Il termometro dei mercati finanziari (29 Ottobre 2021)
a cura di Emilio Barucci e Daniele Marazzina

Nov 01 2021
Il termometro dei mercati finanziari (29 Ottobre 2021) a cura di Emilio Barucci e Daniele Marazzina

L’iniziativa di Finriskalert.it “Il termometro dei mercati finanziari” vuole presentare un indicatore settimanale sul grado di turbolenza/tensione dei mercati finanziari, con particolare attenzione all’Italia.

Significato degli indicatori

  • Rendimento borsa italiana: rendimento settimanale dell’indice della borsa italiana FTSEMIB;
  • Volatilità implicita borsa italiana: volatilità implicita calcolata considerando le opzioni at-the-money sul FTSEMIB a 3 mesi;
  • Future borsa italiana: valore del future sul FTSEMIB;
  • CDS principali banche 10Ysub: CDS medio delle obbligazioni subordinate a 10 anni delle principali banche italiane (Unicredit, Intesa San Paolo, MPS, Banco BPM);
  • Tasso di interesse ITA 2Y: tasso di interesse costruito sulla curva dei BTP con scadenza a due anni;
  • Spread ITA 10Y/2Y : differenza del tasso di interesse dei BTP a 10 anni e a 2 anni;
  • Rendimento borsa europea: rendimento settimanale dell’indice delle borse europee Eurostoxx;
  • Volatilità implicita borsa europea: volatilità implicita calcolata sulle opzioni at-the-money sull’indice Eurostoxx a scadenza 3 mesi;
  • Rendimento borsa ITA/Europa: differenza tra il rendimento settimanale della borsa italiana e quello delle borse europee, calcolato sugli indici FTSEMIB e Eurostoxx;
  • Spread ITA/GER: differenza tra i tassi di interesse italiani e tedeschi a 10 anni;
  • Spread EU/GER: differenza media tra i tassi di interesse dei principali paesi europei (Francia, Belgio, Spagna, Italia, Olanda) e quelli tedeschi a 10 anni;
  • Euro/dollaro: tasso di cambio euro/dollaro;
  • Spread US/GER 10Y: spread tra i tassi di interesse degli Stati Uniti e quelli tedeschi con scadenza 10 anni;
  • Prezzo Oro: quotazione dell’oro (in USD)
  • Spread 10Y/2Y Euro Swap Curve: differenza del tasso della curva EURO ZONE IRS 3M a 10Y e 2Y;
  • Euribor 6M: tasso euribor a 6 mesi.

I colori sono assegnati in un’ottica VaR: se il valore riportato è superiore (inferiore) al quantile al 15%, il colore utilizzato è l’arancione. Se il valore riportato è superiore (inferiore) al quantile al 5% il colore utilizzato è il rosso. La banda (verso l’alto o verso il basso) viene selezionata, a seconda dell’indicatore, nella direzione dell’instabilità del mercato. I quantili vengono ricostruiti prendendo la serie storica di un anno di osservazioni: ad esempio, un valore in una casella rossa significa che appartiene al 5% dei valori meno positivi riscontrati nell’ultimo anno. Per le prime tre voci della sezione “Politica Monetaria”, le bande per definire il colore sono simmetriche (valori in positivo e in negativo). I dati riportati provengono dal database Thomson Reuters. Infine, la tendenza mostra la dinamica in atto e viene rappresentata dalle frecce: ↑,↓, ↔  indicano rispettivamente miglioramento, peggioramento, stabilità rispetto alla rilevazione precedente.

Disclaimer: Le informazioni contenute in questa pagina sono esclusivamente a scopo informativo e per uso personale. Le informazioni possono essere modificate da finriskalert.it in qualsiasi momento e senza preavviso. Finriskalert.it non può fornire alcuna garanzia in merito all’affidabilità, completezza, esattezza ed attualità dei dati riportati e, pertanto, non assume alcuna responsabilità per qualsiasi danno legato all’uso, proprio o improprio delle informazioni contenute in questa pagina. I contenuti presenti in questa pagina non devono in alcun modo essere intesi come consigli finanziari, economici, giuridici, fiscali o di altra natura e nessuna decisione d’investimento o qualsiasi altra decisione deve essere presa unicamente sulla base di questi dati.

