IVASS: emanato Provvedimento su indicatori e livelli di anomalie dell’archivio AIA

Giu 16 2016

L’IVASS (Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni) ha pubblicato il Provvedimento n. 47 recante gli indicatori e i livelli di anomalia di cui al D.M. 11 maggio 2015, n. 108 ed altre indicazioni tecniche per le imprese di Assicurazione.

L’archivio integrato antifrode (AIA), istituito dal decreto citato, è uno strumento previsto dal legislatore al fine del contrasto delle frodi assicurative nel settore r.c.auto. Gestito dall’IVASS, fornisce alle imprese interessate informazioni in ordine ai profili di anomalia dei sinistri in ottica antifrode. Per ogni sinistro segnalato, AIA attribuisce un codice unico evento (CUE) sulla base di un algoritmo di calcolo predefinito che prende in considerazione le informazioni segnalate anche se provenienti da diverse imprese.

Il Provvedimento IVASS definisce, nell’ambito del monitoraggio AIA, gli indicatori analitici ed i relativi parametri, le soglie dell’indicatore di anomalia di sintesi, i livelli di anomalia oltre i quali gli indicatori sono comunicati alle imprese di assicurazione coinvolte nel sinistro. Fornisce, inoltre, alle compagnie indicazioni tecniche al fine della corretta ricezione delle informazioni.

Provvedimento IVASS n. 47

La Commissione Europea avvia consultazione sulla distribuzione transfrontaliera dei fondi di investimento

Giu 16 2016

La Commissione Europea ha pubblicato un documento di consultazione avente ad oggetto i principali ostacoli alla distribuzione transfrontaliera (cross-border) dei fondi di investimento UCITS (Undertakings for Collective Investments in Transferable Securities) e AIF (Alternative Investment Funds).
L’obiettivo della consultazione è di aumentare la quota di fondi di investimento negoziati all’interno dell’Unione Europea. La distribuzione cross-border, infatti, renderebbe la distribuzione di questi prodotti più efficace, permettendo una migliore allocazione del capitale sui mercati europei e fornirebbe ai mercati nazionali uno stimolo al miglioramento e all’innovazione.

La consultazione, in particolare, supporta la creazione di una Capital Market Union (CMU) con l’obiettivo principale di foraggiare il ricorso ai fondi di investimento da parte della clientela retail e degli investitori istituzionali.

L’azione della Commissione rientra tra le politiche previste dall’Action Plan e si basa sulle osservazioni ricevute in occasione della consultazione sulla CMU e in seguito alla Call for Evidence sul quadro regolamentare per i servizi finanziari.

La consultazione avrà termine il 2 ottobre 2016.

Comunicato stampa
Documento di consultazione

Pubblicate Indicazioni FSB sui piani di risoluzione per le assicurazioni di importanza sistemica

Giu 16 2016

Il Financial Stability Board (FSB) ha pubblicato il documento “Developing Effective Resolution Strategies and Plans for Systemically Important Insurers” (di seguito Guidance). Il documento fornisce le indicazioni per la definizione di piani di risoluzione efficaci per le imprese di assicurazione di importanza sistemica, aiutando, inoltre, le autorità nazionali nel recepire i requisiti definiti dal “Key Attributes of Effective Resolution Regimes for Financial Institutions”.

La Guidance, che tiene conto dei commenti ricevuti alla consultazione pubblica svolta nel novembre 2015, specifica i principi per la pianificazione di una strategia di risoluzione ottimale alla luce del business model dell’impresa assicurativa e della protezione dei possessori delle polizze. Sono identificati, inoltre, una serie di elementi chiave che devono essere attuati in modo tale da rendere la strategia di risoluzione credibile ed effettivamente realizzabile.

