrizione di minibond a tasso agevolato le operazioni di patrimonializzazione attuate con equity dalle PMI), che solo nel 2021 ha coinvolto 131 imprese, per un controvalore di € 209 milioni.

Riassunto sui numeri dell’industria italiana dei minibond nell’ultimo triennio
 (emissioni sotto € 50 milioni di società non finanziarie). Valori delle emissioni in € milioni

Le imprese emittenti

Analizzando il mercato nel suo complesso, sono 832 le imprese italiane non finanziarie che alla data del 31 dicembre 2021 – a partire da novembre 2012 – hanno collocato minibond, di cui 520 PMI (il 62,5%). Solo nel 2021 le emittenti sono state 200 (di cui ben 163 si sono affacciate sul mercato per la prima volta), in aumento rispetto alle 173 del 2020: si tratta per il 52,0% di SpA, per il 45,0% di Srl e per il 3,0% di società cooperative. Per quanto riguarda il settore di attività, il comparto manifatturiero è in testa (41,5% del campione 2021), seguito dal commercio (14,0%), mentre la distribuzione geografica vede riconquistare il primo posto dalla Lombardia (45 emittenti), seguita da Campania (39) ed Emilia-Romagna (27).

Le emissioni

Le 219 emissioni del 2021 fanno registrare un valore medio tendenziale pari a € 4,75 milioni, nonostante il 43% dei collocamenti sia stato di importo inferiore a € 2 milioni. Solo una piccola parte dei titoli è stata quotata su un mercato borsistico (15%, di cui il 12% su ExtraMOT PRO3 e il 3% su un listino estero). Molto variegata continua ad essere la scadenza, con una serie di titoli short term con maturity a pochi mesi ed emissioni a più lunga scadenza, mentre per il rimborso l’opzione a rate successive (amortizing) è largamente preferita a quella bullet. Per quanto riguarda la cedola, nella maggioranza dei casi è fissa. Cresce leggermente la remunerazione (la media è 3,65% rispetto a 3,61% dell’anno prima) anche grazie a numerose emissioni che prevedono garanzie pubbliche. I titoli senza garanzie sono dunque una minoranza del mercato. La presenza di opzioni call e put rispetto al rimborso del capitale è frequente nei minibond; nel 2021 sono aumentati quelli che presentano l’opzione call di rimborso anticipato a discrezione dell’emittente.

Basket bond

Nel 2021 hanno acquisito ulteriore spazio i basket bond, ovvero progetti di sistema volti ad aggregare le emittenti per area geografica o per filiera produttiva, anche attraverso operazioni di cartolarizzazione. Questo tipo di operazioni è utile non solo a diversificare il rischio e raggiungere masse critiche interessanti per investitori che difficilmente guarderebbero al mondo dei minibond, ma anche per l’aspetto ‘educativo’ legato al coinvolgimento di più aziende che decidono di mettersi in gioco assieme. Fino ad oggi sono state contate 11 iniziative che hanno catalizzato oltre € 1,2 miliardi di risorse, in cui sia Cassa Depositi e Prestiti (CDP) sia il Fondo Europeo per gli Investimenti (FEI) hanno avuto un fondamentale ruolo di anchor investor.

Green minibond

La crescente attenzione del mercato finanziario verso la sostenibilità e i temi ESG sta alimentando le emissioni di green bond, titoli obbligazionari emessi per finanziare progetti con un impatto positivo in termini ambientali. Questo boom ha inevitabilmente influenzato anche il mercato italiano dei green minibond, praticamente inesistente fino al 2017. Dal 2018 al 2020 compaiono 9 titoli qualificabili come green, per una raccolta di € 125,8 milioni. Nel solo 2021 si registrano 14 collocamenti per un controvalore di € 77,85 milioni. Questo evidenzia non solo l’inizio di un ciclo favorevole, ma anche l’arrivo di emissioni di importo contenuto, destinate quindi a finanziare progetti di più piccola taglia rispetto al passato.

Gli investitori

Per quanto riguarda gli investitori che hanno sottoscritto i minibond, il 2021 ha confermato il ruolo importante delle banche italiane (hanno sottoscritto il 43% dei volumi) seguite dai fondi di private debt (23%). Fondi e banche estere hanno contribuito con il 14%, mentre Cassa Depositi e Prestiti con il 9%. Ai numeri citati è possibile affiancare l’investimento di € 209 milioni che Invitalia ha sottoscritto nel 2021 nei minibond di Fondo Patrimonio PMI. Infine, seppur le banche e i fondi di credito abbiano fatto la parte del leone, la disciplina dei cosiddetti ‘PIR alternativi’ e la possibilità per i portali di equity crowdfunding autorizzati dalla Consob di collocare minibond attraverso una sezione dedicata della piattaforma, ha aperto la possibilità d’investimento dedicata – sotto alcune condizioni – anche a investitori non professionali.

La “mappa” degli investitori nei minibond nel 2021.
Copertura del campione: 78%

Le prospettive future

Le tensioni geo-politiche che hanno influenzato i primi mesi del 2022 e la corrispondente impennata dei costi delle materie prime e dell’energia stanno avendo un impatto negativo sull’economia nazionale ed internazionale, rendendo difficile tracciare previsioni affidabili per l’anno corrente. Tuttavia, risulta ragionevole pensare che i nuovi programmi di basket bond, la crescente attenzione verso le tematiche ESG e iniziative come quella del Fondo Patrimonio PMI di Invitalia, possano generare per le aziende italiane nuove opportunità di raccolta di capitale attraverso minibond. Le aspettative sono quindi di una conferma dei numeri visti nel 2021.