Indice di turbolenza dei mercati (31 Ottobre 2021)
a cura di Gianni Pola e Antonello Avino

Nov 01 2021
Indice di turbolenza dei mercati (31 Ottobre 2021) a cura di Gianni Pola e Antonello Avino

L’indicatore di Mahalanobis permette di evidenziare periodi di stress nei mercati finanziari. Si tratta di un indicatore che dipende dalle volatilità e dalle correlazioni di un particolare universo investimenti preso ad esame. Nello specifico ci siamo occupati dei mercati azionari europei e dei settori azionari globali.

Gli indici utilizzati sono:

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Le volatilità riportate sono storiche e calcolate sugli ultimi 30 trading days disponibili. Per ogni asset-class dunque sono prima calcolati i rendimenti logaritmici dei prezzi degli indici di riferimento, successivamente si procede col calcolo della deviazione standard dei rendimenti, ed infine si procede a moltiplicare la deviazione standard per il fattore di annualizzazione.

Per il calcolo della distanza di Mahalnobis si procede dapprima con la stima della matrice di covarianza tra le asset-class. Si considera l’approccio delle finestre mobili. Come con la volatilità, si procede prima con il calcolo dei rendimenti logaritmici e poi con la stima storica della matrice di covarianza, come riportato di seguito.

Supponendo una finestra mobile di  T periodi, viene calcolato il valore medio e la matrice varianza covarianza al tempo t come segue:

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La distanza di Mahalanobis è definita formalmente come:

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Le parametrizzazioni che sono state scelte sono:

  • Rilevazioni mensili
  • Tempo T della finestra mobile pari a 5 anni (60 osservazioni mensili)

Le statistiche percentili sono state calcolate a partire dalla distribuzione dell’indicatore di Mahalanobis dal Dicembre 1997 al Dicembre 2019 su rilevazioni mensili.

Ulteriori dettagli sono riportati in questo articolo.

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SII review: the EC speaks, the others comment
a cura di Silvia Dell’Acqua

Ott 29 2021
SII review: the EC speaks, the others comment a cura di Silvia Dell’Acqua

Last 22nd September 2021 the European Commission (EC) published a legislative package aimed at amending the SII Directive. The legislative proposal will be now discussed with Member States, Stakeholders, and the European Parliament (EP), which will finalize the legislative process by accepting, rejecting, or modifying the suggestions of the EC. The entire process may last few years. So far, these comments have been made

  • ANIA (22nd September 2021) claims it will carefully examine the proposal, without hiding the concerns that some aspects seem to be too much penalizing and unobjective and some others seem to inflict a too heavy burden on the users of Internal Models. The National Association of the Italians Insurances hopes that, during the legislative process, the EP and EC will find a right balance between the prudential grounds and the need of not unduly compress the potential business investments   
  • EIOPA (1st October 2021) welcomes most of the proposal of the EC (development of an Insurance Recovery and Resolution Directive, inclusion of a macroprudential perspective, enhancements on the proportionality principle, definition of a new extrapolation methodology of Risk Free Rates – RFR, an adjustment to the interest rate risk and additional tools to address systemic risk) while regretting the lack of consideration for a minimum harmonization of the Insurance Guarantee Schemes (IGS) at EU level
  • IVASS (14th October 2021) considers the EC proposals as aimed at limiting excessive volatility in the short term, not appropriately mitigated by the so-called long-term measures. The Italian National Authority notes, with a certain disappointment, the lack of harmonization for the IGS and raises doubts on the actual effect of a future regulation that still needs to be drafted; it judges the amendments on the Volatility Adjustment (VA) as a step forward, that anyhow shall be further improved to be effective.

The review of the Directive started last February 2019, with the European Commission calling EIOPA for advice and the latter publishing its opinion in December 2020, after having drafted several public consultations. The SII review is focused on adapting the current regulation to the new economic context (especially the persistence of low interest rates), with the goal of ensuring a better protection for the policyholders, without penalizing too much the insurance industry. The main areas under the spotlight are:

  • LTG measures and equity risk (RF extrapolation, VA, RM and LTE)
  • SCR (Interest Rate Risk)
  • Reporting and disclosure
  • Proportionality
  • Macroprudential tools
  • Recovery and resolution
  • Insurance guarantee schemes
  • Long-Term Guarantee (LTG) measures and equity risk

The EC plans to update the extrapolation of the RFR with a phase-in mechanism lasting until the end of 2031, building on the hints provided by EIOPA and disclosing the details in the Delegated Acts or Regulatory Technical Standards (RTS), only after the finalization of the legislative process.