Comunicato stampa
Guidance FSB

Sofferenze bancarie: evoluzione recente e problemi irrisolti
di Carlo Milani

Giu 01 2016
Sofferenze bancarie: evoluzione recente e problemi irrisolti  di Carlo Milani

Da inizio anno le banche europee sono stato oggetto di forte volatilità sui mercati azionari. L’indice bancario Stoxx Europe 600 ha perso, ad oggi, circa il 15 per cento del suo valore dalla fine del 2015 (grafico 1). A incidere su questa dinamica ha influito, in particolare, la bassa redditività degli attivi, compressa dalla politica monetaria fortemente espansiva voluta dalla BCE per contrastare la deflazione (Milani, 2016). Accanto all’allargamento del quantitative easing e alla nuova tornata delle TLTRO, i tassi di riferimento sono stati ulteriormente ridotti, diventando ancor più negativi nel caso di quelli applicati sulle deposit facilities. Le banche si trovano quindi con dei margini di guadagno sulla tradizionale operatività bancaria, ovvero reperimento di risorse attraverso i depositi ed erogazione di finanziamenti, molto esegui. In questo quadro europeo, tutt’altro che roseo, le banche italiane sono ancora più in difficoltà: da inizio anno la perdita registrata sull’indice bancario FTSE è più che doppia rispetto a quella europea (-33 per cento).

Grafico 1. Andamento degli indici azionari bancari
100=1 gennaio 2016

Cosa sta penalizzando il nostro sistema rispetto a quello europeo?

Essenzialmente il problema si concentra sulla qualità del credito. Secondo gli ultimi dati relativi al terzo trimestre 2015, l’incidenza delle sofferenze lorde rispetto al totale dei finanziamenti è pari a oltre il 16 per cento in Italia, contro il 6,2 per cento medio dell’Area euro, il 5,7 della Spagna, il 3,7 della Francia e il 2,1 della Germania. Fa peggio di noi in Europa solo la Grecia (34 per cento).

In valore assoluto le sofferenze lorde delle banche italiane sono pari a circa 200 miliardi di euro a fine 2015, che toccano i 375 miliardi di euro nel caso in cui si consideri l’intero ammontare dei crediti con qualche forma più o meno grave di insolvenza.

Dall’analisi del flusso di nuove sofferenze si osserva comunque qualche segnale di miglioramento. Il numero di imprese entrate in difficoltà nel corso del 2015 è diminuito rispetto a un anno prima. Dalle quasi 82 mila unità del 2014 si è scesi a 75 mila, un valore ancora elevato se confrontato con quello osservato agli inizi della crisi (65 mila nel 2009) ma pur sempre in diminuzione. Il miglioramento si registra soprattutto nei confronti delle imprese di medio-grandi dimensioni (società non finanziarie; -11 per cento), mentre è più contenuto sulle piccole (famiglie produttrici; -4 per cento).  Anche in termini di importi si osserva un progresso, seppur più contenuto (-2,7 per cento). In questo caso, però, la flessione è attribuibile esclusivamente alle imprese medio-grandi (-3,3 per cento), mentre per le piccole imprese l’ammontare delle nuove sofferenze è ancora in crescita (+2,5 per cento).

Grafico 2. Cartolarizzazioni di prestiti alle imprese
In percentuale dello stock di finanziamenti alle imprese

Anche il numero di imprese insolventi su cui le banche hanno riconosciuto l’impossibilità di recuperare il credito, registrando quindi in bilancio una perdita, è in riduzione: dalle 77 mila unità del 2014 si è passati alle 56 mila unità del 2015 (circa 30 mila nel 2009).

In sintesi, dalle informazioni più recenti sulla qualità del credito delle banche italiane, soprattutto dal lato delle imprese, si osserva qualche primo segnale di miglioramento, troppo presto però per dire se siamo di fronte a una effettiva inversione di tendenza. Inoltre, se la crescita delle nuove sofferenze sembra essersi finalmente arrestata, si pone il problema della gestione dell’ingente ammontare dello stock di sofferenze preesistenti.