According to EIOPA, the SII directive should abandon both the LLP (Last Liquid Point) and SW (Smith Wilson) technique in favour of an extrapolation to the UFR (Ultimate Forward Rate) that starts from the FSP (First Smoothing Point). The EC agrees on that and confirms EIOPA’s idea of splitting the Volatility Adjustment (VA) of a certain country j into two parts:

  • the permanent component VA_{Perm} reflects the long-term illiquid nature of all insurance cash-flows
  • the macroeconomic component VA_{Macro, j} replaces the existing country specific VA and is applicable to liabilities of products sold in a country j and denominated in the currency of that country

Where:

  • GAR is the General Application Ratio, confirmed to be increased to 85%, as suggested by EIOPA
  • CCSR_{i} is the single company i Credit Spread Sensitivity Ratio, that replaces the two variables proposed by EIOPA, still aiming at reflecting different sensitivity of Assets and Liabilities to change in Credit Spreads and interest rates
  • RC_S and RC_S_j are the risk-corrected spreads of the representative portfolio
  • no need for additional scaling is envisaged by the EC.

The EC maintains the incompatibility of the VA with the Matching Adjustment (MA) and requests a prior approval by the NSAs for the VA application by new adopters, provided their demonstration of an adequate implementation process for its calculation. The EC goes along with EIOPA’s suggestions to forbid the use of Dynamic Volatility Adjustment in the SCR standard formula and to increase the prudency principle for internal models applying it.

For what concerns the Risk Margin (RM), criticized by the market as too sensitive to changes in the interest rates and too penalizing, the EC plans to build on EIOPA’s suggestion of multiplying future SCRs by an exponentially decreasing factor, but without setting a floor; it also does not discard the potential reduction of the current 6% CoC value to a 5%. The new formulation will be part of the Delegated Regulation’s update.

Following EIOPA’s advice, the EC confirms its intention to softening the too stringent criteria the insurance companies should meet to classify more equity as LTE (Long Term Equity), benefiting of the low capital charge (22%, almost half of the normal equity holdings) associated to this asset class, introduced back in 2019 with the purpose of helping the sector.  The EC also confirms EIOPA’s proposal to extend the Symmetric Adjustment range from -/+10% to -/+17%.

  • Solvency capital requirements (SCR)

This time, the EC considers EIOPA’s advice of modifying the IR risk calibration into a relative shift approach, with a phase-in mechanism of 5 years, to properly reflect the steep fall of interest rates into negative values, without damaging too much the SII position of the companies. The details of the calculation will be released in an update of the Delegates Acts.

EIOPA’s proposed calibration works as follows:

Where the shocked interest rates in the downward scenario are floored to a minimum of -1.25%. The EC, instead, makes an allowance for extrapolating long term interest rates: for each currency, the stressed risk-free interest rates could be extrapolated towards a stressed UFR, that can be 15 bps lower or higher the ordinary UFR in the stressed scenario.

The EC confirms EIOPA’s proposal of reducing the correlation parameter for spread risk and interest rate risk (downward scenario) from 0.5 to 0.25. This will be done by amending the Delegated Regulation.

  • Reporting and disclosure

Welcoming EIOPA’s advice, the EC details a new structure of the Solvency and Financial Condition Report (SFCR), aimed at improving its outreach. The report is split into two parts: the first addressed to policyholders with a high-level content, while the latter addressed to a professional audience. Furthermore, the SFCR will be subject to a mandatory audit review. For the Regular Supervisory Report (RSR), the EC specifies it should include information on the undertaking’s business and performance, system of governance, risk profile, valuation for solvency purposes and capital management over the reporting period. The EC also extends the solo SFCR and RSR reporting deadline from 14 to 18 weeks and the annual solo QRT deadline from 14 to 16 weeks.

  • Proportionality

The EC welcomes EIOPA’s proposal to increase and standardize the level of proportionality by passing objective criteria: the GWPs threshold is increased from 5 to 15mln euros and TPs threshold is increased from 25 to 50mln euros.

  • Macroprudential tools

The EC welcomes EIOPA’s proposal of expanding the SII perimeter to include macroprudential objectives and policies: macroprudential concerns shall be included in the ORSA and liquidity risk management plans shall be drawn up (EIOPA shall draft RTS to specify contents and timing) and a set of liquidity risk indicators shall be defined to identify, monitor, and address potential liquidity stress. The EC also welcomes EIOPA’s advice to invest the NSA with the power of requiring undertakings with a particularly vulnerable risk profile to restrict or suspend payments such as dividend distributions, share buy-backs, bonuses, or other variable remuneration during periods of exceptional sector-wide shocks.

  • Recovery and resolution

The EC published a Directive’s proposal addressing crisis management to harmonize the rules and processes for recovery and resolutions of undertakings established in the EU and subject to the SII framework. Member States shall set up insurance resolution authorities, insurers shall develop and maintain recovery plans as preventive measures, resolution authorities shall prepare resolution plans. The proposal requires EIOPA to develop ten TS and six Guidelines.

  • Insurance guarantee schemes

In response to EIOPA’s suggestion to introduce a European network of IGS, with a common minimum set of coverages, funded by all insurance undertakings and meant to protect policyholders either with a monetary compensation or by ensuring the continuation of their policy in case the insurance company becomes insolvent, the EC claims that, considering the economic uncertainties created by the COVID-19 pandemic, as well as the need to focus on economic recovery, any action to align rules for IGS is not appropriate at this juncture, but will be reassessed in the future. In the meantime, the EC published a study, prepared by JRC (Joint Research Centre), the EC’s science and knowledge service, aimed at providing evidence-based scientific support to the European policymaking process. It is a quantitative assessment of several policy options for a possible proposal on the introduction of harmonized rules for IGSs, following up on a previous study developed in 2010. The report invests the size of losses that might hit consumers in each Member State in one-year time horizon and approximates the amount of funding needs which IGS should collect in each country. Results are dependent on the level of the Probability of Default of insurers, and show variation across countries, following the variation in the level of Exposure at Default.

References:

  • https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/en/IP_21_4783
  • https://www.ania.it/documents/35135/360755/CS+-+ANIA+su+revisione+Solvency+-+22.09.2021+.pdf/fd812644-17da-fd46-9a85-14bb61da6dc2?t=1632323806652
  • https://www.eiopa.europa.eu/document-library/opinion/opinion-2020-review-of-solvency-ii
  • https://www.ivass.it/media/interviste/documenti/interventi/2021/14-10-sdp-ribassigeco/SDP_RIB_ASSIGECO_14_10_21.pdf
  • https://www.finriskalert.it/eiopas-opinion-on-sii-reviewa-cura-di-silvia-dellacqua/

Il termometro dei mercati finanziari (22 Ottobre 2021)
a cura di Emilio Barucci e Daniele Marazzina

Ott 24 2021
Il termometro dei mercati finanziari (22 Ottobre 2021) a cura di Emilio Barucci e Daniele Marazzina

L’iniziativa di Finriskalert.it “Il termometro dei mercati finanziari” vuole presentare un indicatore settimanale sul grado di turbolenza/tensione dei mercati finanziari, con particolare attenzione all’Italia.

Significato degli indicatori

  • Rendimento borsa italiana: rendimento settimanale dell’indice della borsa italiana FTSEMIB;
  • Volatilità implicita borsa italiana: volatilità implicita calcolata considerando le opzioni at-the-money sul FTSEMIB a 3 mesi;
  • Future borsa italiana: valore del future sul FTSEMIB;
  • CDS principali banche 10Ysub: CDS medio delle obbligazioni subordinate a 10 anni delle principali banche italiane (Unicredit, Intesa San Paolo, MPS, Banco BPM);
  • Tasso di interesse ITA 2Y: tasso di interesse costruito sulla curva dei BTP con scadenza a due anni;
  • Spread ITA 10Y/2Y : differenza del tasso di interesse dei BTP a 10 anni e a 2 anni;
  • Rendimento borsa europea: rendimento settimanale dell’indice delle borse europee Eurostoxx;
  • Volatilità implicita borsa europea: volatilità implicita calcolata sulle opzioni at-the-money sull’indice Eurostoxx a scadenza 3 mesi;
  • Rendimento borsa ITA/Europa: differenza tra il rendimento settimanale della borsa italiana e quello delle borse europee, calcolato sugli indici FTSEMIB e Eurostoxx;
  • Spread ITA/GER: differenza tra i tassi di interesse italiani e tedeschi a 10 anni;
  • Spread EU/GER: differenza media tra i tassi di interesse dei principali paesi europei (Francia, Belgio, Spagna, Italia, Olanda) e quelli tedeschi a 10 anni;
  • Euro/dollaro: tasso di cambio euro/dollaro;
  • Spread US/GER 10Y: spread tra i tassi di interesse degli Stati Uniti e quelli tedeschi con scadenza 10 anni;
  • Prezzo Oro: quotazione dell’oro (in USD)
  • Spread 10Y/2Y Euro Swap Curve: differenza del tasso della curva EURO ZONE IRS 3M a 10Y e 2Y;
  • Euribor 6M: tasso euribor a 6 mesi.