I problemi irrisolti

Il primario strumento di mercato utilizzato per la pulizia dei bilanci bancari dai crediti insoluti sono le cartolarizzazioni. Considerando quelle cartolarizzazioni che hanno riguardato i finanziamenti alle imprese, sia in bonis che in sofferenza, si riscontra come in Italia il loro utilizzo sia andato fortemente crescendo negli ultimi anni, mentre nella media dell’Area euro sia rimasto sostanzialmente stabile (grafico 2). Anche prendendo in esame le sole cartolarizzazioni che hanno implicato la totale cancellazione dal bilancio dei finanziamenti, escludendo quindi quelle operazioni di ingegneria finanziaria che implicano la cartolarizzazione e il mantenimento in bilancio del relativo titolo finanziario, si nota come in Italia l’utilizzo sia stato molto più diffuso che nel resto dell’Area euro (grafico 3). Si nota, inoltre, come vi sia stata un’accelerazione in corrispondenza dell’asset quality review (AQR) e degli stress test condotti da EBA e BCE nel 2014 (Barucci e Milani, 2014).

Anche le cartolarizzazioni che hanno riguardato le sole sofferenze, sia verso imprese che altri tipi di clientela, con cancellazione dal bilancio della relativa posta, sono state in Italia rilevanti: circa 50 miliardi di euro secondo i dati relativi a marzo 2016, 30 miliardi nel giugno 2010.

Grafico 3. Cartolarizzazioni di prestiti alle imprese cancellati dai bilanci bancari
In percentuale dello stock di finanziamenti alle imprese

In definitiva, dai dati ufficiali sembra emergere come i processi di cartolarizzazione siano stati abbastanza attivi in Italia, soprattutto se paragonati con il resto d’Europa. Due elementi di criticità si possono però individuare: da un lato, il ritardo con il quale il problema delle sofferenze è stato affrontato, che ha implicato tra l’altro la mancata occasione del varo di una bad bank di sistema (Barucci e Milani, 2015). L’altro aspetto è la difficoltà di accelerare l’utilizzo delle cartolarizzazioni dopo il già ampio utilizzo fatto in questi anni. Un aiuto potrebbe arrivare al riguardo dal Fondo Atlante (Barucci e Milani, 2016), ma le scarse risorse messe in campo (poco più di un miliardo di euro), e l’obiettivo dichiarato di acquistare a prezzi più alti di quelli di mercato, fanno essere abbastanza scettici sull’effettiva possibilità che questo fondo riesca a smobilizzare ingenti pacchetti di crediti cartolarizzati.

Bibliografia

Barucci E., Milani C., La brutta pagella del comprehensive assessment, FinRiskAlert.it del 30 Ottobre 2014.

Barucci E., Milani C., L’infinito dibattito sulla bad bank, FinRiskAlert.it del 1 Aprile 2015.

Barucci E., Milani C., Finalmente il fondo Atlante: sarà piccolo ma è pur sempre una bad bank, FinRiskAlert del 20 aprile 2016.

Milani C., Le armi spuntate di Draghi, FinRiskAlert.it del 23 Marzo 2016.

MiFID II: pubblicato Parere ESMA sulle attività ancillari

Giu 01 2016

L’ESMA ha pubblicato un Parere in risposta alla richiesta della Commissione Europea di modifica dei criteri per i quali l’attività di negoziazione di derivati su materie prime da parte di un’istituzione non finanziaria possa considerarsi ancillare rispetto al business principale. La richiesta della Commissione, in particolare, riguarda l’introduzione di condizioni patrimoniali tra i criteri di individuazione della natura ancillare dell’attività di negoziazione.

Sebbene il Parere evidenzi alcune criticità riguardanti l’introduzione di possibili criteri patrimoniali, l’ESMA propone di consentire alle istituzioni interessate di poter scegliere la tipologia di verifiche da effettuare (tra quelle di natura patrimoniale suggerite dalla Commissione e quelle business-related formulate dall’ESMA), con l’obiettivo di non penalizzare eccessivamente le entità di piccole e medie dimensioni.