I colori sono assegnati in un’ottica VaR: se il valore riportato è superiore (inferiore) al quantile al 15%, il colore utilizzato è l’arancione. Se il valore riportato è superiore (inferiore) al quantile al 5% il colore utilizzato è il rosso. La banda (verso l’alto o verso il basso) viene selezionata, a seconda dell’indicatore, nella direzione dell’instabilità del mercato. I quantili vengono ricostruiti prendendo la serie storica di un anno di osservazioni: ad esempio, un valore in una casella rossa significa che appartiene al 5% dei valori meno positivi riscontrati nell’ultimo anno. Per le prime tre voci della sezione “Politica Monetaria”, le bande per definire il colore sono simmetriche (valori in positivo e in negativo). I dati riportati provengono dal database Thomson Reuters. Infine, la tendenza mostra la dinamica in atto e viene rappresentata dalle frecce: ↑,↓, ↔  indicano rispettivamente miglioramento, peggioramento, stabilità rispetto alla rilevazione precedente.

Disclaimer: Le informazioni contenute in questa pagina sono esclusivamente a scopo informativo e per uso personale. Le informazioni possono essere modificate da finriskalert.it in qualsiasi momento e senza preavviso. Finriskalert.it non può fornire alcuna garanzia in merito all’affidabilità, completezza, esattezza ed attualità dei dati riportati e, pertanto, non assume alcuna responsabilità per qualsiasi danno legato all’uso, proprio o improprio delle informazioni contenute in questa pagina. I contenuti presenti in questa pagina non devono in alcun modo essere intesi come consigli finanziari, economici, giuridici, fiscali o di altra natura e nessuna decisione d’investimento o qualsiasi altra decisione deve essere presa unicamente sulla base di questi dati.

Gli Assetti proprietari delle società quotate italiane dopo la crisi
a cura di Emilio Barucci e Davide Stocco

Ott 22 2021
Gli Assetti proprietari delle società quotate italiane dopo la crisi a cura di Emilio Barucci e Davide Stocco

Negli ultimi dieci anni abbiamo assistito ad una ricomposizione degli assetti proprietari delle società quotate italiane che è andata in diverse direzioni:​

  • Aumento della quota del primo azionista (soprattutto nel caso di SPA e persone fisiche);
  • Diminuzione del numero degli azionisti rilevanti (ossia gli azionisti dichiaranti – con quota superiore al 2% – diversi dal primo);
  • Aumento della quota di mercato (azionisti non rilevanti).

Vediamo nel dettaglio come sono cambiati gli assetti proprietari.

La quota media detenuta dai primi azionisti cresce dal 2008 al 2019, passando dal 46,8% al 48,0% (+1,2%). Al contempo, la media della quota di azioni senza diritto di voto del primo azionista rimane pressoché invariata (l’analisi è presentata senza considerare i patti di sindacato ma la loro inclusione non cambia in misura significativa il quadro).

In modo similare, le quote di azioni detenute da azionisti non rilevanti (ossia coloro che non sono tenuti a dichiarare le proprie quote) aumenta dal 2008 al 2019 passando dal 34,0% al 39,1%.

Due dinamiche in controtendenza: la prima porta ad una maggiore concentrazione con un rafforzamento del primo azionista, la seconda ad una maggiore diffusione dell’azionariato.