Comunicato stampa
Parere ESMA

Consultazione ESMA sulle misure di implementazione del Regolamento sui benchmark finanziari

Giu 01 2016

L’ESMA ha pubblicato in consultazione la versione preliminare del Technical Advice riguardante le disposizioni di implementazione del Regolamento dei benchmark finanziari. Il documento di consultazione concerne i seguenti aspetti:

– Definizione di benchmark;

– Misurazione dell’utilizzo dei benchmark definiti critici e significativi;

– Criteri per l’identificazione dei benchmark critici;

– Benchmark di paesi terzi;

– Disposizioni transitorie.

La consultazione avrà termine il 30 giugno 2016.

Comunicato stampa
Technical Advice

CRR/CRD IV: la Commissione Europea avvia 2 consultazioni

Giu 01 2016

La Commissione Europea ha pubblicato 2 nuovi documenti di consultazione riguardanti proposte di modifica alla normativa CRR/CRD IV. In particolare, le 2 consultazioni hanno ad oggetto:

1) L’introduzione del principio di proporzionalità nella disciplina dei requisiti patrimoniali a fronte del rischio di mercato, la revisione del metodo dell’esposizione originaria e introduzione dell’approccio SA-CCR per il rischio di credito di controparte;

2) Il trattamento di aspetti specifici legati all’implementazione dell’NSFR (Net Stable Funding Ratio).

Le consultazioni avranno termine il 24 giugno 2016.

Documento di consultazione 1
Documento di consultazione 2

ESMA: pubblicati nuovi RTS sugli accordi di compensazione indiretti per le operazioni in derivati

Giu 01 2016

L’ESMA ha pubblicato la versione finale di 2 RTS (Regulatory Technical Standards) sugli accordi di compensazione indiretti (indirect clearing) per le transazioni aventi ad oggetto derivati negoziati in mercati regolamentati (Exchage Traded Derivatives o ETD) e over-the-counter (OTC) ai sensi, rispettivamente, del Regolamento MiFIR e del Regolamento EMIR.

Le disposizioni, in particolare, hanno ad oggetto:

– La gestione del default di un’istituzione che fornisce il servizio di compensazione indiretta;

– La scelta della struttura dei conti da offrire ai clienti indiretti;

– Le cosiddette long chains (catene di compensazione indiretta che coinvolgono più di 4 entità diverse).

L’Autorità di vigilanza ha inviato gli RTS alla Commissione Europea che avrà ora 3 mesi per esprimere un giudizio sulle disposizioni proposte.

Comunicato stampa
RTS ESMA su indirect clearing

Pubblicata Peer Review FSB sul sistema bancario ombra

Giu 01 2016

Il Financial Stability Board (FSB) ha pubblicato un’analisi riguardante lo stato di applicazione del “Policy Framework for Shadow Banking Entities” da parte delle giurisdizioni membri. Il Policy Framework rappresenta quadro di riferimento che delinea i principi di vigilanza da adottare per una effettiva e completa supervisione del sistema bancario ombra.
Nonostante i progressi compiti dalle autorità competenti, l’analisi mostra che l’implementazione del Policy Framework risulta ancora ad una fase iniziale. Ulteriore lavoro, infatti, dovrà essere compiuto per far sì che le giurisdizioni membri FSB siano in grado di valutare e gestire prontamente i rischi posti dal sistema bancario ombra. Alla luce dei risultati dello studio, inoltre, l’FSB ha ritenuto necessario formulare una serie di raccomandazioni rivolte alle autorità di vigilanza con l’obiettivo di promuovere la completa implementazione delle disposizioni rientranti nel perimetro del Policy Framework.

Comunicato stampa
Peer Review FSB sul sistema bancario ombra