Passiamo ad analizzare le forme societarie dei primi azionisti. Le forme societarie più presenti sono rappresentate da Persone Fisiche e SPA, mentre quelle meno rappresentate sono Assicurazioni, Fondazioni e Cooperative.  Le forme societarie del primo azionista con quote più elevate nel 2008 erano rappresentate da Assicurazioni e Cooperative. Queste mostrano una costante diminuzione nelle quote medie detenute. Le Fondazioni, invece, registrano un aumento della quota media nel 2012, per poi conoscere una drastica riduzione. Si deve tenere conto, comunque, che si tratta di un dato poco significativo in quanto le società con il primo azionista caratterizzato da queste forme societarie sono in numero limitato. I Fondi (comuni di investimento, pensione, private equity) detengono mediamente quote stabili quando sono il primo azionista (attorno al 35% circa) durante tutto l’intervallo temporale considerato. Persone Fisiche e SPA conoscono invece un aumento della quota media detenuta, diventando le forme societarie dei primi azionisti con quote medie più elevate nel 2019.

Un altro dato interessante riguarda le quote dei primi azionisti e le quote di mercato per segmento di mercato. La quota media del primo azionista è più elevata per le società Mid-, Small-cap e per le società appartenenti al segmento STAR. Nel caso del FTSE-MIB essa aumenta dal 2016 al 2019, mentre subisce una diminuzione nel segmento delle Mid-cap. Al contrario, la quota media detenuta dal primo azionista nelle Small-cap e nel segmento STAR è pressoché costante durante tutto l’intervallo di tempo considerato.

La quota media di mercato più elevata si osserva per il segmento FTSE-MIB per l’intero periodo analizzato: dopo un incremento fino al 2016 assistiamo ad una sua diminuzione nel 2019 che torna ad essere pari a quella del 2008. Le quote di mercato medie relative agli altri tre segmenti subiscono invece una crescita dal 2012 in avanti. In particolare, la quota di mercato media relativa alle Mid-cap subisce la crescita percentuale più elevata arrivando al 45,2% di quota di mercato media nel 2019.

Per quanto riguarda gli azionisti rilevanti diversi dal primo, notiamo una diminuzione nel numero di dichiaranti. Si passa infatti da una media di 3,4 azionisti dichiaranti per società nel 2008 a 1,4 nel 2019. Le quote medie detenute dagli azionisti rilevanti subiscono una debole crescita. Se consideriamo la forma societaria degli azionisti rilevanti, abbiamo che la quota media del capitale degli azionisti rilevanti diversi dal primo di Fondazioni e Assicurazioni rimane pressoché invariata durante il periodo 2008-2019. Al contempo, Cooperative e Fondi aumentano le proprie quote medie nel 2016, per poi diminuire nuovamente nel 2019. Infine, la quota media detenuta da SPA e Persone Fisiche aumenta nel periodo considerato nell’analisi.

Sia nel caso del primo azionista che di azionisti rilevanti diversi dal primo, la percentuale di azionisti italiani diminuisce nel tempo, lasciando maggiore spazio a quelli stranieri. Nel caso dei primi azionisti, la percentuale di italiani passa dall’87,1% all’82,0%. In modo similare, per quanto riguarda gli azionisti rilevanti diversi dal primo, la diminuzione della loro presenza è attribuibile in larga misura agli azionisti italiani: la quota di società con almeno un azionista rilevante escluso il primo di nazionalità italiana passa dal 56% al 38%, mentre la quota di società con almeno un azionista straniero escluso il primo passa dal 36% al 31%.

Possiamo concludere che il mercato azionario italiano ha visto un rafforzamento della figura del primo azionista e un ampliamento della base di quota di mercato, a discapito degli azionisti rilevanti non di controllo. Al contempo, gli azionisti stranieri hanno assunto maggiore spazio.

In sintesi due dati emergono:

  • un rafforzamento della quota del primo azionista (di controllo) che fa il paio con un aumento dei piccoli azionisti
  • una diminuzione del ruolo degli azionisti rilevanti diversi dal primo azionista.

Questi dati destano attenzione in quanto abbiamo un aumento del ruolo del primo azionista e dei piccoli azionisti che difficilmente esercitano la loro ‘’voce’’ mentre gli azionisti che dovrebbero svolgere un ruolo di monitoraggio (in quanto più esposti nel capitale) sono meno presenti.